L’Inverno del Disegnatore: Recensione

Pubblicato il 15 Dicembre 2011 alle 11:56

Una graphic novel imperniata sulla storia della casa editrice Bruguera, una delle più importanti realtà fumettistiche spagnole, realizzata da uno degli autori più interessanti del panorama fumettistico ispanico!

L’Inverno del Disegnatore

Autore: Paco Roca (testi e disegni)
Casa Editrice: Tunué
Provenienza: Spagna
Prezzo: € 16,90, 17 x 24, pp. 144, col.
Data di pubblicazione: aprile 2011

Gli autori di fumetti hanno spesso avuto rapporti conflittuali con gli editori e sovente per motivi economici. Molti famosi penciler si sono lamentati a causa di questioni riguardanti i diritti d’autore, per esempio, e bisogna ammettere che, in questo particolare settore editoriale, è facile avere a che fare con individui che, più che editori, sono di fatto tipografi, nonché speculatori. E non mi riferisco solo all’Italia.

La Spagna, in questo senso, non fa eccezione e ci si può rendere conto di ciò leggendo L’Inverno del Disegnatore, graphic novel di Paco Roca, uno dei più significativi talenti fumettistici spagnoli degli ultimi anni, tradotta da Tunuè. L’opera, tuttavia, oltre ad essere la denuncia della condizione di sfruttamento subita dai cartoonist è anche la storia di una delle case editrici spagnole più importanti e cioè Bruguera.

La vicenda inizia precisamente nel 1957 e all’epoca Bruguera era sostanzialmente la leader del mercato fumettistico iberico e pubblicava numerose riviste che arrivavano a vendere tantissime copie. Tuttavia, coloro che vi lavoravano erano considerati alla stregua di impiegati. Non erano reputati artisti ma operai del tavolo da disegno e, in quanto tali, sfruttati e mal pagati. Il riconoscimento del copyright delle loro opere, inoltre, era un’utopia.

In quell’anno cruciale, però, alcuni autori che rivestirono un ruolo fondamentale nella storia del fumetto spagnolo, Carlos Conti, Guillermo Cifré, Josep Escobar, Eugenio Giner e José Penarroya, decisero di compiere una mossa all’epoca senza precedenti: abbandonarono la Bruguera e la relativa sicurezza economica per fondare una rivista indipendente. Operazione di per sé rischiosa, dal momento che i dirigenti della Bruguera non videro di buon occhio l’iniziativa e fecero di tutto per ostacolarla.

Roca, intrigato da questo avvenimento, ha svolto una lunga e approfondita ricerca e ne emerge non solo un quadro interessante della situazione fumettistica spagnola dei fifties ma anche di quella del paese in generale. Siamo, infatti, in pieno franchismo con la censura imperante e ciò non fu privo di ripercussioni nell’editoria, fumettistica e non. Roca, comunque, non delinea una story-line basata su una rigida consequenzialità cronologica; anzi, evita la linearità e costruisce una trama dall’andamento irregolare, ricco però di dettagli e informazioni che danno al lettore un’idea complessiva del contesto.

Inoltre, è attento alle psicologie dei personaggi e riesce a descrivere e rappresentare i tic, le idiosincrasie e i difetti degli autori, rendendoli umani. Così come risultano umane pure le persone che dirigono la casa editrice, a modo loro vittime di un sistema socio-economico opprimente. I testi e i dialoghi sono intensi ed espressivi e la parte grafica pregevole. Roca sperimenta con i colori nelle varie sequenze della storia e caratterizza in maniera efficace ogni tavola, con una cura negli sfondi e una fluidità dello story-telling che conferisce velocità e vivacità al tutto. Nel complesso, quindi, L’Inverno del Disegnatore è, a mio avviso, un ottimo esempio di fumetto d’autore e vale un tentativo.

Voto: 7 ½

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