Cacciatori di Sogni, il Neil Gaiman migliore per il decennale di Sandman | Recensione
Pubblicato il 5 Settembre 2017 alle 10:00
Neil Gaiman torna in Italia con un romanzo breve basato su una leggenda giapponese, scritto per il decennale di Sandman.
C’è il lavoro, lo studio, la vita mondana, la solita routine giornaliera. Poi c’è la notte e, per i più fortunati (o meno, dipende dai punti di vista) ci sono i sogni.
In mezzo a tutto questo c’è Neil Gaiman, uno dei pochi scrittori capace di far conciliare tutti gli elementi e, perché no, anche scriverci un racconto, illustrato poi da Yoshitaka Amano e arrivato fino a noi, sotto forma di un apparentemente semplice volume da collezione. I libri però non sono mai solo libri e dentro contengono un mondo quasi mai completamente percettibile.
LA VOLPE E IL MONACO
Per scrivere questo romanzo breve, scritto per celebrare il decennale di Sandaman, Gaiman trova terreno fertile nell’ampio archivio delle fiabe giapponesi: un monaco eremita, chiuso nel suo monastero, incontra una volpe che lo farà innamorare e, a sua volta, si innamorerà di lui. E’ questo l’incipit, contornato da un’oscura profezia lanciata dall’Onmyoji che aleggia sulla vita del monaco, dell’inizio di un viaggio onirico che ci porterà dritti tra le braccia del Re dei Sogni. Senza nessuna possibilità di tornare indietro.
BIGLIETTO DI SOLA ANDATA
Come le parole sulla pergamena magica ricevuta dal monaco appaiono magicamente una volta entrati nel Regno dei Sogni, così i lettori, inizialmente persi in un’atmosfera di dormiveglia, si addormentano completamente tra le parole di Neil Gaiman, abbracciati da un Morfeo sgorgante di forza vitale. La storia arriva dritta al cuore, nella sua semplicità e forse anche ingenuità, grazie a un continuo e inspiegabile vortice sensazionale che trova energia nelle illustrazioni di Amano, penetranti più che mai. La maestria dell’artista giapponese risalta grazie al contrasto tra le illustrazioni più oscure e turbolente e le immagini splendenti, colorate di una luce più che vera: onirica, appunto, come il mondo in cui entriamo senza accorgercene.
La forza di quest’opera è, senza ombra di dubbio, la capacità di avvolgere il lettore con un alone mistico, quasi inspiegabile, come se in realtà non facesse altro che ampliare solamente le vibrazioni della nostra anima, tanto a fondo riesce a penetrarla. Non dovrebbe essere questo lo scopo ultimo di un’opera d’arte?
IL RE DEI SOGNI A PORTATA DI MANO
Sono passati ben 18 anni dalla composizione di questo volume, che giunge oggi tra le nostre mani grazie a Dana e RW Edizioni. Un’edizione cartonata sublime, quasi esprimesse solo alla vista il contenuto così potente presente al suo interno. Il materiale tiene su di sé perfettamente le parole e le immagini dei due artisti (perfetta la scelta della cornice a contenere il testo nella pagina) e, nel suo intero, dà l’idea di un “moderno” manoscritto tirato fuori da chissà quale biblioteca per distribuirlo ai lettori. Anche l’odore, di quelli forti, sa di magico.
La perfetta resa editoriale e l’incredibile talento di Neil Gaiman e Yoshitaka Amano rendono questo volume un pezzo imperdibile per i collezionisti di Fantasy, appassionati di Sandman, di cultura orientale (vari i riferimenti al Buddismo, tanto per sottolineare ancora una volta la passione di Gaiman per i culti e le religioni) e per tutti coloro che, semplicemente, amano la bella arte che, come detto qualche riga sopra, non è altro se non quella che ti lascia un sapore di vita nuovo sulla bocca dopo averla assaporata. Quest’opera, senza nessun dubbio, compie il suo dovere: quale sia il suo gusto, però, sta a voi scoprirlo.