Omega Lo Sconosciuto 2 – Collezione 100% Marvel: recensione
Pubblicato il 19 Novembre 2011 alle 15:19
Arriva il secondo e conclusivo volume di Omega Lo Sconosciuto, rilettura in chiave Avant-Pop e underground di uno dei fumetti Marvel più anti-convenzionali dei seventies, realizzato dallo scrittore Jonathan Lethem e dal disegnatore Farel Darlymple!
Omega Lo Sconosciuto 2 – Come Topi in un Labirinto
Autori: Jonathan Lethem, Karl Rusnak (testi), Farel Darlymple, Paul Hornschemeier, Gary Panter (disegni)
Provenienza: USA
Prezzo: € 12,00, 17 x 26, pp. 128, col.
Data di pubblicazione: ottobre 2011
Su impulso del critico Larry McCaffery, a partire dagli anni novanta del secolo scorso si è sviluppata negli Stati Uniti la cosiddetta corrente letteraria Avant-Pop.
I giovani scrittori che si riconoscono in tale tendenza partono dalle suggestioni tipiche del post-modernismo e le applicano alla narrativa di genere, realizzando curiose contaminazioni tra materiali della cultura ufficiale e accademica ed elementi pop (cinema, serial televisivi, canzoni e, last but not least, fumetti).
Uno dei romanzieri Avant-Pop più affermati è Jonathan Lethem, noto per le intriganti commistioni di fantascienza, noir e sperimentalismo, con un tocco di humour, che hanno catturato l’attenzione di un folto numero di estimatori. Negli ultimi anni, il suo ‘La Fortezza della Solitudine’ (chiaro riferimento a Superman), è stato salutato come un vero e proprio evento letterario. In quello straordinario esito creativo, tradotto in Italia da Il Saggiatore, Lethem descriveva l’evoluzione della società americana, in un arco di tempo che andava dagli anni sessanta agli ottanta, tramite le vicissitudini di un ragazzo di Brooklyn, in parte simili a quelle di Lethem.
Il romanzo era ricco di riferimenti cinematografici, televisivi, musicali e, ovviamente, fumettistici, dal momento che il protagonista era un fan sfegatato della Marvel e, in particolare, di Jack Kirby. Ma costui subiva un autentico shock non appena leggeva il primo numero di Omega The Unknown, uno dei serial più sperimentali dei seventies, ideato dal compianto Steve Gerber, coadiuvato da Mary Skrenes, e disegnato da Jim Mooney. In realtà, lo shock lo ebbe lo stesso Lethem nonché coloro che all’epoca lo lessero (compreso il sottoscritto).
La serie fu di breve durata e Gerber non riuscì a concludere la vicenda, molto complessa, imperniata su Omega, alieno che, per una serie di circostanze, finiva sul nostro pianeta, e del giovane James Michael che, dopo la morte dei genitori in un incidente (e in tale occasione scopriva che si trattava di due robot), rimaneva coinvolto, suo malgrado, in situazioni inquietanti. Gerber fece capire che i destini dei due erano collegati ma non poté mai spiegarne la ragione. L’atmosfera della story-line, visionaria e claustrofobica, in linea con l’ispirazione alienante e dissociata di Philip K. Dick, era troppo stridente con il Marvel style imperante e perciò il comic-book chiuse. Omega fu ripreso da Steven Grant in una run di Defenders con una conclusione raffazzonata che scontentò tutti.
Ma, nel corso del tempo, Omega The Unknown divenne un cult e quando la Marvel annunciò nel 2008 una nuova serie a lui dedicata, scritta dal geniale autore Avant-Pop Jonathan Lethem, molti si incuriosirono. Lethem, in coppia con Karl Rusnak, decise innanzitutto di omaggiare Steve Gerber e nello stesso tempo di non scrivere un sequel. La sua è piuttosto una rilettura con particolari che, comunque, rimandano al comic-book originale.
Anche in questo caso, dunque, abbiamo Omega, alieno che giunge sulla terra dopo drammatiche circostanze. E c’è Alex, adolescente cresciuto da due genitori robot (e lui scopre la sconvolgente verità in un incidente simile a quello che coinvolse il padre e la madre di James Michael). Alex rimane invischiato in un intrigo riguardante androidi, nano-tecnologie, invasioni extraterrestri, cospirazioni, con trovate spiazzanti relative a strani hamburger, enormi teste parlanti e sale da cucina dalle bizzarre proprietà.
Il secondo volume di Omega Lo Sconosciuto, che comprende i nn. 6-10 del mensile USA, e che concludono la trama, è forse migliore del primo, già di per sé pregevole. Il ritmo della storia è più veloce se paragonato a quello un po’ macchinoso del tp precedente, anche perché i nodi vengono al pettine e ogni dettaglio va al suo posto, a dimostrazione delle notevoli doti narrative di Lethem. E c’è ironia, evidente nei dialoghi e nelle pagine che vedono in primo piano il Visone, vigilante inventato da Lethem fissato con il marketing, il franchising e tutto ciò che è business.
Con il pretesto di un fumetto di fantascienza, Lethem critica il consumismo e il materialismo della società americana, le abitudini alimentari a stelle e strisce, gli ambienti accademici e il sistema mediatico. Il tratto underground di Farel Darlymple, grezzo ma funzionale, è perfetto. Ci sono pure inserti di Paul Hornschemeier e Gary Panter (nelle sequenze meta-narrative dei fumetti di Omega, quello anni settanta, e del Visone, inseriti nella trama principale), anch’essi di impronta underground, alcuni privi di testo e dialogo, particolare che accentua la portata eversiva dell’opera. In poche parole, Omega The Unknown è una delle proposte più originali e anomale della Marvel contemporanea e merita una chance.