Martha & Alan di Emmanuel Guibert | Recensione
Pubblicato il 8 Settembre 2017 alle 10:00
La storia di un uomo comune, Alan Ingram Cope, diventa una nostalgica biografia grazie alla reinterpretazione e alle illustrazioni di Immanuel Guibert, uno dei disegnatori francesi contemporanei più validi: a dimostrazione del fatto che la vita di ogni uomo merita di essere raccontata.
Emmanuel Guibert conobbe il veterano della Seconda Guerra Mondiale Alan Ingram Cope nel 1994, incontro che per il fumettista francese deve essere stato veramente fulminante: infatti nel 2000 l’editore francese “L’Association” pubblicò il primo dei tre volumi di La Guerra di Alan, fumetto che ricevette ampio consenso di critica (in Italia vinse il Premio Micheluzzi).
Dopo La Guerra di Alan, Guibert (uno degli autori di punta del fumetto francese, noto collaboratore con altri grandi fumettisti come Joann Sfar e David B.) continuò ad essere il biografo di Cope con L’infanzia di Alan e Martha & Alan. Quest’ultimo volume, come gli altri della “trilogia”, viene pubblicato da Coconico e racconta il rapporto tra Alan e una sua amica d’infanzia, Martha, con la quale perse i contatti con il passare del tempo.
L’ambientazione è la California degli anni Trenta, in Pasadena, subito dopo la Grande Depressione del ’29. Alan incontra per la prima volta Martha a scuola, durante un gioco tra bambini, ed è l’unico a prendere le sue difese: da allora diventano amici e si vedono molto spesso, anche perché entrambi fanno parte del coro della Prima Chiesa Presbiteriana di Pasadena.
Gli anni della giovinezza sono idilliaci, nonostante la differenza di ceto sociale (la famiglia di Alan ha molti debiti, mentre invece quella di Martha non è stata vittima della crisi economica): i due ragazzini scalano gli alberi, giocano insieme, partecipano alle attività del coro. Tutto questo però finisce quando la madre di Alan muore e la nuova moglie del padre obbliga il figliastro a non vedere Martha al di fuori delle attività del coro.
È solo uno di una serie di ostacoli che porrà fine alla frequentazione tra Alan e Martha: infatti poi il ragazzo, diciottenne, verrà arruolato nell’esercito e Martha, dopo il fidanzamento con un altro uomo, si ammalerà. Nonostante questo allontanamento, però, Alan sentirà il bisogno di andare a trovare Martha e di scriverle, nonostante i tanti anni trascorsi lontani. Quindi, a differenza di La guerra di Alan e L’infanzia di Alan, questa è anche la storia di Martha.
Il tutto viene comunque raccontano come se fosse Alan a narrare la sua stessa vita, attraverso didascalie che non sono quasi mai accompagnate da balloon. La narrazione non è comunque pesante, anzi, il lettore si trova presto coinvolto nelle vicende di un uomo comune, che non ha vissuto nulla di straordinario rispetto ai suoi coetanei.
Il racconto avviene attraverso illustrazioni a doppia pagina, dove l’ambientazione può essere assente o molto dettagliata, quasi fotorealistica. Quando non è presente, i personaggi sono come attori su un palcoscenico inesistente e fluttuano su uno sfondo beige, un colore nostalgico e malinconico. Vi è comunque di frequente una contrapposizione tra toni caldi e freddi, chiari e scuri, delimitati nel disegno da una linea spessa.
Per concludere, Martha & Alan è una biografia nostalgica che ci ricorda come, crescendo e invecchiando, le cose nella vita siano destinate a cambiare, nel bene e nel male, e che non è inusuale smettere di incontrare persone alle quali, un tempo, tenevamo molto: ciononostante i ricordi rimangono e ritrovarsi, anche saltuariamente, offre un bel tuffo nel passato.