Loveless vol.1 di Yun Kouga: Recensione
Pubblicato il 4 Novembre 2011 alle 19:00
J-Pop arricchisce il suo parco titoli con “Loveless”, manga firmato da Yun Kouga, per uno shonen ai dalle atmosfere fantasy e dai risvolti psicologici.
Loveless vol.1
Autore: Yun Kouga
Editore: J-Pop
Provenienza: Giappone, 2002
Formato: 12×18, b/n + col., 200 pag.
Prezzo: € 5,90
Appena trasferitosi nella nuova scuola, il giovane Ritsuka Aoyagi, alunno delle elementari, si fa subito notare per via del suo atteggiamento scontroso e solitario. Al termine delle lezioni, Ritsuka viene avvicinato da un adulto affascinante di nome Sobi, che si presenta a lui come amico del fratello Seimei, ucciso in circostanze misteriose.
Confuso dalle parole e dai gesti d’amore di Sobi, Ritsuka deve fare i conti con sentimenti sconosciuti, ponendosi domande sull’affidabilità di Sobi per arrivare a scoprire il legame magico che univa quest’ultimo, un combattente, a Seimei, il suo “sacrifice”.
In bilico tra il decifrare una personalità che non riconosce più come sua e la determinazione a trovare gli assassini del fratello, si spalanca davanti a Ritsuka uno scenario fatto di dure lotte e incantesimi potenti, in cui la vittoria si fonda sulla fiducia riposta in Sobi.
Con “Loveless” J-pop propone ai suoi lettori uno shonen-ai dai toni fantasy firmato da Yun Kouga, serie attualmente in corso di pubblicazione e che conta al momento dieci volumi.
Il tratto della Kouga è sottile e pulito, per un segno leggero e preciso, che dà vita a un design tutto sommato minimalista, per quanto curato e chiaramente non improvvisato.
La caratterizzazione grafica trae spunto dalle figure tipiche dei kemonomimi, un elemento che pur apparendo inizialmente fine a se stesso, trova una sua giustificazione nell’ambito del mondo di “Loveless”, dove la coda e le orecchie animali differenziano i bambini dagli adulti, che ne sono sprovvisti dal momento che si è compiuta la loro maturazione emotiva e sessuale.
Nel complesso, tuttavia, i personaggi non presentano significative caratteristiche di distinzione, per un insieme di figure piuttosto simili tra loro e non particolarmente di impatto. Le scenografie sono anch’esse essenziali e ridotte al minimo.
Le tavole sono dinamiche e destrutturate, ma spesso non vantano una disposizione ottimale delle vignette, per un ordine di lettura che in alcuni punti non risulta completamente chiaro, a scapito della comprensibilità delle vicende. A ciò deve aggiungersi una narrazione a tratti confusionaria, che promette di divenire più organica nei successivi sviluppi della trama, ma che in questo primo volume rischia di disorientare più volte il lettore.
Protagonisti della scena sono indubbiamente Ritsuka e Sobi. In particolare è il primo ad essere presentato in tutta la complessità dei suoi sentimenti, nel difficile passaggio all’età adulta cui si sommano la perdita del fratello, la malattia della madre e il fascino esercitato da Sobi. Da questo punto di vista, Ritsuka è senz’altro un personaggio con un notevole spessore nel suo genere, in lotta per recuperare la memoria e per essere apprezzato dagli altri, nonostante il ragazzo detesti il conformismo. Una caratterizzazione che si pone per molti versi in contrasto con l’esecuzione grafica della storia, dai toni più squisitamente kawaii e delicati.
Apprezzabile anche il modo di tratteggiare i comprimari, che riescono a godere di una propria riconoscibile individualità.
“Loveless” è quindi uno shonen-ai dai risvolti psicologici piuttosto marcati, che si affiancano al tema sentimentale vero e proprio. Il rapporto tra Ritsuka e Sobi presenta chiare sfumature shota, se non altro con riferimento alla netta distinzione – anche grafica – tra adulto e bambino, e in un certo modo iniziale di Sobi di approcciare Ritsuka. Si intravedono oltretutto svariati temi legati anche al mondo shojo-ai.
Ad essere meno sviluppato, invece, è il tema fantasy, che in questo primo numero non si presenta del tutto ben integrato con l’economia della narrazione, anche se l’entrata in scena della Settima Luna, che getta nuova luce sulla morte di Seimei, sembra far supporre una maggiore organicità dei capitoli successivi.
Per gli amanti del genere.