Conan Collection 1: Recensione
Pubblicato il 18 Novembre 2011 alle 12:15
Inizia la ristampa del ciclo di Conan il Barbaro scritto da Roy Thomas e disegnata da John Buscema con una miniserie di quattro numeri che include storie ormai indiscutibilmente considerate classici dei comics fantasy!
Conan Il Barbaro 1
Autori: Roy Thomas (testi), John Buscema (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 7,00, 17 x 26, pp. 144, col.
Data di pubblicazione: ottobre 2011-10-23
Ho scritto svariate volte che Roy Thomas ha avuto un’importanza fondamentale per la Marvel e, più in generale, per il fumetto americano. Nei primi anni settanta, infatti, l’allora giovane allievo di Stan Lee ebbe il merito di svecchiare il parco testate della casa editrice facendosi promotore di numerose iniziative editoriali, senza poi considerare il suo impeccabile lavoro di sceneggiatore. Thomas, comunque, fu colui che diede il via alla nascita dei comic-book fantasy, genere che, fino a quel momento, perlomeno alla Casa delle Idee, non era rappresentato.
Thomas si accorse che i romanzi di Tolkien, così come quelli di Michael Moorcock e i classici libri di Conan, tra gli altri, avevano folte schiere di lettori. Pensò, quindi, di creare serial non imperniati sui supereroi per allargarsi verso nuove fasce di mercato. Thomas avrebbe voluto iniziare con Conan il Barbaro, il cimmero inventato da Robert E. Howard nella rivista pulp Weird Tales. All’inizio, però, il costo dei diritti di sfruttamento del personaggio era elevato e Thomas, insieme a Barry Windsor-Smith, creò un eroe analogo, Starr l’Uccisore, che esordì nel mensile Chamber of Darkness.
In seguito la Marvel si mise d’accordo con gli eredi di Howard e Conan The Barbarian, scritto da Thomas e illustrato da Windsor-Smith, apparve nelle edicole. Dopo un periodo di rodaggio, il mensile catturò l’attenzione dei lettori e i primi ventiquattro episodi passarono alla storia dei comics, sia per le trame che, mese dopo mese, si fecero più articolate; sia per l’evoluzione del tratto di Smith che, partendo da un’originaria impostazione kyrbiana, si evolse fino a giungere a uno stile ispirato all’estetica preraffaellita.
Dopo l’abbandono di Smith, Conan The Barbarian, sempre scritto da Thomas, fu affidato alle matite di un altro maestro: John Buscema, apprezzato per Silver Surfer, Avengers, Fantastic Four e altri importanti serial. Le vendite crebbero e lo stesso Conan, character all’epoca anomalo per i fumetti (era un ladro, un assassino e si concedeva avventure con donne di facili costumi), divenne, in un certo qual modo, l’emblema dei comics anni settanta, tanto che il mensile arrivò a rivaleggiare, in termini di popolarità, addirittura con Amazing Spider-Man.
Negli anni successivi la Marvel affiancò al mensile altre testate come Savage Sword of Conan, magazine in bianco e nero e più adulto nei toni; e Conan The King, imperniato sulle vicissitudini del barbaro una volta conquistato il trono di Aquilonia, marito della bella Zenobia e padre del giovane Conn. Fu il culmine del suo successo, grazie anche alle due pellicole cinematografiche interpretate da Arnold Schwarzenegger. Ma l’eccessivo sfruttamento del personaggio ebbe un effetto di saturazione. Le serie, infatti, chiusero e la Marvel non si impegnò troppo per rilanciarle. Attualmente i diritti di Conan sono nelle mani della Dark Horse che realizza nuovo materiale (pubblicato da Panini in una serie di tp) e ristampa le storie a suo tempo uscite per la Marvel. La run Thomas/Windsor-Smith è stata proposta nella linea di volumi Le Cronache di Conan; e il ciclo successivo inizia ad essere pubblicato, con il titolo Conan Collection, nella divisione Comics USA.
Con l’avvento di Buscema, Thomas concluse la sequenza conosciuta come ‘La Guerra del Tarim’, basata sull’inquietante figura del Tarim Vivente, e inserì il barbaro in una serie di vicissitudini contrassegnate dall’azione e da un ritmo narrativo scorrevole, con modalità più complesse di quelle presenti nei comic-book Marvel del periodo. Se Thomas era a suo agio con le avventure supereroiche dei Vendicatori, lo era persino di più con le atmosfere fantasy. Adattò racconti di Howard ma usò anche quelli di L.S. De Camp e Linn Carter, talvolta mixandoli con altre ispirazioni (in una storia di questo numero, per esempio, c’è un riferimento alla leggenda del cavallo di Troia e quindi all’Iliade), spesso collegandosi a personaggi analoghi (è il caso di Kull, anch’egli protagonista di uno splendido mensile della Marvel e che appare in alcune tavole).
L’entusiasmo nei confronti dell’affascinante universo hyboriano di Conan da parte di Thomas è evidente e non c’è da sorprendersi se lo sceneggiatore è tuttora colui che ha scritto il maggior numero di episodi del barbaro. Ma non bisogna trascurare il disegno del compianto John Buscema, uno dei pilastri della Marvel. Il Conan di Windsor-Smith era più magro e raffinato; mentre quello di Buscema evocava potenza fisica e maggiore aggressività. Però la sua versione è forse la più amata e leggendo queste storie ne comprenderete la ragione: Buscema era in grado di caratterizzare i personaggi; aveva una cura certosina nei confronti dei particolari, degli sfondi, dei dettagli dei costumi e delle armi; e non si possono non notare le maestose e intimidenti architetture dei castelli, la tenebrosità dei sotterranei, la forte carica visionaria degli orrori partoriti dalla fantasia di Thomas (spettri, stregoni, animali selvaggi, esseri mostruosi).
Per non parlare delle sue donnine, sexy e discinte, ammirate da intere generazioni di fans. L’edizione Dark Horse ha una nuova colorazione, opera dello studio All Thumbs Creative, che valorizza ulteriormente il tratto del disegnatore, rifinito da un altro penciler importante dei seventies, Ernie Chan. Insomma, Panini ha fatto bene a riproporre quest’ottimo materiale d’annata e se volete quindi conoscere un’imprescindibile opera fumettistica dovreste concedere a Conan Collection una chance. Non ve ne pentirete.