Katusha: Recensione
Pubblicato il 13 Novembre 2011 alle 12:14
Arriva il capolavoro di Wayne Vansant, Katusha, che narra una drammatica e intensa vicenda ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale nelle fredde e inospitali regioni dell’Ucraina con protagonista uno splendido personaggio femminile.
Katusha
Autore: Wayne Vansant (testi e disegni)
Casa Editrice: Free Books
Provenienza: USA
Prezzo: € 16,50, 17 x 26, pp. 184, col.
Data di pubblicazione: maggio 2011
La guerra, con i drammi e gli orrori che comporta, ha spesso ispirato artisti, romanzieri, registi e, last but not least, fumettisti e sono sicuro che ogni utente potrebbe citare qualche fumetto a tematica bellica. Non fa eccezione Wayne Vansant che qualcuno ricorderà per il marvelliano The ‘Nam e che si è sovente occupato di questo particolare genere narrativo.
E ci si potrà rendere conto di ciò leggendo Katusha, opera che ha impegnato Vansant nel corso degli anni e, se avrete modo di provarla, capirete in effetti quanta fatica deve aver comportato per l’autore la sua realizzazione. Katusha può essere classificata nell’ambito delle cosiddette war stories ma, a mio avviso, è qualcosa di più e non si limita a presentare scontri su un campo di battaglia.
Il periodo preso in esame da Vansant è quello della Seconda Guerra Mondiale e la trama è ambientata in Ucraina. Lo sfondo storico della narrazione riguarda l’invasione dei tedeschi in terra sovietica. In altre parole, abbiamo a che fare con la folle Operazione Barbarossa fortemente voluta da Adolf Hitler e che, a conti fatti, si dimostrò a dir poco tragica per coloro che ne furono coinvolti.
Vansant, comunque, ha svolto accurate ricerche e in particolare si ispira alla figura di Taras Schevchenko, poeta e pittore che lottò contro l’oppressione del popolo ucraino, utilizzando, però, invece delle armi, le sue opere a scopo di denuncia. Per questa ragione fu imprigionato ma i suoi dipinti e i testi da lui scritti sono stati conservati. Le opere letterarie, in particolare, hanno avuto un ruolo essenziale per lo sviluppo della lingua ucraina contemporanea.
Ma nemmeno i quadri sono trascurabili e tra essi viene ricordato ‘Kateryna’ che illustra una giovane contadina sedotta e abbandonata da un ufficiale di cavalleria russo. Vansant parte da questi elementi per delineare la vicenda immaginaria di Katusha. La storia inizia, appunto, in Ucraina ed è narrata in prima persona dalla bella Katusha. È una ragazza come tante e con una vita familiare normale. Presto, però, le cose cambiano e la guerra, con il suo carico di violenza, stravolge la sua esistenza così come quella della famiglia.
Per una serie di circostanze, nella sua vita entra lo zio Taras, avventuriero che ha conosciuto i pericoli e le sofferenze e che giocherà un ruolo fondamentale nella story-line. Infatti, Taras, Katusha e i suoi parenti presto sperimenteranno la brutalità dei nazisti. E decideranno di resistere agli invasori con tutti i mezzi necessari.
Vansant realizza un fumetto di valore, senza prendere posizioni politiche, ma denunciando apertamente la guerra in quanto tale. Come giustamente afferma uno dei personaggi, in guerra è difficile stabilire cosa sia giusto e cosa non lo sia. L’autore, comunque, non evita di puntare il dito contro l’oscena ideologia nazista, specie nelle sequenze delle esecuzioni degli ebrei.
I testi sono di ottimo livello e hanno la profondità della grande letteratura; ed è pure evidente l’influsso del memoir e del romanzo di formazione, dal momento che Katusha, con le sue terribili esperienze, sarà costretta a crescere e a maturare. La struttura della trama, inoltre, che come ho scritto è caratterizzata da un racconto narrato in prima persona da Katusha, è intrigante, poiché, all’interno di ogni capitolo, c’è un secondo racconto esposto da altri character. Un racconto in un racconto, insomma.
La parte grafica è pregevole. Vansant sa visualizzare le emozioni dei personaggi e dimostra cura negli sfondi e il suo tratto è ricco di dettagli relativi ai palazzi, alle divise, alle armi. E si trova a suo agio sia nelle pagine dei combattimenti che in quelle più riflessive. Bisogna puntualizzare che quest’ultime sono preponderanti e Katusha di per sè potrebbe essere considerato un fumetto intimista e solo apparentemente di guerra. I disegni sono ulteriormente valorizzati da tenui sfumature pastello, adatte alle raffigurazioni dei desolati territori ucraini o dei rifugi improvvisati di fuggiaschi e partigiani. Insomma, Katusha è un tp da tenere d’occhio e niente affatto banale e merita una chance.