Orfani: Sam 5 – Duello al Sole | Recensione

Pubblicato il 14 Agosto 2017 alle 10:00

Un’oasi in mezzo al deserto è il palcoscenico dello scontro tra Sam e Ringo…

La fuga di Sam e dei bambini è finita, così come l’inseguimento di Ringo, ma lo scontro diretto tra i due non ha un risultato scontato: oltre a memorie di un passato remoto, ci si metteranno anche gli uomini del generale Petrov e i ribelli della Luna Rossa. E un’oasi in mezzo al deserto, un luogo di pace, viene trasformato nell’epicentro della guerra su Nuovo Mondo…

Dopo il densissimo quarto numero, Michele Monteleone e Roberto Recchioni tirano il freno a mano e derapando, perché non bisogna mai allentare troppo la tensione, confezionano un solidissimo albo di passaggio.

Il perno su cui gira questo quinto numero Duello al Sole è il primo incontro/scontro fra Sam e Ringo. Definiamolo pure un primo round di studio visto che Sam non è operativa al 100% e Ringo suo malgrado ha respinto un attacco frontale.

Potremmo quasi definirlo un no-contest questo primo round visto che entrambi saranno più impegnati a scoprire di più l’uno dell’altro sfumando ancora di più la sottile linea che separava “buoni” e “cattivi” tuttavia più interessante è lo spunto che l’incontro offre ai due scrittori per approfondire quella connessione appena accennata fra Andromeda e Sam e introducendo un nuovo interessantissimo elemento alle origini degli Orfani i quali non sono stati solo sottoposti a migliorie fisiche ma a quanto pare anche “cerebrali”.

Attorno a questo nuovo importante tassello poi vengono recuperati alcuni elementi lasciati in sospeso in favore dei lettori meno attenti, o più smemorati, come ad esempio i misteriosi esperimenti del governatore Garland, collegati alla Juric, ed il ruolo dei Ribelli nella ricerca dei due bambini.

E’ indubbiamente un numero di passaggio quindi perché “riassume” lo status quo dei vari “punti di vista” della vicenda di Perseo e Andromeda fornendone a sua volta uno nuovo proprio ai due ragazzi, a Sam e Ringo e gettando le basi per quella che probabilmente sarà la spina dorsale del prossimo numero – il mid-season finale di Orfani: Sam tema approfondito a fine recensione – ovvero il confronto fra i Ribelli e i soldati di Itaca.

Parte grafica a 12 (!) mani affidata a Luca Maresca, Sergio Mancinelli, Alessio Moroni, Antonello Becciu, Fernando Proietti, Mirko Treccani. Pur alternandosi 6 disegnatori l’albo riesce a mantenere graficamente un aspetto omogeneo prediligendo tratti moderni, spigolosi ma pur sempre scattanti.

Ottimo il lavoro ai colori di Luca Saponti, Stefania Aquaro, Alessia Pastorello i quali selezionano sapientemente la paletta da utilizzare adattandosi benissimo alle scene che si trovano a colorare donando però sempre grande profondità ed realismo alla narrazione.

Ancora una volta bisogna segnalare l’ottimo lavoro del team editoriale non solo per l’immane lavoro di coordinamento – 6 disegnatori e 3 coloristi escludendo il lavoro di copertina sono molte, molte “teste” da gestire – ma soprattutto per l’incredibile capacità di scovare, e far conoscere al grande pubblico, talenti che avrebbero altrimenti difficoltà enormi ad affermarsi nel fumetto mainstream italiano – discorso valido tanto per i disegnatori che ovviamente per i coloristi.

Nota a margine, brevissima, sulla querelle o presunta tale sulla pausa di 3 mesi che Orfani: Sam si prenderà ritornando a gennaio con il #7: la pratica dei mid-season finale è tipicamente televisiva – una serialità che il fumetto sta inesorabilmente assorbendo con risultati anche discreti migliorando fluidità della narrazione, costruzione dei plot e delle sceneggiature. Dal punto di vista tecnico, e della lavorazione, il mid-season permette soprattutto ai disegnatori di rifiatare, avere termini di consegna più rilassati e quindi eseguire un lavoro nettamente migliore.

Sarebbe facile saltare sul carrozzone degli allarmismi o peggio delle critiche retroattive ad una operazione, Orfani, senza precedenti in Italia che ha fatto e sta facendo moltissimo per il fumetto mainstream. Dubito che Orfani: Sam non stia vedendo bene, dubito che SBE voglia interromperla piuttosto alcuni lettori della primissima ora dovrebbero rassegnarsi al mutamento lento ed inesorabile che le serie SBE stanno affrontando – vedasi anche il rilancio di Morgan Lost – e che passa anche dal cambiamento radicale del tipo di serialità.

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