Daredevil – Elektra: i film
Pubblicato il 13 Aprile 2015 alle 15:27
La giustizia è cieca. E Matt Murdock è un avvocato non vedente che della giustizia ha una doppia visione. Di giorno, combatte il crimine in aula e, di notte, diventa il vigilante fuorilegge Daredevil, “l’uomo senza paura”, un coacervo di contraddizioni di carattere etico, morale e religioso. Il “Supereroe con superproblemi definitivo.”
Stan Lee e Bill Everett idearono Daredevil per la Marvel nel 1964 ispirandosi al supereroe omonimo realizzato nel 1930 per la Lev Gleason Publications da Jack Binder e da Jack Cole, futuri creatori di Plastic-Man. Anche il Daredevil originale era affetto da handicap. Lo shock per l’omicidio dei suoi genitori lo aveva infatti reso muto. Le sue storie vennero pubblicate fino agli anni ’40. Lee aveva tratto spunto anche dal detective non vedente Duncan McLain, creato dallo scrittore Baynard H. Kendrick per una serie di romanzi. Il Daredevil della Marvel fu ben accolto dai lettori, in particolare proprio dai non vedenti che si identificarono in lui considerandolo un simbolo di rivalsa dalla loro condizione. Nel corso degli anni, il personaggio è stato scritto, disegnato ed evoluto da autori leggendari come Marv Wolfman, Wallace Wood, Romita Sr. e Jr., Gene Colan, Jack Kirby, Frank Miller, Kevin Smith, Brian Michael Bendis, Mark Waid e altri ancora.
Oltre alle trasposizioni animate, il supereroe è stato portato sullo schermo nel film tv dell’89 Processo all’Incredibile Hulk, special della serie con Bill Bixby e Lou Ferrigno nel quale Daredevil era interpretato dall’attore e cantante Rex Smith. Nel ’97, la 20th Century Fox acquistò i diritti dalla Marvel per una trasposizione cinematografica che sarebbe stata diretta da Chris Columbus. Il regista iniziò a scrivere la sceneggiatura insieme all’italiano Carlo Carlei. Nel ’98, però, la Marvel andò in bancarotta. La Fox rinunciò e la Disney provò ad acquistare i diritti ma le trattative fallirono. Nel ’99, il progetto passò nelle mani della Columbia Pictures, sussidiaria della Sony e Mark Steven Johnson fu assunto per riscrivere la sceneggiatura. Nel 2000, il progetto fu cancellato perché Sony e Columbia non riuscirono a trovare un accordo per lo sfruttamento dei diritti della pellicola su internet.
Lo stesso anno, la New Regency acquistò i diritti per produrre la pellicola e si accordò con la 20th Century Fox per la distribuzione. Steven Johnson fu riconfermato e gli fu affidata anche la regia. La sua sceneggiatura fu approvata all’unanimità, apprezzata in particolar modo da Kevin Feige, produttore dei Marvel Studios. L’intenzione era quella di realizzare un cinecomic in linea con il fumetto originale, incentrato sul protagonista, oscuro e il più estremo possibile, con forti influenze dalla rilettura realistica e innovativa di Frank Miller degli anni ’80.
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Ben Affleck, grande appassionato del fumetto originale, fu scelto nel ruolo del protagonista, una decisione aspramente contestata dai fans del fumetto ed ancora oggi ritenuta da molti una delle mosse più sciagurate nella storia dei cinecomics al pari della scelta di George Clooney per interpretare il Cavaliere Oscuro in Batman & Robin. La decisione fu tuttavia approvata da Joe Quesada che si era ispirato proprio ad Affleck per disegnare il supereroe nella miniserie The Guardian Devil, scritta da Kevin Smith e pubblicata tra il ’98 e il ’99.
Matt Murdock cresce nel quartiere degradato di Hell’s Kitchen, a Manhattan, insieme al padre, il pugile ed esattore della malavita Jack “Devil” Murdock che ha il volto di David Keith. Ancora ragazzino, interpretato da Scott Terra, Matt resta coinvolto in un incidente con una sostanza radioattiva che lo priva della vista ma gli amplifica esponenzialmente i restanti sensi dotandolo di una sorta di sonar. Dopo l’omicidio del padre, eliminato dalla malavita per essersi rifiutato di truccare un incontro, Matt decide di sfruttare le sue incredibili abilità per trasformarsi in un vigilante e lottare contro il crimine senza però abbandonare la via dello studio per diventare avvocato.
