Black Hammer 1 | Recensione
Pubblicato il 21 Agosto 2017 alle 10:00
Siete pronti per una nuova serie di supereroi? Non si tratta, però, di una serie supereroica come tante altre ma dell’ultimo capolavoro di Jeff Lemire! Non perdete il primo volume di Black Hammer, intrigante testata Dark Horse proposta da Bao Publishing!
Che Jeff Lemire sia uno degli autori più originali e anti-convenzionali degli ultimi anni è ormai risaputo. Oltre alla peculiarità della sua ispirazione, la sua dote è la versatilità. Jeff è, infatti, in grado di scrivere storie dai toni indie come Essex County Trilogy, l’opera che l’ha fatto conoscere, o Mr. Nobody, serie Vertigo del calibro di Sweet Tooth nonché comic-book mainstream. Insomma, sa ideare vicende dai toni cupi alla David Lynch e avventure degli X-Men, riuscendo sempre a trovare spunti interessanti.
L’ennesima prova delle sue capacità la offre Black Hammer, serie Dark Horse concepita ai tempi di Essex County Trilogy ma realizzata anni dopo. Se dovessimo classificarla, la definiremmo supereroica e in effetti i supereroi giocano un ruolo importante nella trama. Ma non è la solita testata dedicata ai giustizieri in calzamaglia. In Black Hammer, Lemire ha infatti cercato di unire due tra le sue più importanti suggestioni creative: la vita tranquilla, monotona e banale della provincia e le vicissitudini fantasiose e visionarie degli eroi in costume.
Lemire ci presenta Golden Gail, Madame Dragonfly, Abraham Slam, Barbalien, Talky Walky e il Colonello Weird. Costoro sono stati i più grandi supereroi di Spiral City e ognuno di essi richiama un celebre personaggio Marvel o DC della Golden Age. Hanno combattuto il crimine e cercato di rendere il mondo un posto migliore ma una battaglia con una strana creatura chiamata Anti-Dio li ha relegati in un paesino di provincia che, per ragioni misteriose, non possono abbandonare.
Gli anni sono trascorsi e si sono quindi rassegnati a vivere un’esistenza normale. Cosa, però, non facile, poiché costretti a celare la loro vera natura. Inoltre, non tutti, a cominciare dalla ribella Golden Gail, accettano davvero la situazione. Lemire delinea una story-line basata sulla contrapposizione tra la realtà quotidiana e la fantasia simboleggiata dagli universi dei supereroi, con risultati apprezzabili. Le psicologie dei protagonisti sono approfondite e l’aspetto introspettivo è il dettaglio più intrigante di Black Hammer. Gli eroi di Lemire non si accettano, sono individui fuori dal loro mondo e dal loro tempo, isolati e ‘diversi’, forse più dei mutanti Marvel.
Black Hammer non è comunque privo di intrighi e misteri e si preannuncia come una serie dalla trama complessa e articolata. L’opera è pure una struggente dichiarazione d’amore di Lemire nei confronti dei fumetti dei supereroi. Jeff rievoca l’epoca leggendaria di Capitan America e del Capitan Marvel dell’era Fawcett, cita Swamp Thing e Martian Manhunter, i racconti di Lovecraft e gli albi horror della DC e della EC incentrati sulle figure di narratori di storie macabre e omaggia persino Jack Kirby con le sue figure mitiche e quasi divine. In poche parole, esalta un genere, quello supereroico, mixandolo a una concezione indie quasi Vertigo nell’impostazione.
I disegni sono, del resto, affidati a Dean Ormston, penciler ben noto ai Vertigo fan, appunto, che qui realizza uno dei suoi lavori migliori. Il suo stile è meno contorto e più plastico del consueto. Costruisce le tavole in modo creativo, alternando inquadrature minuscole e altre a tutta pagina, e si collega a certi stilemi ditkiani, a volte psichedelici, in linea con il tipo di vicenda narrata. I colori intensi e caldi dell’ottimo Dave Stewart hanno poi il merito di esaltare la sua arte grafica.
Insomma, se amate i supereroi e siete estimatori di Jeff Lemire non potete trascurare questo volume che include i primi sei episodi di una delle serie più coinvolgenti degli ultimi tempi. Da provare.