Un Cadavere in Scena:Recensione
Pubblicato il 26 Novembre 2011 alle 11:30
Arriva il volume conclusivo dell’acclamata saga di Nestor Burma, scritta da Léo Malet e disegnata da Jacques Tardi, per tutti gli estimatori del fumetto di area francofona e delle malinconiche atmosfere noir!
Un Cadavere in Scena – Notte di Sangue a Le Troncy
Autori: Léo Malet, Jacques Tardi (testi), Jacques Tardi (disegni)
Casa Editrice: Rizzoli
Provenienza: Francia
Prezzo: € 18,90, 17 x 24, pp. 164, b/n e col.
Data di pubblicazione: giugno 2011
Quando si pensa al poliziesco vengono in mente romanzi e pellicole cinematografiche statunitensi e lo stesso vale per i comics. Perlomeno nell’immediato. Ma le vicende imperniate su detective cinici e disincantati, malgrado la gloriosa tradizione hard-boiled statunitense dei vari Chandler, Hammett e Spillane, ormai hanno valenza globale e in molti paesi si possono trovare opere di questo tipo.
La Francia, in particolare, non ha niente da invidiare agli americani e il fiorente mercato del noir lo dimostra. E se si ragiona sulla narrativa noir, tra i tanti nomi coinvolti non si può non prendere in considerazione quello di Léo Malet, creatore dell’investigatore privato Nestor Burma che ha intrigato numerosi lettori. La popolarità di Burma è stata tale che nel corso del tempo sono state realizzate trasposizioni cinematografiche e televisive delle sue avventure più celebri.
E non mancano i fumetti. Un giorno, Malet, che per sua stessa ammissione non sapeva nulla di questa particolare forma espressiva, ebbe modo di sfogliare in una libreria un volume di Jacques Tardi, uno dei più importanti e amati disegnatori di area francofona, e rimase incantato dalla qualità del suo tratto. Lo contattò, quindi, chiedendogli di realizzare insieme a lui alcune versioni fumettistiche dei romanzi di Nestor Burma. Come è facile intuire, Tardi, suo ammiratore, non si lasciò sfuggire l’occasione.
Rizzoli ha meritoriamente tradotto la serie fumettistica di Nestor Burma. Erano già usciti due volumi, 120 Rue de La Gare e Nebbia Sul Ponte di Tolbiac – Delitto al Luna Park e ora è il turno di quello conclusivo, intitolato Un Cadavere in Scena – Notte di Sangue a Le Troncy. Tale uscita si differenzia dalle precedenti e adesso vedremo perché. Il primo episodio rientra a pieno titolo nella saga ufficiale di Nestor: siamo a Parigi, durante gli anni cinquanta, e Nestor dovrà svolgere un’indagine nel mondo dello spettacolo, ambiente che, almeno in apparenza, non dovrebbe avere legami con il crimine.
Ma non è così e Nestor scoprirà a sue spese che non solo il crimine si annida ovunque ma che qualcuno ha fatto di tutto per incastrarlo, poiché viene accusato di un omicidio che non ha commesso. Aiutato dalla bella segretaria Hélène, Nestor affronterà le sue fragilità interiori: ancora sconvolto dalla morte dell’amata zingara Bèlita, l’investigatore privato si abbandonerà in maniera eccessiva all’alcol e ciò comprometterà il suo raziocinio. La trama, sapientemente orchestrata da Malet con testi incisivi, ha il pregio di catturare l’attenzione del lettore. Sebbene non manchi un’atmosfera malinconica, influenzata dall’esistenzialismo, la storia è comunque piena di humour e ironia, come è evidente nei dialoghi.
Ma per quale ragione ho scritto che questa uscita si discosta dalle precedenti? Per la presenza della seconda avventura, intitolata Notte di Sangue a Le Troncy. A scriverla non c’è Malet ma lo stesso Tardi. L’opera fu originariamente concepita in quattro numeri da inserire come inserti staccabili nella rivista (A’ Suivre) ed è un omaggio di Tardi all’universo narrativo di Nestor Burma. Tardi, tramite i personaggi di Malet, crea una story-line dal ritmo veloce e, anche in questo caso, con un umorismo spiccato. Inoltre, diversamente dal solito, i disegni sono a colori e la tavola è composta da vignette più grandi rispetto a quelle degli adattamenti classici.
Se la scrittura di Malet si rivela efficace anche per il medium fumetto, si può affermare che pure Tardi se la cava egregiamente con le sceneggiature (come già sa chi ha avuto modo di leggere la serie di Adéle Blanc-Sec). Quanto ai disegni, il disegnatore conferma le sue doti illustrative. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e Parigi, in particolare, con la sua architettura, è un elemento fondamentale: l’autore, infatti, rivela una perizia certosina nei confronti degli sfondi, dei palazzi, degli interni degli appartamenti e dei bistrot, dei bassifondi oscuri frequentati da malavitosi. Quando Tardi usa il bianco e nero ottiene notevoli risultati; ma lo stesso accade quando si concede l’utilizzo del colore. Insomma, abbiamo a che fare con una proposta eccellente che non può assolutamente mancare nella collezione degli estimatori di Tardi, del fumetto di ambito bd e del noir in generale.