X’ed Out: Recensione del graphic Novel di Charles Burns
Pubblicato il 16 Dicembre 2011 alle 13:25
Arriva uno dei capolavori underground di Charles Burns; la delirante discesa nei meandri di una psiche impazzita, tra umorismo nero, horror, atmosfere alla David Lynch e riferimenti a William Burroughs: tutto ciò è X’Ed Out!
X’Ed Out
Autore: Charles Burns (testi e disegni)
Casa Editrice: Rizzoli/Lizard
Provenienza: USA
Prezzo: € 19,90, 22 x 29,5, pp. 64, col.
Data di pubblicazione: maggio 2011
Sconcertante e disturbante. Nonché esaltante. Basterebbero questi aggettivi per definire X’Ed Out, opera del grande Charles Burns, uno degli autori più significativi emersi nel panorama underground statunitense. Burns si era già fatto notare con il pregevole Black Hole ma, a mio parere, X’Ed Out, meritoriamente proposto da Rizzoli/Lizard, è il suo migliore esito creativo.
Va subito chiarito che l’opera è complessa e richiede particolare concentrazione nella lettura. Per giunta, la trama è costituita da piani narrativi paralleli, tortuosi e labirintici, e bisogna fare attenzione ad alcuni particolari, magari in apparenza insignificanti, ma che potrebbero avere una cruciale rilevanza in futuro, dal momento che X’Ed Out presuppone un seguito.
Non voglio, quindi, spiegare tutto per non sciupare la sorpresa al lettore e mi limiterò ad elencare solo alcuni aspetti della graphic novel. Doug, il giovane protagonista della storia, si sveglia in piena notte e si accorge dell’inspiegabile presenza in camera da letto del suo gatto morto. Felino che peraltro scappa da un buco della parete. Doug decide quindi di seguirlo e si ritrova in un mondo popolato da strani esseri, forse alieni, e piuttosto scorbutici. E, in generale, gli abitanti di tale universo hanno abitudini stravaganti, specie per ciò che riguarda l’alimentazione.
Potrebbe trattarsi di un incubo ma Burns non lo spiega e, come in un film di David Lynch, senz’altro l’influenza principale di X’Ed Out, sconvolge il lettore con altre situazioni. Ci sono, infatti, sequenze imperniate su Doug che frequenta gli ambienti della controcultura che l’autore, comunque, descrive pieno di poseur ignoranti che fingono di essere anti-convenzionali per celare la loro banalità. Qui Doug si esibisce in pubblico declamando cut-up burroughsiani e si fa coinvolgere dalle vicissitudini di una splendida ragazza che ha il vezzo di farsi fotografare in contesti bondage e ha problemi con un fidanzato psicopatico.
Ma c’è pure un altro Doug. Uno in pessime condizioni di salute e che deve aver subito un incidente, considerando la benda che ha alla tempia. Tormentato dalla mancanza di memoria, cerca invano di recuperarla. Uno dei personaggi chiave di X’Ed Out è il padre di Doug che ha qualcosa da nascondere e, lo si intuisce, giocherà un ruolo nei capitoli successivi della saga.
I testi e i dialoghi sono incisivi, ricchi di citazioni, dalla narrativa fantascientifica all’underground, naturalmente, passando per i riferimenti alla poesia di Patti Smith e all’estetica punk. Dal punto di vista grafico, Burns rivela le influenze di Hergé, benché filtrate da un tocco personale e visionario tipico della peculiare, ossessiva, oserei dire malata (in senso positivo), ispirazione del cartoonist statunitense. Insomma, tra vermi schifosi, uova non esattamente appetitose, omuncoli farseschi e ragazze sexy, X’Ed Out è un fumetto da prendere in considerazione. E se lo leggerete, è assicurato che vi rimarrà impresso nella mente.