Spider-Man – La Ragnatela si Stringe: Recensione
Pubblicato il 19 Novembre 2011 alle 12:18
Arriva la ristampa di una delle più memorabili sequenze di Amazing Spider-Man: la saga dell’antica tavoletta, scritta dal maestro Stan Lee e disegnata dallo scattante John Romita Sr., in un volume della collana Supereroi Le Leggende Marvel!
Supereroi Le Leggende Marvel 26 – Spider-Man – La Ragnatela si Stringe
Autori: Stan Lee (testi), John Romita Sr. (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 9,99, 18 x 28, pp. 192, col.
Data di pubblicazione: ottobre 2011
Sin dal suo esordio nello storico n. 15 di Amazing Fantasy, l’Uomo Ragno catturò l’attenzione del pubblico e quando il glorioso Stan Lee, coadiuvato dall’altrettanto glorioso Steve Ditko, decise di varare un mensile regolare dedicato all’Arrampicamuri, e cioè Amazing Spider-Man, fu subito chiaro che, dopo Fantastic Four, la Marvel aveva creato un nuovo prodotto di successo.
E nel corso degli anni l’Uomo Ragno, come tutti sanno, è diventato uno dei personaggi di punta della Casa delle Idee, al pari degli X-Men, ed è entrato nell’immaginario collettivo, essendo conosciuto anche al di fuori del mondo fumettistico. Gli incassi clamorosi delle pellicole cinematografiche imperniate su di lui, inoltre, non hanno fatto altro che accrescere la notorietà di Peter Parker.
Ma tutto è iniziato con il Sorridente Stan Lee e non bisogna dimenticarlo. Ai suoi inizi, le atmosfere delle storie dell’Uomo Ragno erano hard-boiled, con un tocco di ironia, grazie ai testi spassosi di Lee e al tratto tenebroso e originale di Ditko che, peraltro, aveva illustrato per anni fumetti horror e del brivido. Ciò era evidente negli episodi riguardanti Spidey in lotta contro villain del calibro di Goblin, il Grand’Uomo e il Signore del Crimine nei docks di New York; o nelle situazioni psichedeliche che lo vedevano confrontarsi con Mysterio, tanto per fare qualche esempio.
L’intuizione geniale di Lee fu quella di descrivere degnamente l’umanità di Peter Parker, alter ego civile di Spider-Man. Se l’Uomo Ragno era un supereroe vincente, benché odiato dall’opinione pubblica, non si poteva dire altrettanto per Peter, orfano tormentato dai problemi di salute di Zia May, dalle ristrettezze economiche o dalle incomprensioni con i compagni di classe. Tuttavia, malgrado l’elemento non supereroico fosse fondamentale per il successo di Amazing Spider-Man, nell’era Ditko gli scontri con i cattivoni erano comunque il dettaglio principale.
Quando Ditko abbandonò la Marvel per dissapori con Stan Lee, il Sorridente decise di sostituirlo con John Romita Sr. Costui si era fatto le ossa con il genere romance ed era abile nella rappresentazione di ragazzi e ragazze in linea con lo stile pop e beat dei sixties. Ma era anche capace di disegnare supereroi e l’aveva dimostrato con una riuscita sequenza di Daredevil (e fu in quel comic-book che illustrò per la prima volta Spidey). Dal momento che Stan intendeva svecchiare Amazing Spider-Man, optare per Romita Sr. fu una scelta quasi obbligata.
Nonché azzeccata. L’inizio fu leggendario, con un episodio storico in cui il terribile Goblin scopriva l’identità segreta del suo acerrimo nemico. E man mano che il mensile proseguì la sua corsa editoriale, Lee e Romita si concentrarono su situazioni supereroiche; ma il lato privato e soap-operistico della vita di Peter Parker assunse rilevanza maggiore e, a conti fatti, fu il motivo dell’ulteriore successo del mensile. Romita era abilissimo nella visualizzazione del quotidiano e dei personaggi. Le stupende Gwen e Mary Jane furono amate da intere generazioni; ma pure lo stesso Peter, la zia May, l’iracondo Jameson, Robbie Robertson (uno dei primi comprimari di colore dei comics), Harry Osborn e altri erano ben impostati. In questa seconda stagione creativa, senz’altro la più apprezzata dai fan, Lee non inventò cattivi memorabili, ad eccezione di Kingpin, ma si impegnò, appunto, a delineare story-line che erano un riuscito mix di fantastico e di soap opera.
Il vertice di tale run è costituito dalla saga dell’antica tavoletta, proposta in un volume della linea Supereroi Le Leggende Marvel. Lee si collegò alla situazione socio-politica del tempo, con le proteste studentesche che fanno da sfondo alla trama, prova del fatto che l’autore, pur in un ambito immaginario, teneva al realismo e alla plausibilità dei contesti narrativi. La storia, complessa per gli standard dell’epoca, inizia con un convenzionale scontro tra il Ragno e il mostruoso Lizard ma in seguito si dipana in un intrigo avvincente che coinvolge Kingpin e, al loro debutto, Silvermane e Marko l’Uomo Montagna. Tutto ruota intorno a un antico manufatto: una tavoletta in cui è stato inciso un testo enigmatico che potrebbe celare il segreto della vita eterna.
Lee affronta il tema delle differenze generazionali e delle contestazioni giovanili con sensibilità e maturità, senza mai dimenticarsi di scrivere un fumetto di supereroi. Fumetto che, pur sixties nelle modalità, è a suo modo ancora attuale e moderno nel ritmo e nell’incedere narrativi. Inoltre, i testi sono vivaci e mai verbosi e i dialoghi incisivi. Ma la saga è tutt’ora ricordata perché illustrata dal miglior Romita Sr. in assoluto che qui raggiunge un livello di maturità notevole. La caratterizzazione sia dei villain sia dei character comuni è incredibile (basti notare la bellissima Gwen, per esempio; il tormentato Randy; il carisma intimidente di Silvermane), senza considerare poi la sorprendente cinematicità delle scene d’azione (e tenete d’occhio la sequenza in cui si assiste all’allucinante destino di Silvermane!). Coloro che hanno letto quest’opera ne conoscono già il livello; quelli che non hanno, invece, avuto modo di provarla, non se la lascino sfuggire: è uno dei momenti più importanti della storia di Spidey e della Marvel in generale.