Starman n. 4: Recensione
Pubblicato il 11 Novembre 2011 alle 15:33
Continua l’edizione Omnibus del capolavoro di James Robinson, con il quarto volume che presenta una memorabile sequenza ambientata nel passato e nel presente del DC Universe e caratterizzata da variegate atmosfere narrative, con i disegni di Tony Harris e di altri maestri del fumetto americano!
Starman n. 4
Autori: James Robinson, Jerry Ordway (testi), Tony Harris, Pete Krause, Gary Erskine, Matt Smith, John Lucas, Mike Mayhew, Steve Sadowski, Tom Nguyen, Wade Von Grawbadger, Dusty Abell, Drew Geraci, Tim Burgand, Richard Case, Gene Ha, Mike Mignola (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 38,00, 16,8 x 25,7, pp. 432, col.
Data di pubblicazione: ottobre 2011
Prosegue la pubblicazione dell’edizione Omnibus di Starman, capolavoro cult di James Robinson, giunta al quarto numero. Coloro che conoscono le intricate e affascinanti vicende di Jack Knight sanno che il comic-book in questione è tuttora considerato una delle più geniali e anticonvenzionali produzioni DC.
Il mensile non è dedicato al primo Starman della Golden Age, Ted, ma, appunto, al figlio minore Jack che, dopo la morte del fratello che per un breve periodo ne aveva indossato il manto, decide di seguire le orme del padre, benché in maniera peculiare.
Tuttavia, nel corso del tempo ci sono stati numerosi Starman e nei volumi precedenti Robinson non li ha trascurati e attualmente la situazione è complicata: Jack, infatti, è entrato in contatto con Mikaal, uno Starman alieno, e si prepara ad affrontare un viaggio nello spazio alla ricerca di un altro Starman, ufficialmente defunto, nonché fratello della sua fidanzata. Oltre a svolgere la sua attività di supereroe, Jack gestisce un negozio di articoli da collezionismo e interagisce con l’ambiguo, misterioso e amorale Ombra (una delle migliori creazioni di Robinson) e con il clan di poliziotti O’Dare (e uno di essi è la reincarnazione di Scalphunter, classico western hero della DC).
Ciò che rende intrigante il serial è il continuo mutamento di atmosfere: il classico stile supereroico va di pari passo con l’horror, il paranormale, il western e la fantascienza e a volte non mancano momenti eversivi che possono far pensare ai comics ‘for mature readers’ (stavolta vedrete il primo bacio gay della DC in una storia che rivela in maniera esplicita la bisessualità di Mikaal), tanto che Starman potrebbe essere considerato la perfetta linea di demarcazione tra l’area mainstream della casa editrice e la divisione Vertigo.
In questo corposo volume, che comprende i nn. 39-46 della serie originale, Jack, come ho scritto, si prepara ad affrontare il suo viaggio nello spazio ma, ovviamente, le circostanze gli impediranno di stare tranquillo e sarà costretto a confrontarsi con i consueti, strampalati villain che i lettori di Starman hanno imparato ad apprezzare. Pur essendo ambientato nel presente, il comic-book ha forti collegamenti con la Golden Age e Robinson lo dimostra con stupendi episodi ambientati proprio in quell’epoca che vedono coinvolti il primo Starman e gloriosi characters come, per esempio, Bulletman o la sexy Phantom Lady. Ma gli estimatori del DC Universe nella sua globalità avranno di che essere soddisfatti poiché ci saranno pure la JLA, Demon e persino un ennesimo Starman, quello del 1951!
Non finisce qui, comunque: pur essendo, infatti, un comic-book sui generis, Robinson era convinto che il DC Universe dovesse giocare un ruolo rilevante nelle avventure del personaggio e decise, insieme all’ottimo Jerry Ordway, di realizzare un crossover tra Starman e The Power of Shazam, serial dedicato a Capitan Marvel; perciò, nell’arco di quattro episodi, avrete modo di leggere il primo incontro tra Jack, Cap Marvel e la bella Mary Marvel: è una story-line moderna nella scansione narrativa ma, nello stesso tempo, dalla deliziosa allure retrò.
È incluso poi lo Starman Eighty Page Giant, uno special che coinvolge vari personaggi del cast e composto da capitoli, affidati a differenti penciler, con una trama che ruota intorno a un manufatto dai poteri magici. Qui è evidente la capacità di Robinson di giocare con i generi: il western, il noir, l’horror e la comicità con l’uso dei fratelli O’Dare in versione infantile (omaggio alle storie della Newsboy Legion di Jack Kirby). E inoltre c’è un one shot, The Mist, dedicato alla psicopatica Nebbia, figlia di un vecchio nemico di Ted, che ha concepito un figlio con Jack. Un altro piatto forte del volume è costituito dalla miniserie Batman/Hellboy/Starman: come è facile intuire, si tratta di un incontro tra il nostro eroe, il Cavaliere Oscuro e il demone Hellboy inventato da Mike Mignola per la Dark Horse. È uno splendido mix di noir e horror, con nazisti perfidi e mostri riconducibili ai miti di Lovecraft.
I testi di Robinson sono di gran livello e la parte grafica pregevole: innanzitutto, bisogna citare Tony Harris, apprezzato penciler di Ex Machina, che qui raggiunge un grado di maturazione notevole (questi episodi sono gli ultimi che realizzò per il mensile); ma non sono da trascurare gli altri disegnatori coinvolti. Tra i tanti cito Mike Mignola, Gene Ha, Gary Erskine e Pete Kraus. E non mancano i racconti in prosa, sezioni dei Diari dell’Ombra, che impreziosiscono ulteriormente il libro. Insomma, anche questa quarta uscita è da tenere d’occhio, sia per ciò che concerne la trama (scoprirete dettagli impensabili sul passato di Ted, legati alla morte di Ragdoll e alla bomba atomica che scoppiò ad Hiroshima e Nagasaki), sia per ciò che riguarda i disegni. Da non perdere.