Orfani: Sam 6 – Il Diavolo in Me | Recensione
Pubblicato il 20 Settembre 2017 alle 10:00
La morsa intorno a Perseo e Andromeda sembra essersi serrata definitivamente ma non tutto è perduto!
Su Nuovo Mondo, la resa dei conti si sta avvicinando: i lunari di Cesar, i soldati del generale Petrov, Ringo, l’assassino inviato dal governatore Garland, stanno tutti convergendo verso Sam e i bambini. Lo scontro è ormai imminente ma il risultato quanto mai imprevedibile, anche perché pare che un nuovo pezzo debba ancora essere posizionato sullo scacchiere del pianeta…
Arriva il tanto discusso mid-season finale per Orfani: Sam ed è un albo… efficace. Sì perché negli ultimi numeri l’attenzione era stata monopolizzata da Ringo soprattutto, e più in generale da Perseo e Andromeda, con questo #6 invece Sam torna prepotentemente alla carica.
Il perno dell’albo infatti sono due efficacissimi momenti introspettivi in cui Sam “ritrova” sé stessa ed in cui scopre le abilità che un nuovo corpo, donatole da Marta La Pazza, le hanno conferito rinnovando così la sua direttiva primaria.
Se indubbiamente è Sam il punto focale dell’albo non bisogna tralasciare il ritorno – abbondantemente anticipato negli scorsi albi e sempre opera di Marta La Pazza – della Juric.
Questo ritorno è perfettamente funzionale a questa ultima stagione: la dualità Sam/Juric è un ritorno, quasi in maniera circolare, a quella dualità passato/presente della prima seminale stagione e sarà interessante vedere come e se gli autori lo svilupperanno per il gran finale.
C’è da dire che il duo Monteleone/Recchioni spiazza perché anziché concepire un mid-season finale che puntasse sull’azione o sulla drammaticità fine a sé stessa hanno deciso di decomprimere la narrazione, sicuri della bontà dei due momenti introspettivi citati sopra, e di affidarsi ad uno story-telling essenziale.
Se proprio fossi costretto a cercare un punto debole dell’albo direi che sarebbe la mancanza di un vero cliffhanger, uno tale da far venire davvero l’acquolina in bocca al lettore. Qui invece il cliffhanger non è, volutamente?, la parte più importante dell’albo ma parte integrante della macro trama che porterà la finale vero e proprio.
Parte grafica affollatissima con i disegni a 8 mani di Andrea Accardi, Simone Di Meo, Luca Casalanguida, Fabrizio Des Dorides i quali a dispetto di stili diversissimi riescono a confezionare un albo discretamente omogeneo merito di un team editoriale che sceglie di farli disegnare i momenti più adatti alle loro matite e così facendo valorizzando il loro tratto ed in generale la buona riuscita dell’albo.
Nella costruzione della tavola, semplice ma efficace, inoltre si mostra tutta la perfetta armonia del lavoro di squadra che culmina nell’omaggio al sensei Go Nagai durante il secondo momento introspettivo di Sam in cui il tratto ricalca proprio quello del geniale mangaka.
Gigantesco il lavoro ai colori di Alessia Pastorello, Andrea Mossa e Giovanna Niro che armonizzano le loro palette e le adattano ai vari disegnatori con cui si trovano a lavorare ma soprattutto adottano vari tecniche – arrivando al minimale bianco e nero addirittura – per dare una inaspettata profondità ai differenti momenti dell’albo.