Scalped vol. 8 Devi Peccare Per Poterti Salvare: Recensione
Pubblicato il 20 Novembre 2011 alle 12:20
Prosegue la pubblicazione di Scalped, una delle serie di punta della Vertigo, e le avvincenti vicissitudini di Dashiell Bad Horse si complicano, grazie all’impeccabile operato di Jason Aaron e dei disegnatori Guera, Furnò e LaTour!
Scalped – Devi Peccare Per Poterti Salvare
Autori: Jason Aaron (testi), Jason LaTour, Davide Furnò, R. M. Guera (disegni)
Casa Editrice : Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 15,95, 16,8 x 25,7, pp. 160, col.
Data di pubblicazione: novembre 2011
Che Scalped sia una delle più avvincenti e dirompenti serie Vertigo degli ultimi anni è un dato di fatto e coloro che seguono le complesse vicende dell’agente dell’FBI in incognito Dashiell Bad Horse, tornato nella riserva indiana di Prairie Rose per incastrare il capo tribale Lincoln Red Crow, ne sono consapevoli. Scalped, inoltre, è stato il comic-book che ha fatto conoscere il talento narrativo di Jason Aaron (benché, a mio parere, i suoi lavori Marvel siano piuttosto deludenti).
L’idea vincente di Aaron è quella di aver delineato una trama noir e hard-boiled ambientandola, appunto, in una riserva indiana: particolare che conferisce originalità al serial. Per giunta, i momenti di azione, spesso estremamente violenti, vanno di pari passo con quelli introspettivi e non manca la denuncia sociale poiché lo sceneggiatore, con il pretesto di un poliziesco, punta il dito contro lo spaventoso stato di degrado della popolazione indiana che vive nelle riserve.
Gli indiani, infatti, un tempo forti e nobili, sono ora soggiogati dal crimine, dalla droga, dall’alcolismo e dalla prostituzione: mali portati dall’uomo bianco in maniera continua e pervicace, al punto che si potrebbe parlare di autentico genocidio (spirituale e fisico) nei confronti di intere comunità. Tale genocidio è descritto da Aaron con una forza espressiva notevole ed è sufficiente leggere i suoi testi intensi e introspettivi e i dialoghi incisivi per accorgersene. E c’è pure l’ambiguità morale: Lincoln Red Crow è un criminale, secondo l’ottica comune, ma non privo di intrinseche debolezze o di barlumi di umanità. E tutti i personaggi di Scalped non sono migliori di lui e la distinzione manichea tra buoni e cattivi in questo contesto non esiste.
Dash, per esempio, ha i suoi lati oscuri e non li reprime. Shunka, braccio destro di Red Crow, non ha scrupoli e nasconde la sua omosessualità; Nitz, il federale superiore di Dash, è forse peggiore dello stesso Crow, sebbene abbia sacrosanti motivi per odiarlo; il mistico Catcher, al di là della ben propagandata fede nei confronti dei valori ancestrali del popolo indiano, è un assassino folle e spietato ed è stato lui ad uccidere Gina, la madre di Dash, come si è scoperto nei tp precedenti; e simili discorsi potrebbero essere fatti anche per altri character del comic-book.
Altro punto di forza di Scalped sono i continui, inaspettati colpi di scena e in questo ottavo volume, che comprende i nn. 43-49 del mensile originale, ce ne saranno parecchi. La situazione nella riserva Prairie Rose, che non è mai stata facile, si complica. Il vecchio mentore di Red Crow, deluso dai comportamenti di costui, decide di contrastarlo politicamente, candidandosi alle elezioni. Dash, dal canto suo, ossessionato dalla ricerca dell’assassino della madre, si avvicina sempre di più a Red Crow e naturalmente Nitz intende approfittarne. Lo sceriffo di una contea vicina, protagonista del primo episodio del volume, potrebbe rivestire un ruolo importante nelle uscite successive e non promette niente di buono. Catcher, ancora una volta, si comporterà in maniera discutibile e lo status della bella Carole, figlia di Red Crow, rischia di subire ulteriori variazioni.
Con una struttura narrativa ricca di flashback e flashforward, Aaron compie un lavoro di gran classe e costruisce una story-line serrata che si legge tutta d’un fiato. La parte grafica non è meno valida. Il penciler ospite Jason LaTour, che qualcuno forse ricorderà per Noche Roja, è ottimo con le sue tonalità oscure. Davide Furnò, habitué della serie, realizza uno degli episodi più memorabili, quello imperniato sull’allucinante distruzione emotiva e psichica di Nitz e la sua successiva ripresa. E il disegnatore regolare R. M. Guéra, già valido di per sé, dimostra di aver raggiunto una maturità innegabile, riuscendo a caratterizzare in maniera personale ogni personaggio e rivelandosi a suo agio sia nelle sequenze violente sia in quelle più tranquille e di ambientazione quotidiana. Insomma, pure stavolta Scalped si riconferma come uno dei fumetti più validi in circolazione.