No Pasaran – Una Storia Di Max Fridman Ediz. integrale: Recensione

Pubblicato il 9 Novembre 2011 alle 12:03

Rizzoli-Lizard raccoglie in un’unico prestigioso volume i tre capitoli dell’ultima storia di Max Fridman, l’ex agente segreto francese alle prese con i sanguinosi eventi della guerra civile spagnola. Un’edizione arricchita da schizzi, scene tagliate, apparati critici e storici, e una vasta documentazione dell’epoca.

NO PASARAN – UNA STORIA DI MAX FRIDMAN

Autore: Vittorio Giardino
Casa Editrice
: Rizzoli Lizard
Provenienza
: Italia
Prezzo
: € 22,00; 224 pp.; col.; C
Data di Pubblicazione: ottobre 2011

¡No pasarán! – Non Passeranno – era lo slogan che i militanti antifascisti usarono durante la guerra civile spagnola per incoraggiare la lotta contro le truppe del generale Franco.

La forza di questo proposito fu tale che divenne il motto per eccellenza di qualsiasi oppositore al fascismo. Vittorio Giardino l’ha ripescato dalla Storia e ne ha fatto il titolo dell’avventura più ambiziosa del suo eroe Max Fridman.

La sceneggiatura, calibrata e perfetta, riporta in azione l’ex agente dei servizi segreti francesi, accasatosi a Ginevra, nella piacevolezza di una tranquilla esistenza. Fridman, spia gentiluomo e alter ego dell’autore, ritorna in Spagna nell’autunno del 1938, un anno dopo il suo addio alle Brigate internazionali, per ritrovare un vecchio commilitone scomparso in circostanze misteriose. Qui, l’incontro fortuito con Claire, una giovane giornalista belga, gli permetterà di unirsi ad un gruppo di reporter, con i quali condividerà la pericolosa esperienza della guerra, al fronte e nelle retrovie.

Vittorio Giardino è universalmente conosciuto nel mondo del fumetto d’autore in particolar modo per la sua grande arte grafica. Vero e proprio maestro della linea chiara, dell’illustrazione realistica e altamente particolareggiata, Giardino è portatore di uno stile classico aggiornato alla modernità. Sull’onda di capostipiti come Hergé, l’autore bolognese si mantiene all’interno di una gabbia semplice, incasellando le sue inquadrature come fotogrammi cinematografici. Negli anni il suo tratto si è sempre più evoluto e raffinato, nell’espressività dei personaggi così come nella solidità dei paesaggi. Celebre per la sua meticolosità e attenzione ai particolari, in No Pasaran specialmente, tappezza le strade di una Barcellona martoriata dalle bombe con un gran numero di manifesti propagandistici dell’epoca, dando una sensazione unica d’immersione nella storia. Una totale immedesimazione che deriva anche all’altissimo livello della sceneggiatura, attentissima al minimo dettaglio, ma non così tanto da scivolare nel documentario.

Giardino ricorda sempre la lezione di Hammett e le Carré. Tesse trame fitte e accurate per il suo (anti)eroe, dispone le pedine e le muove attentamente per condurlo alla risoluzione del suo mistero, ma fa anche molto di più. Come ogni grande storia di genere, anche questa trascende il genere stesso per parlare d’altro, per smuovere qualcosa nel lettore. Veniamo messi di fronte alla crudeltà della guerra ma non solo, ci viene mostrata l’ambiguità delle dinamiche di potere persino fra i “buoni”, la disperata condizione di un popolo combattente, la spietata partita degli interessi personali in gioco.

In tutto questo, la spia dalla barba e dai capelli rossi, non può far altro che cercare di rimanere in vita, guardandosi dai doppiogiochisti e dai vecchi amici, nel continuo ricordo di quei giorni al fronte, che hanno lasciato un segno indelebile in lui. Nell’alternanza fra dimensione spionistica (nel primo e terzo volume) e bellica (quasi un intermezzo, nel secondo) Vittorio Giardino ci fa rivivere il clima e l’atmosfera di quell’incerto autunno che precedette la sconfitta dei repubblicani, dei giusti. Avrebbero vinto i fascisti e la dittatura, mentre lo spettro di Hitler si allargava sull’Europa. Fu un sogno finito con un brusco risveglio, ma quest’opera è qui a testimoniare che nessuno si arrese senza lottare, celebrando chi si ostinò, fino all’ultimo, a non volerli fare passare. Infine, dopo tutto quel mare di violenza e fosca incertezza, un uomo stanco come Fridman può solo tornare a casa, per rifugiarsi nell’unica piccola forma di innocenza che conosce.

voto: 9

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