Preacher 2×04: “Viktor” | Recensione

Pubblicato il 16 Luglio 2017 alle 15:00

“Questo è l’Inferno, perciò comportati di conseguenza. Noi ti osserveremo.”

Se volete scoprire come una stecca del calcio balilla può essere usata come arma bianca per impalare un torturatore che sta cercando di uccidervi con un machete, allora proprio non potete perdervi il nuovo episodio di Preacher, la dissacrante ed esilarante black-comedy-horror-fantasy targata AMC.

Com’è intuibile dal titolo, in Viktor saremo faccia a faccia col misterioso individuo di New Orleans che sta dando la caccia a Tulip, e scopriremo anche qual è il legame che li unisce. Ma naturalmente c’è tanto di più.

L’episodio infatti è diviso in tre archi narrativi, che non saranno tanti quanti quelli de Il Trono di Spade (citato, da Cassidy ovviamente, in una delle scene più divertenti dell’episodio) ma che comunque addensano la sceneggiatura di tantissimi eventi.

Mentre Tulip infatti deve vedersela con l’ira di Viktor, Jesse e Cassidy sono ancora sulle tracce di Dio e di tanto in tanto faremo più di una capatina all’Inferno per vedere come se la passa da quelle parti il povero Eugene. Proprio le sequenze all’Inferno rappresentano la miglior trovata della puntata, con questa atmosfera da dramma carcerario così tipicamente hollywoodiana che offre contemporaneamente una visione originale dell’inferno cristiano e un ambientazione inedita per la serie (e poi è divertente assistere al peggior ricordo di Hitler, nel quale il dittatore nazista si vede alle prese con la sua estrema pochezza e il suo non riconosciuto talento di pittore).

Craig Rosenberg ha scritto una sceneggiatura versatile e corposa, che Michael Slovis ha messo in scena in maniera impeccabile. Il picco è sicuramente rappresentato dalla scena di combattimento fra Jesse e il torturatore, nella magione di Viktor, con l’avversario del nostro predicatore preferito immune ai poteri di Genesis perché munito di Ipod e auricolari. Ne viene fuori un duello assolutamente folle e perfettamente calzante con le atmosfere della serie, girato in un finto piano sequenza che alza il pathos e incrementa la spettacolarità della coreografia.

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