Thunder Ben: crescere è una rischiosa avventura! | Recensione

Pubblicato il 17 Settembre 2017 alle 10:00

Crescere, spesso, è come un’avventura: e le migliori avventure le hanno solo gli eroi! Per questo Ben, autonominato “Thunder Ben”, decide di seguire i Cavalieri del Cielo, paladini dell’universo e difensori della giustizia: ma un’avventura può essere anche molto pericolosa, come ci racconta Vanessa Cardinali nella sua graphic novel edita da Bao Publishing.

Dal Giugno 2016 la collana di Bao Publishing dedicata ai lettori più giovani, la BaBao, si era arricchita di un ulteriore volume: Thunder Ben, un “fumetto di formazione” scritto e disegnato da Vanessa Cardinali, nota soprattutto per Suore Ninja e per aver affiancato Davide La Rosa in numerosi progetti: è infatti inusuale per questa autrice lavorare ad un progetto completo, dedicandosi anche alla sceneggiatura.

Thunder Ben racconta una storia molto classica: un ragazzino, Ben, vive nella città di Saaret con la madre e il suo più grande sogno è quello di accompagnare nelle loro avventure i Cavalieri del Cielo, quattro eroi che, a cavallo di meravigliosi animali fantastici, si impegnano a difendere la giustizia e l’ordine in tutto l’universo. Ben, però, non vuole aspettare di diventare grande per diventare a sua volta un Cavaliere, anche a costo di preoccupare a morte la madre… Ma cosa succede, quando ad intromettersi arrivano dei minacciosi uomini incappucciati?

Nella prima parte Thunder Ben è un fumetto godibile, specialmente per i ragazzini, dimostrandosi un racconto che, anche se non particolarmente originale, è “fresco” e dal ritmo allegro. I colori caldi, le grandi vignette e una piacevole sintesi del disegno fanno di questo fumetto anche un bel volume da sfogliare e osservare, specialmente da quando il mondo fatto di “comune” inchiostro di Ben inizia a mescolarsi con una foresta di stoffe e bottoni (i quali non vengono disegnati, ma arricchiscono il fumetto attraverso la tecnica del collage).

A penalizzare il fumetto è invece la seconda parte, molto meno grintosa e un po’ scialba: manca il pathos che necessita ad una classica battaglia bene/male e si arriva con fin troppa semplicità all’immancabile lieto fine, considerate le premesse. Apprezzabili sono invece le schede dei personaggi alla fine, in cui viene svelato il retroscena di ciascun cavaliere.

Per concludere, Thunder Ben aveva del potenziale, ma questo non è stato approfondito: la storia rimane un po’ superficiale e, nonostante sia visivamente un buon prodotto, ai lettori, giovani e meno giovani, non rimarrà particolarmente impresso.

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