Batman e Harley Quinn – Recensione

Pubblicato il 22 Agosto 2017 alle 22:39

Poison Ivy e l’Uomo Floronico vogliono attuare un piano per trasformare tutti gli esseri umani in vegetali. Nel tentativo di trovare Ivy, Batman e Nightwing si mettono alla ricerca di Harley Quinn, sua ex-alleata, ora a piede libero. I tre dovranno formare un’improbabile alleanza per sventare la minaccia e salvare il pianeta.

Harley Quinn si è emancipata. Creata da Bruce Timm e Paul Dini come comprimaria del Joker per la serie animata di Batman degli anni ’90, Harley è entrata subito nel cuore del pubblico tanto da meritare l’introduzione nella continuity ufficiale (come se questo possa ulteriormente legittimare l’esistenza di un personaggio di fiction). Nella storia Batman: Amor folle, il primo fumetto di supereroi a vincere sia un Eisner che un Harvey Award, Dini e Timm hanno raccontato come la squilibrata psicologa Harleen Quinzel si sia innamorata del Joker, favorendone l’evasione dal manicomio di Arkham, e diventando addirittura sua succube. Naturalmente il folle clown del crimine non la ricambia ma ne sfrutta i sentimenti e la considera una sua proprietà.

La celebrità di Harley è stata recentemente rinverdita dall’interpretazione della splendida Margot Robbie, con un look molto punk e poco arlecchinesco, nel film Suicide Squad ed è già uno dei personaggi di punta del DC Universe cinematografico. Non stupisce quindi che il nuovo film d’animazione direct-to-video sia incentrato su di lei. Timm si riappropria del suo personaggio e la affranca dal Joker che non viene neppure citato. Anzi, Harley si concede un rapporto sessuale con Nightwing che sta già causando controversie tra i fan.

Non si vedeva da tempo, nella collana di lungometraggi animati, un titolo con un suo stile narrativo ed estetico così distintivo che si rifà ai demenziali cartoon slapstick di Tex Avery. Il tono comedy della serie tv anni ’60, citata più volte esplicitamente, viene qui attualizzata e tradotta con dinamiche da commedia per adulti. Se la serie con il compianto Adam West era venata di un’ironia tanto ambigua che i bambini potevano guardarla senza accorgersi degli ammiccamenti sessuali, qui le gag sono talmente esplicite e di grana grossa da aver bisogno del PG-13 con qualche compiaciuta scivolata volgarotta come lo sketch insistito sulle flatulenze di Harley e il gesto masturbatorio di Nightwing per dare del ‘jerk’ a Bloodwind. L’omaggio agli anni ’60-’70 passa anche per i poster dei supereroi DC Comics versione Silver Age nel locale in cui lavora Harley e per un paio di inserti canori.

La trama è un puro pretesto per una parodia surreal-demenziale, le sporadiche sequenze di combattimento sono coreografate in maniera molto semplice. Tuttavia il rapporto tra i personaggi è ben delineato e regge sulla relazione dicotomica tra Batman e Harley Quinn, lui rigido, severo e razionale, lei (con la voce riconoscibile di Melissa Rauch, la Bernadette di The Big Bang Theory) imprevedibile ma meno folle e più equilibrata di come siamo abituati a conoscerla. Nightwing fa da ago della bilancia tra i due, Harley è la voce della ragione della sua vecchia complice Poison Ivy mentre l’Uomo Floronico rappresenta il suo lato oscuro.

Il finale è teso a dissacrare Swamp Thing e volge ad una risoluzione beffarda. La lunga sequenza dopo i titoli di coda è un puro divertissement. Mentre la saga cinematografica viene criticata per un tono eccessivamente dark e serioso, in via di alleggerimento, Batman e Harley Quinn riconcilia con la leggerezza e il sense of wonder del DC Universe senza alcuna pretesa.

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