Deadpool presenta: Insanicida | Recensione
Pubblicato il 22 Settembre 2017 alle 10:00
Ritorna uno dei personaggi più inquietanti del Marvel Universe: l’Insanicida! Cosa combina il folle Greg Salinger? Scopritelo in questa delirante miniserie dai toni adulti e sperimentali scritta dal trasgressivo Max Bemis!
Panini Comics propone una miniserie su uno dei personaggi più disturbanti della Marvel: l’Insanicida.
In realtà, ci sono stati ben tre individui con questo nome. Il primo, Ross G. Everbest, ispiratosi a un racconto di O. Henry, decise di vestire i panni del Foolkiller con l’intento di condurre una crociata dai toni reazionari per poi scontrarsi con il mostruoso Uomo Cosa. Il secondo e più famoso, Greg Salinger, voleva uccidere tutti coloro che, sulla base di una sua percezione deviata, considerava folli, ed ebbe a che fare con i Difensori e l’Uomo Ragno. C’è stato infine Kurt Gerhardt, il terzo Insanicida, che invece prese Greg come modello e portò avanti una missione contro il crimine più estrema di quella del Punitore.
In questa miniserie l’attenzione dello scrittore Max Bemis si rivolge a Greg che ha di nuovo assunto l’identità dell’Insanicida. Pur essendo disturbato, si è laureato in psicologia ed esercita quindi l’attività di psicologo. Ma il contesto lavorativo è senz’altro peculiare.
Greg, infatti, agisce in accordo con un dirigente SHIELD e assiste esclusivamente criminali. Prova a far loro superare i traumi che li tormentano, sperando che possano diventare persone migliori. Tuttavia, se l’esito è negativo, li uccide con il tacito avallo dell’associazione spionistica. Si direbbe che perciò Greg abbia trovato un suo equilibrio, sebbene rimanga un assassino, ma le cose non sono come sembrano. La sua ragazza, per esempio, ha parecchi segreti da nascondere e forse è più pazza e pericolosa di lui.
Inoltre, il supervisore SHIELD non è ciò che appare e quando Greg scoprirà la verità sul suo conto inizieranno i veri problemi. Per giunta, il coinvolgimento di individui come il Punitore, Deadpool, Hood e lo stesso Kurt Gerhardt, il terzo Insanicida, complicheranno tutto. Senza spoilerare, posso solo specificare che nella trama le sorprese scioccanti non mancano mai. Foolkiller è un fumetto anomalo per la Marvel, dai toni adulti e trasgressivi, quasi Vertigo nell’impostazione.
Non c’è da stupirsi poiché Max Bemis è uno degli autori più anticonvenzionali degli ultimi anni (basta leggere opere eversive del calibro di Polarity ed Evil Empire per capirlo). Il suo merito è quello di aver delineato in maniera convincente le personalità schizoidi che fanno di Foolkiller un fumetto non certo per tutti. Non mancano infatti situazioni violente e angosciose e, malgrado ci sia l’ironia, specialmente grazie alla presenza di Deadpool, l’opera non si rivolge ai ragazzini o ai classici Marvel fan che cercano una tipica avventura di supereroi.
Testi e dialoghi sono mutuati dalla narrativa hard-boiled e i monologhi di Greg, nella loro essenzialità, evocano perfettamente la natura patologica del protagonista. Nella struttura del plot ci sono infine curiosi elementi meta-narrativi. Deadpoool, per esempio, a tratti agisce come se vivesse all’interno di un fumetto e, parlando con Greg, fa commenti sarcastici sui cliché dei comic-book a stelle e strisce. Il risultato complessivo è spiazzante.
I disegni sono di Dalibor Talajic che ha già fatto tante cose per la Marvel. Il suo stile è spigoloso ed essenziale, forse non eccezionale, ma efficace. Dà il meglio di sé nei primi piani e in tal caso riesce a ben raffigurare la psiche malata dei character; è meno coinvolgente nelle pagine piene di figure umane sgraziate e piuttosto convenzionale negli sfondi. Sia come sia, Foolkiller è un fumetto che vale davvero la pena leggere ed è diverso dalle testate mainstream della Casa delle Idee.