Kirby vs Lee e la paternità del Marvel Universe

Pubblicato il 24 Agosto 2017 alle 11:00

Stan Lee ha creato i personaggi Marvel e Jack Kirby li ha disegnati! Vero o falso? Secondo Il Re Kirby era tutto falso! Quale posizione si può prendere in una delle questioni più controverse della storia dei comics? Cerchiamo di capirlo!

Jack Kirby e Will Eisner sono forse i due autori più importanti in assoluto del fumetto americano poiché hanno, nel bene e nel male, fissato le basi tecniche e narrative dei comics. Nel caso specifico del Re, la sua rilevanza è indiscutibile e ancora oggi, in un’epoca di colori digitali, influssi manga e sperimentalismi di vario tipo, l’influenza kirbyana è palese. Inoltre, nessun cartoonist osa negare la grandezza del celebrato disegnatore di Captain America e tante altre pietre miliari della letteratura disegnata a stelle e strisce.

Tuttavia, Kirby non ha mai avuto un carattere facile e lo dimostra la sua controversia con Stan Lee. Che sia riduttivo considerare Jack un semplice disegnatore è assodato e, nel corso della sua straordinaria carriera, ha spesso scritto sceneggiature e ideato personaggi. Ma il discorso sui celeberrimi supereroi Marvel è complicato. Per molti anni tutto si basava su una semplice asserzione: Stan Lee ha inventato i Fantastici Quattro, Thor, Iron Man, Hulk, l’Uomo Ragno e così via, e Jack Kirby e gli altri disegnatori del Bullpen hanno disegnato le storie.

Ma è davvero così?

Il primo a mettere in discussione questa affermazione fu proprio lo stesso Kirby. I suoi rapporti con Stan non furono mai idilliaci (e lo stesso vale per quelli tra Lee e Steve Ditko) e, verso la fine degli anni sessanta, Kirby lasciò la Marvel e andò a lavorare per la DC, ideando l’acclamata Saga del Quarto Mondo. Le insoddisfazioni economiche ebbero un certo peso ma, a quanto pare, c’era altro. Come ebbe modo di dire Kirby in seguito, lui aveva inventato tutti gli eroi Marvel degli anni sessanta, ne aveva concepito le storie ed era stato defraudato da Lee, un falso amico che si era attribuito meriti non suoi.

Ne nacque una controversia che non si è sopita neanche dopo la morte del Re. Possiamo considerare credibili le rivendicazioni kirbyane? Che Lee abbia potuto scrivere tutte le storie di quel periodo è impossibile e certamente disegnatori come Kirby, Ditko e altri spesso contribuirono alle story-line. Ma si può seriamente dire che l’Uomo Ragno, gli X-Men e compagnia fossero solo farina del suo sacco?

Dare una risposta precisa è arduo, anche perché non ci sono testimonianze unanimi nei confronti del metodo di lavoro di Lee. John Romita Sr., per esempio, che illustrò leggendari episodi di Amazing Spider-Man, disse in più di un’occasione che Lee era la mente di ogni avventura e gli inviava sceneggiature dettagliatissime, dandogli però la possibilità, se necessario, di modificare qualcosa. Il compianto Gene Colan, d’altro canto, mitico penciler di Daredevil, rivelò che Lee non gli aveva mai dato uno script. Si limitava a telefonargli o andava a trovarlo a casa sua e descriveva per sommi capi cosa sarebbe dovuto succedere in un episodio del Diavolo Rosso. Toccava poi a Colan disegnare la storia, mettendo tutto in sequenza.

Qual è la verità, dunque? Kirby aveva ragione o no?

Sicuramente Lee, come ho scritto, non avrebbe avuto il tempo di scrivere tutto. Ormai lui stesso ha confessato che, per esempio, la Saga del Coordinatore di Amazing Spider-Man fu scritta esclusivamente da Ditko. Ma credo che sia sbagliato concludere che Kirby abbia, a sua volta, creato ogni cosa. Se prendiamo in considerazione i testi, possiamo forse presumere che Mighty Thor, con le sue frasi ridondanti, fosse un’opera prevalentemente kyrbiana. Basta leggere albi DC come New Gods o Kamandi o quelli Marvel stile Eternals o Machine Man per trovare le analogie. Se Lee era ironico, Kirby era, appunto, spesso retorico dal punto di vista espressivo.

Ma i personaggi sono o non sono stati inventati solo da Kirby? I Fantastici Quattro devono qualcosa agli Esploratori dell’Ignoto, un gruppo DC di cui si era in precedenza occupato Jack, e quindi possiamo dire che il suo apporto avrà avuto un peso. Silver Surfer è una sua idea (come ammesso da Lee) e magari anche qualche altro character sarà stato il frutto di una sua proposta. Ma, parliamoci chiaro, cosa c’è di kyrbiano nel nerd Peter Parker che diventa l’Uomo Ragno? Che ci azzecca il piccolo Ant-Man con le creature enormi e potentissime partorite dall’immaginazione del Re? E di esempi di questo tipo ne potremmo fare molti.
Inoltre, c’è un elemento che accomuna ogni personaggio Marvel: i supereroi con super problemi.

Questa idea era lontana anni luce dalla concezione del Re. I suoi character erano figure quasi mitologiche e non avevano nulla in comune con le difficoltà dell’uomo della strada. I Nuovi Dei sono kirbyani senza se e senza ma; il suo Capitan America della fine degli anni settanta è il soldato tutto d’un pezzo ripreso pari pari da quello degli anni quaranta. Kyrby immaginava eroi potenti e invincibili. Stan Lee immaginava uomini fallibili che, per un caso fortuito, diventavano eroi ma non si riducevano a essere solo questo. La differenza cruciale è tutta qui.

Ecco perché trovo difficile ipotizzare un Jack Kirby che inventa uno studentello preso in giro dai compagni di scuola e in perenne difficoltà economiche; o un industriale inventore d’armi ma malato di cuore; o un avvocato cieco che non ha il coraggio di dichiararsi alla sua segretaria. Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Jack Kirby è stato grande. Anzi, grandissimo, e non si può mettere in discussione la qualità del suo lavoro. Ma senza il Sorridente si sarebbe limitato a realizzare fumetti che non sarebbero stati, con il senno di poi, considerati innovativi. E questo perché, come dice Romita Sr., la mente era Stan Lee.

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