Matt sceglie l’icona del diavolo per onorare il soprannome del padre. Nel fumetto, originariamente, Jack Murdock si faceva invece chiamare “Battlin” e Devil era il nomignolo con il quale i bulletti importunavano Matt da ragazzino. Solo nella rilettura di Miller il pugile sceglie Devil come nome da battaglia. Nel film viene raccontata in maniera molto succinta il percorso attraverso il quale il protagonista affina le sue capacità diventando un formidabile combattente. La sua arma è un bastone per ciechi che può diventare un’asta da combattimento e lanciare una liana che gli permette di compiere formidabili acrobazie tra i grattacieli di New York esattamente come fa Spider-Man con la sua tela. Nell’opera originale, Daredevil è passato dal costume giallo e rosso delle origini a quello completamente scarlatto col quale viene oggi universalmente identificato ed è la versione utilizzata anche nel film seppure realizzata in pelle rigida, non proprio adatta per delle acrobazie.
Elektra venne creata da Frank Miller ed inserita nella saga di Daredevil nell’81 rivelandosi in breve tempo uno dei personaggi più amati della serie, tutt’oggi considerata forse la più importante bad-girl nella storia del fumetto supereroistico insieme a Catwoman. Nell’opera originale, Elektra è la figlia dell’ambasciatore greco Hugo Natchios, conosce Matt all’Università e allaccia con lui una relazione sentimentale lunga un anno. Quando suo padre viene rapito e ucciso, Elektra fugge in Asia dove apprende le arti marziali, diventa una spietata assassina mercenaria e si ripresenta anni dopo al cospetto di Daredevil suscitando in lui sentimenti contrastanti ed evidenti dilemmi etici e morali.
Per il ruolo, Jennifer Garner fu preferita ad attrici come Jessica Alba e Neve Campbell. Il costume di raso rosso con la caratteristica bandana che Elektra indossa nel fumetto lascia il posto nel film ad un più prosaico costume in pelle nera. Le sue armi restano comunque i pugnali sai giapponesi. La storia del personaggio viene rimescolata. Elektra è la figlia del miliardario Nikolas Natchios, interpretato da Erick Avari, e quando conosce Matt è già un’esperta di arti marziali. Anche nella versione cinematografica i due si amano ma, quando suo padre viene ucciso, lei diventa una sanguinaria vendicatrice e vuole la testa di Daredevil di cui non conosce la vera identità e che ritiene erroneamente colpevole dell’omicidio.
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Kingpin, alias Wilson Fisk, è l’intoccabile signore della malavita di New York dotato di una mole massiccia ed è letale e forte come un grizzly. Avversario ricorrente di Spider-Man e del Punitore, Kingpin si è distinto nel fumetto soprattutto come arcinemesi di Daredevil proprio per la sua capacità di sfuggire al sistema legale di cui Matt è esponente. I lottatori provinati per il ruolo vennero tutti scartati e la scelta ricadde infine su Michael Clarke Duncan che aveva peraltro doppiato Kingpin nella serie animata di Spider-Man. Nonostante la differente etnia rispetto al personaggio originale, l’attore venne ritenuto adatto per i suoi quasi due metri di altezza e per i 150 chili di peso che avrebbe ulteriormente incrementato per il ruolo. Duncan fu molto attento a rimanere fedele al fumetto, tuttavia la sua interpretazione sghignazzante sarebbe risultata troppo sopra le righe per somigliare all’originale. In Processo all’Incredibile Hulk, Kingpin era stato interpretato da John Rhys-Davies, Sallah nella saga di Indiana Jones e Gimli ne Il Signore degli Anelli.
Come accade nella storyline di Frank Miller, Kingpin assolda Bullseye, infallibile sicario prezzolato la cui mira infallibile lo rende l’antitesi perfetta di Daredevil. Creato da Wolfman e Romita Sr. nel ’76, Bullseye è in grado di utilizzare qualsiasi oggetto come dardo mortale. Colin Farrell, che era stato preso in considerazione per il ruolo di Daredevil, studiò i fumetti di Miller per calarsi nella psicologia del villain. Nel film, Bullseye è irlandese anziché americano e il pittoresco costume-bersaglio viene sostituito da più realistici abiti in pelle disseminati di borchie. Il simbolo del bersaglio diventa qui un’incisione sulla fronte del criminale che ha il volto disseminato di piercing. Farrell lo interpretò come uno psicopatico maniaco con mille piccoli tic.
