12 Settembre L’America Dopo: Recensione

Pubblicato il 24 Novembre 2011 alle 12:20

Un volume che unisce fumetto, reportage e narrativa, imperniato sull’America e sul mondo post-11 settembre, realizzato da una folta schiera di talenti internazionali provenienti dai più svariati ambiti creativi.

12 Settembre – L’America Dopo

Autori: Russell Banks, Sophia Aram, Jerome Charyn, Roger Cohen, Jean-Luc Hees, Daryl Cagle, Plantu, Joe Sacco, Carlos Sampayo, Art Spiegelman, CharElie, Jacques Ferrier, Barbara Hendricks, Fabienne Sintes (testi), Miles Hyman, Jul, Daryl Cagle, Plantu, Joe Sacco, José Munoz, Lorenzo Mattotti, CharlElie, Jacques Ferrier (disegni)
Casa Editrice: Rizzoli/Lizard
Provenienza: Francia
Prezzo: € 22,50, 18,4 x 26, pp. 208, col. e b/n
Data di pubblicazione: settembre 2011

L’attentato alle Torri Gemelle di New York dell’undici settembre 2001 è da annoverare come uno degli avvenimenti più tragici della storia; nonché uno dei più cruciali, considerando gli indiscutibili cambiamenti derivati. Dopo quella fatidica data sono stati scritti innumerevoli saggi che l’hanno analizzato da molteplici prospettive e ogni persona ha avuto modo di formarsi un’opinione al riguardo.

Dal canto mio, pur deplorando, naturalmente, l’insensata morte delle persone che hanno avuto la sfortuna di essere coinvolte in quell’atto di terrorismo, non ho apprezzato la retorica filo-americana spesso scaturitane, e lo stesso vale per le discutibili iniziative in seguito prese da George W. Bush.

Una cosa, però, è evidente: l’undici settembre ha compromesso il mito dell’invincibilità americana e questa è una delle chiavi di lettura di un volume pubblicato da Rizzoli/Lizard, intitolato 12 Settembre – L’America Dopo. E’ facile intuire che il libro si concentra non tanto sull’attentato in sé ma sui profondi mutamenti manifestatisi sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo. In poche parole, gli autori hanno cercato di rispondere a una cruciale domanda: com’è l’attuale situazione internazionale a una decina d’anni di distanza da quell’orrore ormai impressosi nell’inconscio collettivo?

L’idea è nata da due giornalisti di Radio France, Pascal Delannoy e Jean-Christoph Ogier, che hanno pensato di raccogliere opinioni e contributi di giornalisti, fumettisti, scrittori e creativi di vario genere. Di conseguenza, è una proposta editoriale, pubblicata in Francia da Casterman, molto particolare che definirei un azzeccato mix di cronaca, narrativa, reportage e, appunto, fumetto.

Il volume si apre con la prefazione del romanziere Russell Banks che di fatto è una struggente lettera che l’autore, idealmente, indirizza al nipotino e in cui si sforza di immaginare le prospettive future, decisamente sinistre, di un paese che sta perdendo la sua leadership mondiale. Si passa a un testo di Sophia Aram per poi giungere a uno splendido fumetto, scritto da Jerome Charyn e illustrato dall’ottimo Miles Hyman. I due delineano una vicenda cupa e intensa, ambientata in un’America paranoica e ossessionata dal controllo, integrata da una short-story dello stesso Charyn, non priva di influssi fantascientifici, che riprende parzialmente alcuni elementi del fumetto.

Poi ci sono le lettere che due giornalisti, il francese Jean-Luc Hees e l’americano Richard Cohen, si sono scambiati in varie occasioni, ricche di riflessioni sulla società americana post-11 settembre, sull’annosa diatriba America/Europa e sulle prospettive riguardanti l’Occidente e l’Islam. La capacità analitica dei due è notevole, sebbene Hees sia, a mio avviso, troppo filo-americano, a differenza di Cohen che riesce a vedere meglio le contraddizioni e le storture dell’universo a stelle e strisce. Tali ragionamenti sono corredati dalle deliziose illustrazioni di Jul.

Naturalmente, non potevano mancare commenti sarcastici e irriverenti sull’Islam, sulla guerra in Afghanistan e in Iraq, sul concetto di ‘scontro di civiltà’ e sulla satira. Se ne occupano due cartoonist: lo statunitense Daryl Cagle e il francese Plantu, che si alternano in una specie di spiazzante dialogo disegnato che rappresenta, a mio avviso, uno dei momenti migliori della raccolta.

Inoltre, gli amanti del fumetto non possono trascurare due ottime storie: una, realizzata dal grande Joe Sacco di Palestina, è una disperata disamina del sogno americano, con echi fantascientifici; la seconda è opera dei leggendari Carlos Sampayo e José Munoz che in parte vi si ricollegano. C’è pure un’intervista all’Art Spiegelman di Maus che denuncia con coraggio l’assoluta mancanza di democrazia negli Stati Uniti. L’intervista è abbellita dalle magnifiche illustrazioni di un altro indiscutibile talento: Lorenzo Mattotti.

I curatori dell’antologia hanno anche coinvolto talenti poliedrici come, per esempio, CharlElie, artista multimediale che propone riflessioni su New York corredate da disegni, e l’architetto Jacques Ferrier che, in un’intervista, ragiona sui cambiamenti urbanistici derivati dall’undici settembre, anche in questo caso con illustrazioni dell’autore. Il libro si conclude con due testi di Barbara Hendricks e del cronista Fabienne Sintes. E non posso non segnalare la copertina del maestro Enki Bilal. Nel complesso, come giudicare 12 Settembre – L’America Dopo? A mio avviso, in maniera positiva. Al di là del valore dei singoli contributi, ciò che colpisce è l’intrigante commistione di esperienze espressive che costituisce la caratteristica basilare del volume e fa piacere vedere il fumetto messo sullo stesso piano di un racconto in prosa o di un articolo giornalistico, prova dell’innegabile dignità raggiunta dalla letteratura disegnata. Aggiungo, inoltre, che l’edizione Rizzoli/Lizard è ben realizzata e vale un tentativo.

Voto: 8

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