Jack Kirby e il romanticismo a fumetti

Pubblicato il 28 Agosto 2017 alle 11:00

Quando il Re (re)inventò un genere…

Se volessimo parlare di fumetto americano (ma non solo) evitando di trattare la figura di Jack Kirby, allora potremmo stare qua a parlare per ore e ore di niente. Discutere di comics e non tirare in ballo il nome di Kirby sarebbe come studiare la storia dell’arte Rinascimentale e far finta che Michelangelo fosse solo un tizio che urlava alle statue “Perché non parli?”, o Leonardo un tipo eccentrico con troppa immaginazione.

Parlare di comics ed evitare di impantanarsi in un argomento così mostruosamente grande e imponente come Jack Kirby sarebbe come divagare per un paio di paragrafi nel tentativo di mettere insieme una quantità pazzesca di pensieri, cercando di far credere ai lettori di sapere quello che stai facendo.

Ebbene, parlare di Kirby mette paura, lo ammetto, perché dover scrivere del Re in occasione del centenario della sua nascita è come dover condensare l’intera storia di un mezzo di comunicazione, di una cultura, in pochi paragrafi sperando di non scontentare troppe persone e di non apparire troppo ignorante.

Come cominciare allora? Proviamo a farlo nel modo in cui iniziano tutte le storie e vediamo come andrà a finire.

C’era una volta Jacob Kurtzberg, nato a New York il 28 agosto del 1917.

C’era una volta Jack “The King” Kirby, morto a Thousand Oaks, California, il 6 febbraio 1994.

Tutto quello che sta in mezzo è la storia della trasformazione di un uomo in leggenda e della creazione di infiniti universi che ancora oggi sopravvivono al loro creatore, appassionando milioni di lettori in tutto il mondo, ispirando migliaia di autori e aspiranti tali in tutto il pianeta.

I più associano la figura di Kirby alla nascita dell’Universo Marvel e allo storico sodalizio con Stan Lee, che diede i natali a quasi tutti i personaggi della Casa delle Idee, da quello storico Fantastic Four #1 del 1961, passando per creazioni quali lo struggente Silver Surfer (sua personalissima ideazione per la saga di Galactus su Fantastic Four #48), gli ormai strapopolari Avengers e gli incredibili X-Men, quando ancora “Incredibili” (Uncanny) non faceva parte del loro nome, ma solo della loro sostanza. Senza dimenticare gli Inumani, nuovi beniamini cine-televisivi della Marvel che per troppo tempo erano stati relegati al ruolo di comprimari.

I più ferrati invece obietteranno che a Kirby deve molto anche la DC Comics, per la quale creò delle vere e proprie perle quali la saga del Quarto Mondo, con i suoi Nuovi Dei tra cui il terribile Darksaid e l’escapista per eccellenza Mister Miracle, l’unico uomo ad essere fuggito dall’immonda Apokolips. E come non citare Kamandi? L’ultimo ragazzo sulla Terra, che negli anni recenti Grant Morrison ha indissolubilmente legato alle complesse trame di Crisi Finale e a cui, quest’anno, la DC Comics ha regalato una nuova vita con la serie limitata The Kamandi Challenge.

E se invece per una volta provassimo a parlare di Kirby prima di Fantastic Four #1? Potreste rimanere stupiti.

Prima del fatidico FF#1 c’è stato l’originale Capitan America, creato nel 1941 assieme a Joe Simon, potranno obbiettare i più, ma nel mezzo, tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e la nascita dell’Universo Marvel Kirby ha contribuito alla creazione di un genere che avrebbe in seguito piantato i suoi semi negli intrecci umani delle grandi storie Marvel: i romance comics.

Con la fine della Seconda Guerra Mondiale i fumetti con protagonisti i supereroi subirono un calo d’interesse da parte del pubblico e la coppia Kirby/Simon, entrambi di ritorno alla vita civile dopo aver servito nelle forze armate statunitensi, tentarono altre vie, dai fumetti d’avventura a quelli horror. Ma i due autori erano tipi che vedevano più in là degli altri (come spiegarsi se no le creazioni del Re, ancora così moderne oggigiorno?) e videro una nuova opportunità nei romance comics.

Questo genere cavalcava l’onda della popolarità delle riviste del genere “confessions magazine”, un tipo di periodico nato attorno agli anni ‘20 del XX secolo e dedicato a giovani donne tra i 20 e i 35 anni in cui erano contenute storie che facevano leva su sentimenti e vita reale delle protagoniste, con una narrazione in prima persona. Guarda caso, una delle più popolari di queste riviste – True Confessions – era edita dalla Fawcett Publications, che negli anni ‘40 darà vita a Capitan Marvel (oggi noto, nel nuovo universo DC, come Shazam).

Il primo esperimento di Kirby e Simon fu pubblicato sulla rivista My Date della Hillman Publications, ed era modellato sulla falsariga dei fumetti di Archie. Ma questo fu solo la prova generale che preparava al successo senza precedenti che avrebbero avuto con la Crestwood Publications, che nel 1947 diede alle stampe Young Romance, rivista a fumetti con cui venne anche rivoluzionato il concetto di diritto d’autore nei comics. Infatti, grazie a un fruttuoso accordo con l’editore, i due autori ottennero il 50% dei profitti delle vendite, creando un precedente importantissimo nella storia dell’editoria a fumetti americana. In pratica aprirono le porte alla rivoluzione Image degli anni ‘90, diventando i primi fumettisti a ricevere una percentuale dei profitti, anziché essere pagati come “semplici” impiegati.

Il successo di Young Romance portò alla pubblicazione, nel 1949, di Young Love, sempre ad opera della medesima coppia di autori che, nel frattempo, videro un florido periodo economico, tanto da potersi trasferire con le famiglie a Long Island, acquistare casa e lanciare la propria casa editrice, la Mainline Publication.

Praticamente i romance comics diedero a Kirby, in termini di sicurezza economica, quello che i supereroi non furono mai in grado di dargli, a dispetto delle battaglie legali portate avanti in anni recenti dai figli del noto autore contro la Marvel Comics per il copyright di alcune sue celebri creazioni.

Con l’arrivo del controverso libro Seduction of the Innocent, che portò alla nascita del famigerato Comic Code di autocensura adottato dagli editori per non essere messi alla gogna, anche il genere romance per adulti subì una battuta d’arresto nel corso degli anni ‘50, ma nonostante ciò Kirby continuò a lavorare a Young Romance fino al 1959, prima di tornare ad essere un freelance per la Marvel e creare la storia del fumetto supereroistico americano.

In ogni caso l’eredità lasciataci da questo genere ha da sempre impregnato la produzione a fumetti a partire dagli anni ‘60, in cui alle scazzottate tra superuomini in calzamaglia si intrecciavano complicate relazioni sentimentali che contribuivano a dare uno spessore senza precedenti a personaggi come Peter Parker, lo spettacolare Spider-Man, o Ciclope e Jean Grey degli X-Men, e senza dimenticare la famiglia per eccellenza dei comics: i Fantastici Quattro, primo vero tassello dell’Universo Marvel.

Se oggi possiamo ancora ammirare storie di rara complessità e con personaggi così profondi da sembrarci reali, certamente molto lo dobbiamo anche a quella fase in cui Jack Kirby, il Re dei comics, ebbe modo di consolidare, sperimentare e rendere popolare i romance comics.

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