Umbrella Academy – La Suite dell’Apocalisse | Recensione

Pubblicato il 27 Agosto 2017 alle 10:00

Siete mai stati all’Umbrella Academy? No? Allora provate il primo volume di un’insolita serie Dark Horse pubblicata da Bao Publishing! Gerard Way ci narra una delirante vicenda di supereroi, coadiuvato dall’estro grafico di Gabriel Bà.

Nell’ambito del fumetto statunitense si è di recente messo in luce Gerard Way, leader della band My Chemical Romance. Ha iniziato infatti a scrivere sceneggiature fumettistiche, in particolare alla DC, dimostrando di possedere un’innegabile fantasia. Bao Publishing propone ora in volume i primi sei episodi di The Umbrella Academy, delirante serie pubblicata negli Stati Uniti dalla Dark Horse.

Bisogna specificare che l’opera ha suscitato molto interesse e, in determinati casi, un certo entusiasmo. Il comic-book è caratterizzato da atmosfere tipicamente supereroiche, mixate a suggestioni tipiche della new wave fantascientifica inglese degli anni sessanta. In un certo qual modo, può ricordare, facendo le debite proporzioni, la Doom Patrol di Grant Morrison e non è un caso che l’autore scozzese abbia firmato la prefazione del tp.

La vicenda è incentrata su sette ragazzini. Tutto in realtà ha inizio quando quarantatré neonati nascono in svariate parti del globo, senza che le madri avessero avuto consapevolezza della loro gravidanza. I sette in questione sono sopravvissuti e vengono adottati dall’eccentrico scienziato Sir Reginald Hargreeves che, tramite complicati esperimenti, conferisce loro super-poteri allo scopo di difendere la terra da minacce di vario tipo.

Tuttavia, buona parte della story-line si svolge in un periodo successivo, quando Hargreeves è morto e i sette sono ormai cresciuti. I rapporti tra loro non sono neanche molto idilliaci, considerando che hanno personalità difficili, se non addirittura disturbate. Un ruolo di primo piano è giocato dal freddo Space e dalla terribile Vanya, l’unica dei sette a non avere particolari poteri (sa solo suonare benissimo il violino) e che ha parecchi motivi per provare rancore nei confronti dei suoi alleati.

Se devo essere sincero, non condivido l’entusiasmo che The Umbrella Academy ha provocato in tanti fan. Way delinea una story-line caotica e confusa, giocando con differenti linee narrative e paradossi spazio-temporali. Inserisce nella trama villain strampalati e si concede in continuazione citazioni colte che lasciano il tempo che trovano. In pratica, imita in maniera sfacciata lo stile di Morrison, senza averne però il sarcasmo e, diciamolo pure, il talento.

In definitiva, ci propina un miscuglio poco riuscito di X-Men, La Lega degli Straordinari Gentlemen ed Hellboy

In ogni caso, The Umbrella Academy è divertente e potrà piacere a coloro che cercano in un fumetto un po’ di distrazione e niente di più. I disegni sono affidati a Gabriel Bà che molti ricordano per Casanova. Il suo stile contorto che si richiama a quello di Mike Mignola non è cambiato. Le sue anatomie sono sempre grezze e squadrate e non dimostra una particolare evoluzione.

Insomma, se avete elevate aspettative nei confronti di The Umbrella Academy, potreste rischiare di rimanere delusi. Se invece vi accontentate, il volume potrebbe anche essere di vostro gradimento.

ANTEPRIMA DEL VOLUME

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