Le scene in cui Bullseye uccide un avversario in una partita di freccette e una vecchietta molesta in aereo risultano forse troppo pacchiane pur delineando il personaggio che diventa ben presto la bestia nera di Elektra. É lui infatti il vero assassino di Nikolas Natchios e, successivamente, uccide la stessa Elektra in una sequenza pressoché identica all’originale nella storia L’ultima mano di Frank Miller e Klaus Janson.
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Azzeccato l’attore e regista Jon Favreau nel ruolo di Foggy Nelson, socio di Matt nello studio legale e suo migliore amico. Favreau avrebbe successivamente diretto Iron-Man 1 e 2, interpretando Happy Hogan, e il cinecomic Cowboys & Aliens. Karen Page, segretaria dei due avvocati, ha vissuto travagliatissime peripezie nel fumetto finendo per essere uccisa anche lei da Bullseye. Nel film è interpretata da Ellen Pompeo e non ha un ruolo di rilievo. Joe Pantoliano presta il volto al giornalista investigativo Ben Urich, del New York Post anziché del Daily Bugle per il quale lavora nell’opera originale. La sottotrama di Urich, seppure interessante, non è rilevante ai fini della storia e, sottratta al film, non ne cambierebbe le dinamiche.
Immancabile come in quasi ogni film Marvel il cameo di Stan Lee qui nel ruolo di un anziano che il giovane Matt salva da un pirata della strada. La scena si rifà alle origini del supereroe nel fumetto che venne investito dalle scorie nucleari proprio salvando un anziano che rischiava di essere investito. Frank Miller appare nel “ruolo” di un cadavere ucciso da Bullseye. Kevin Smith è il medico legale Kirby, nome che rende omaggio al celebre fumettista. Sono molti i personaggi del film che prendono il nome dai più grandi autori di Daredevil come il sacerdote Everett da cui Matt si confessa. Il rapper Coolio interpreta un tossicodipendente in una sottotrama rimossa dalla versione cinematografica e reinserita nella director’s cut.
La 20th Century Fox voleva iniziare le riprese in Canada per motivi economici ma Johnson e il direttore della fotografia Ericson Core preferivano girare nel distretto finanziario di Los Angeles che giudicarono architettonicamente più adatto per riprodurre Hell’s Kitchen. La casa di produzione si convinse quando anche Ben Affleck si pronunciò a favore di Los Angeles. Si decise di riprodurre sullo schermo alcune scene iconiche del fumetto. Oltre alla sopracitata sequenza dell’uccisione di Elektra da parte di Bullseye, l’immagine più riconoscibile è quella tratta da The Guardian Devil che vede il supereroe aggrappato ad un grande crocifisso sopra una cattedrale ed esprime, nel contrasto tra la figura demoniaca e il simbolo religioso, i conflitti interiori del personaggio.
Le scene di combattimento furono coreografate da Cheung-Yan Yuen (Charlie’s Angels 2), fratello di Wo-Ping Yuen (La Tigre e il Dragone, Matrix e Kill Bill) e risultarono certamente spettacolari. Tuttavia, il primo scontro tra Matt ed Elektra nel parco giochi risulta una sorta di ridicolo e divertito balletto che priva la scena di ogni realismo. La Garner, inoltre, appare troppo rigida e impostata e, in molti momenti, le mosse appaiono finte.
Gli effetti sonori di John Larsen e Steve Boeddeker e gli effetti visivi dei Rhythm and Hues Studios furono fondamentali per la particolare natura dei superpoteri del protagonista. Il senso sonar con il quale Matt capta la realtà intorno a sé viene rappresentato sullo schermo come una sorta di “mondo ombra” realizzato in CGI. La scena nella quale Matt riesce a “vedere” il volto di Elektra sotto la pioggia è stata realizzata sovrapponendo gli effetti in CGI alle riprese dal vivo. L’effetto ottenuto sarebbe però stato recepito in modo ambiguo dal pubblico. Guardando il film si ha la sensazione che Matt riesca davvero a vedere le onde sonore che riverberano sugli elementi materiali. Si tratta invece di una visione puramente mentale ottenuta attraverso la sua straordinaria percezione sensoriale.
