Quartieri: Recensione
Pubblicato il 2 Dicembre 2011 alle 11:37
Un’interessante graphic novel scritta da l’autore de Il Treno, imperniata sulle vicende corali di uomini comuni: quando fumetto e quotidiano si uniscono in un connubio ben riuscito, il risultato è Quartieri!
Quartieri
Autori: Andrea Laprovitera (testi), Niccolò Storai (disegni)
Casa Editrice: Tunué
Provenienza: Italia
Prezzo: € 12,50, 17 x 24, pp. 80, b/n
Data di pubblicazione: ottobre 2011
Di Andrea Laprovitera avevo già recensito con piacere Il Treno, pubblicato da Rizzoli/Lizard, opera dirompente sulla strage di Bologna che non è passata inosservata. E di certo non sono passati inosservati il talento e la versatilità di questo interessante sceneggiatore. La conferma è data da Quartieri, proposta da Tunuè, che costituisce un ulteriore passo avanti nella carriera dell’autore.
Va chiarito subito che Quartieri potrebbe essere definito, dal punto di vista tematico, intimista. Non troverete azione, violenza, ritmi narrativi veloci e così via, ma semplicemente le vicissitudini, semplici e spesso toccanti, di persone qualsiasi, quelle che potremmo incontrare nella vita di tutti i giorni, inserite nel contesto di un quartiere di una città contemporanea: un microcosmo ricco di percorsi esistenziali.
Bisogna altresì chiarire che non esiste una vera trama. Ma non è un appunto negativo. Quartieri, infatti, è un libro corale, un conglomerato di storie che danno vita ad altre storie, riproducendosi in continuazione, a mo’ di cellule impazzite, catturando l’attenzione del lettore; e ogni personaggio passa il testimone a un altro, contribuendo, quindi, a costruire una visione narrativa globale. Come se fossero tasselli di un puzzle, tanto per capirci.
Abbiamo, perciò, l’anziano vedovo che parla da solo e non riesce ad accettare la perdita della moglie; l’ex sceneggiatore che ha abbandonato i sogni di gloria per svolgere un lavoro qualunque; il giovane aspirante cantante disposto a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi; la donna tormentata da un marito manesco; l’extracomunitario che vende fazzoletti e rimpiange il suo paese; il vecchio che muore dimenticato nel silenzio di un angusto appartamento e così via.
Storie di tutti i giorni, insomma. Storie che potrebbero vedere come protagonisti l’amico, il vicino di casa, il passante. Storie di quella umanità che Laprovitera sa percepire e descrivere con maestria, utilizzando testi intensi, riflessivi, a tratti poetici, e sempre e comunque malinconici (una delle battute migliori del libro è ‘C’è una cosa ancora più triste della morte (…) essere dimenticati’. E non mancano citazioni musicali (i Beatles, ‘Over the Rainbow’) e letterarie (Yeats), adatte al contesto e inserite in maniera appropriata e non per fare mero sfoggio di erudizione, come a volte succede con tanti autori.
Quartieri è forse meno estremo de Il Treno ma rimane un lavoro valido. E la parte grafica, appannaggio di Niccolò Storai, è interessante. A prima vista, il suo tratto, che non concede nulla ai facili estetismi e alle leziosità, potrebbe risultare disturbante. Ma in realtà è espressivo e rimanda chiaramente alla scuola sudamericana e, pur con i debiti distinguo, in molte sequenze il penciler mi ha fatto pensare a certi esiti artistici del grande José Munoz. Per concludere, se volete una volta tanto provare un fumetto diverso dal solito potreste concedere una chance a Quartieri, opera dotata di personalità, non banale, non commerciale e che ha il pregio di far riflettere il lettore. Da tenere d’occhio.