Nine Stones 2 – Il Re dei Topi | Recensione
Pubblicato il 18 Luglio 2017 alle 10:00
Secondo ed ultimo volume per l’ambiziosa serie firmata da Sara Spano ed edita da Editoriale Cosmo.
Avevamo lasciato i protagonisti di Nine Stones – Allie e Christopher – confessarsi il loro amore fra timori e speranze ma l’idillio era durato poco qualcuno li aveva scoperti imbrattando la facciata del supermarket sede dei loschi traffici della famiglia di Allie con l’inequivocabile scritta “Froci di merda”.
La narrazione del secondo volume Il Re dei Topi riparte proprio da qui con il duro confronto fra Allie e suo padre. Così come successo per il primo volume l’autrice si concede una lunga parte “preparatoria” qui però gestita meglio grazie ad una narrazione non lineare – sarà Allie infatti a ricordare a ritroso gli avvenimenti – per poi saltare 6 anni in avanti e ritrovarlo profondamente cambiato.
La prima parte è brutale e violenta, al limite dello splatter: il padre di Allie non può tollerare l’affronto procuratogli dal figlio così incarica il fidato Felix – scagnozzo dedito ai lavori più sporchi – di torturare Christopher davanti ad un inerme Allie che cerca di opporsi ma alla fine avrà la peggio.
Con il salto temporale scopriamo che Allie è stato accusato dell’omicidio di Christopher tuttavia ricordando proprio quei momenti è riuscito ad essere scagionato e quando sta per essere trasferito in un istituto per recuperare dalle ferite psicologiche di quei tragici fatti riesce a fuggire.
La fuga apre di fatto la seconda parte del volume che trasforma quella che era stata una storia di riscatto e consapevolezza in una storia di vendetta diretta e brutale con un nuovo confronto fra Allie e suo padre e che si chiude con un cliffhanger sicuramente ben costruito ma sulla cui efficacia bisogna sospendere il giudizio almeno fino all’arrivo della seconda parte di quella che l’autrice ha pensato come una trilogia.
Se nel primo volume Sara Spano si era concentrata nel raccontare la storia fra Allie e Christopher facendo scontrare, e poi incontrare in maniera superba, i punti di vista dei due protagonisti, in questo secondo volume si va dritti al punto con il personaggio del padre di Allie attraverso il quale viene data voce all’ignoranza più becera in fatto di omosessualità che ne viene dipinta come qualcosa che di cui vergognarsi e che porta vergogna, una malattia da estirpare ed in tal senso è fortissima l’immagine del protagonista che esce dal carcere per essere trasferito in un istituto chiuso in un mutismo patologico.
Avevamo già evidenziato il talento dell’autrice sassarese al tavolo da disegno ed anche in questo secondo numero è evidente l’influenza del fumetto nipponico con la differenza che il tratto è più stilizzato ed urgente visto il ritmo più incalzante che si traduce anche in una costruzione della tavola che alterna momenti più “rigidi” ad altri meno convenzionali con panel squadrati e trasversali. Da segnalare anche l’ottimo lavoro al colore soprattutto nei primi e nell’ultimo capitolo: all’inizio la paletta predilige i verdi ed i blu più scuri che riprendono quindi le atmosfere “clandestine” del primo volume tramutandole però in pericolo concreto, nell’ultimo capitolo la palette si scurisce maggiormente con neri, marroni e grigi che rispecchiano la mutata coscienza di Allie.
Se il primo albo rappresentava per Editoriale Cosmo una sfida questo Il Re dei Topi osa ancora di più e raramente si trova un fumetto così crudo in edicola: un coraggio che spero vivamente sia stato ripagato in termini di vendite e di riscontro di critica. C’è necessità di fumetti e di autori coraggiosi ma soprattutto c’è necessità di realtà editoriali che non diano semplicemente spazio a queste opere ma che desiderino davvero portarle all’attenzione del grande pubblico spesso poco avvezzo a novità e fossilizzato in una routine meccanica dell’acquisto.