La Ballata di Halo Jones | Recensione

Arriva l’edizione completa de La Ballata di Halo Jones, la saga fantascientifica ideata dal maestro Alan Moore! Esplorate un universo immaginifico e sconcertante, descritto dalla prosa lirica del Magus e raffigurato dal bravo Ian Gibson!

L’Editoriale Cosmo, oltre a stampare albi di vario genere, ha dato il via alla pubblicazione di una serie di volumi da libreria e le prime proposte sono senz’altro interessanti, anche perché tra le opere tradotte ci sono lavori di Alan Moore, in pratica l’autore di fumetti più importante a livello mondiale. Come sanno i suoi fan, il Bardo di Northampton non ha solo realizzato Watchmen e altre pietre miliari del mercato statunitense, ma pure tantissimi lavori nell’ambito di riviste britanniche del calibro di Warrior e 2000AD.

Proprio su 2000AD, il magazine seminale che ha fatto conoscere molti acclamati esponenti del fumetto made in UK, Alan pubblicò a puntate The Ballad of Halo Jones, saga fantascientifica che Editoriale Cosmo traduce in un’unica soluzione. Si tratta di un esito creativo singolare, realizzato peraltro nel periodo in cui Alan entusiasmava i lettori con Watchmen. In pratica, dunque, parliamo del suo momento di massima popolarità.

Non ci sono supereroi nelle vicende di Halo Jones. La protagonista è una ragazza ribelle che vive in un mondo futuristico chiamato il Cerchio e cerca in tutti i modi di evadere da una routine noiosa. L’ambiente che la circonda è degradato ed esiste un precariato sociale che serve ad Alan per denunciare la piaga delle differenze economiche e di classe. Halo se ne va a zonzo con l’amica Rodice e con un bizzarro cane bionico e, almeno in principio, rimane coinvolta in situazioni stravaganti e ironiche.

In effetti, i primi episodi sono caratterizzati dall’ironia ma quando Halo decide di andarsene dal Cerchio per esplorare la galassia, arruolandosi in una nave spaziale, le cose mutano progressivamente. L’ironia, infatti, cede lentamente il posto a un’atmosfera riflessiva e malinconica. Ciò avviene perché Halo matura e la durezza della vita militare la costringe a confrontarsi con i mali dell’esistenza. Utilizzando quindi suggestioni cyberpunk, stilemi space-opera e stravaganze alla Robert Sheckley, Moore concepisce un vasto universo popolato da donne aggressive, delfini senzienti, pianeti ostili, multinazionali prive di scrupoli, conquistatori galattici e strampalate creature.

The Ballad of Halo Jones è una specie di Star Wars in acido, filtrato dall’attitudine eversiva e provocatoria di Alan. La provocazione è altresì evidente nei dialoghi di non facile lettura, contrassegnati da uno slang piuttosto ostico. Tale dettaglio, tuttavia, conferma l’inventiva e l’abilità linguistica dello scrittore.

I disegni sono di Ian Gibson che forse alcuni ricorderanno per alcuni episodi di X-Men Unlimited, tra le altre cose. Il penciler rende giustizia allo script, raffigurando con abilità le ambientazioni sconcertanti immaginate da Moore. Il tratto è naturalistico e dettagliato e Gibson dà il meglio di sé nei primi piani che gli consentono di esprimere gli stati d’animo mutevoli dei protagonisti e nella rappresentazione dei paesaggi urbani, sporchi e claustrofobici, che paiono venire fuori da una pellicola stile Blade Runner.

Nel complesso, The Ballad of Halo Jones non può essere messo sullo stesso piano di capolavori come Watchmen, V for Vendetta o From Hell, ma è indubbiamente un fumetto di grande qualità che può essere apprezzato non solo dai fan di Alan Moore ma pure da coloro che amano la fantascienza non convenzionale. Da tenere d’occhio.