Nella colonna sonora, i brani di gruppi come gli Evanescence, i Nickelback e i Drowning Pool finirono per essere molto più memorabili dell’anonima e poco incisiva componente orchestrale con elementi rock di Graeme Revell. Daredevil uscì nelle sale il 14 febbraio 2003 ed incassò quasi 180 milioni di dollari, una somma tutt’altro che eccezionale. A giocare a sfavore del film, un attore protagonista poco in parte, una struttura narrativa spezzettata e debole, dialoghi banali e un tono generale indeciso. La director’s cut rimediò ad alcuni difetti fornendo una versione più drammatica e violenta, maggiormente fedele allo spirito dell’opera di Frank Miller, con il protagonista molto più approfondito e sfaccettato.
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Così come il successo di Elektra nei fumetti aveva portato alla nascita di spin-off, mini e serie regolari, intitolate alla letale mercenaria, allo stesso modo, la performance della Garner in Daredevil era stata tanto apprezzata dal pubblico da spingere la Fox, la Marvel e la New Regency a dedicare un film alla bad-girl Marvel. Rob Bowman venne scelto come regista mentre tra gli sceneggiatori venne ingaggiato Zak Penn che aveva già lavorato in X-Men 2 e si sarebbe successivamente occupato di X-Men 3, The Incredibile Hulk e The Avengers. Anche stavolta storia e personaggi sono ispirati soprattutto all’opera di Miller.
In modo abbastanza simile al fumetto, Elektra, uccisa da Bullseye, viene resuscitata dal cieco Stick, maestro d’arti marziali interpretato da Terence Stamp, il Generale Zod in Superman I e II. Nella versione di Miller, Stick ha addestrato prima Matt e poi Elektra prima ancora che si conoscessero. Nel film, il sensei insegna il Kimagure ad Elektra dopo averla riportata in vita. Si tratta di una disciplina che rende abili alla precognizione e alla resurrezione. Stick avverte il risentimento che la donna cova nell’animo dopo la morte dei genitori e decide di allontanarla. Elektra diventa finalmente la spietata assassina a pagamento nota ai fans Marvel con tanto di tenuta rossa, colore che la caratterizza nel fumetto.
La sequenza d’apertura del film che vede la protagonista infiltrarsi in una lussuosa villa per uccidere il proprietario, interpretato da Jason Isaacs, è tratta per filo e per segno dal n. 23 della seconda serie regolare di Elektra, scritto da Robert Rodi, disegnato da Sean Chen e pubblicato nel 2003. Elektra viene ingaggiata per uccidere Mark Miller, nome che chiaramente omaggia Frank Miller, e la sua figlioletta Abby. La protagonista, però, s’innamora di Mark, interpretato da Goran Visnjic, e fa amicizia con la ragazzina, la giovane Kirsten Prout, e si rifiuta di portare a termine la missione.
Vengono così inviati degli altri sicari appartenenti alla Mano, un clan ninjitsu criminale, creato nell’81 sempre da Miller, di cui hanno fatto parte, nel fumetto, alcuni dei più temibili combattenti dell’universo Marvel tra cui la stessa Elektra e il suo nemico, l’invincibile Kirigi, avversario anche di Stick e Daredevil. Nel film, Kirigi è interpretato da Will Yun Lee. Tra i membri della Mano presenti nella pellicola, Typhoid, che ha il volto della norvegese Natassia Malthe, è in grado di uccidere con il respiro e con il tatto ed è vagamente ispirata alla Typhoid Mary del fumetto, dotata invece di poteri telecinetici e pirocinetici. Gli altri sicari, Stone, Tattoo e Kinkou, sono personaggi originali creati per il film.
Uscito il 14 gennaio 2005, Elektra ha incassato appena 56 milioni di dollari ed è stato stroncato da critica e pubblico. É semplicemente un brutto film, scritto e diretto male, con pessimi effetti speciali, il tenore di un prodotto televisivo e stanche citazioni da John Woo. Stavolta gli Evanescence non bastano a salvare la colonna sonora e l’introduzione di una scena tagliata con Ben Affleck nel ruolo di Matt Murdock non è sufficiente a rivitalizzare il film neanche nella versione estesa in dvd.
https://youtube.com/watch?v=8yKWyVoUguM