Quebrada Volume 2 – Seconda Caduta | Recensione

Pubblicato il 14 Luglio 2017 alle 10:00

Torniamo a Quebrada la città dove lucha libre e crimine organizzato si intrecciano grazie a saldaPress e Radium.

Quebrada è una vera capitale del crimine dove i clan guidati da luchador mascherati si battono ferocemente per controllare le ricchezze e le attività illegali che passano attraverso la città per superare poi il vicino confine con gli Stati Uniti. Quando a cadere è il membro di uno dei potenti clan criminali che dominano la città, le cose si fanno complicate e la guerra per il potere e la vendetta è dietro l’angolo.

Dopo il fortunato primo volume – La Città delle Maschere qui la nostra recensione – Matteo Casali ritorna nella cittadina messicana più pittoresca e malfamata di tutti i fumetti ovvero Quebrada con questo secondo volume intitolato Seconda Caduta.

Avevamo lasciato la cittadina in un precario equilibrio divisa in un braccio di ferro fra lo storico clan di El Rey Negro e quello del giovane e spietato Ultra Sombra e, come la più classiche storie pulp e hard-boiled ci insegnano, serve davvero poco perché l’equilibrio venga compromesso e si dia il via ad una escalation che a colpi di pistola sfocia in omicidi e con i personaggi che ben presto diventano pedine di una scacchiera in cui si cerca un posizionamento di vantaggio per sopravvivere ad una guerra a tutto campo.

L’autore conosce molto bene la materia con cui si sta cimentando, avendo fra le altre cose lavorato fianco a fianco con uno dei maestri del genere ovvero Brian Azzarello, e quindi imbastisce un plot classicamente hard-boiled giocando sapientemente con i personaggi vecchi e nuovi a sua disposizione.

Vero perno della storia sono i due protagonisti: il misterioso La Cruz e la conturbante La Pasion. Attorno a loro Casali costruisce una storia fatta di arrivismo, affari illeciti e passioni proibite tutti elementi essenziali per una storia che non fa mistero di partire dai classici stilemi del genere ma che con altrettanta autorevolezza li piega nell’inedita ambientazione “mascherata”.

Un plot “semplice” alla fin fine – chi ha sparato a chi e perché? – ma che viene rivisitato utilizzando dialoghi stringati che si sposano alla perfezione con la tensione sempre altissima della narrazione, tensione creata da un lato dall’azione, aspetto su cui l’autore non si risparmia ma che usa in maniera deflagrante e senza filtri – così come il sesso elemento imprescindibile per ogni storia pulp che si rispetti e vera “moneta di scambio” fra i personaggi – e dall’altro dall’atmosfera greve e perennemente sull’orlo di sfociare in un massacro che trova sfogo nei faccia a faccia fra i vari personaggi – i vecchi già introdotti sapientemente nel primo volume mentre i nuovi vengono tratteggiati in maniera incisiva in poche vignette – e che avvicina questo Seconda Caduta in alcuni passaggi alla fortunata serie TV Sons of Anarchy.

L’altro punto di forza di Casali è quello di aver “ristretto il campo”: se con il primo volume infatti aveva voluto fare una panoramica su tutto il sottobosco di Quebrada, questo secondo volume si concentra su un unico filone narrativo risultando non per questo però meno coinvolgente, anzi incolla il lettore fino all’ultima pagina dove con grande maestria ipoteticamente chiude un ciclo ma fornisce numerosi spunti per il prossimo volume della serie che speriamo arrivi il prima possibile.

La parte grafica è a quattro mani con Mick Bertilorenzi e Stefano Landini che tratteggiano in maniera certosina i personaggi senza mai eccedere nelle anatomie ma riservando grande attenzione alle maschere vero elemento distintivo dei personaggi. Oltre ad una costruzione della tavola dal grande senso ritmico i due disegnatori puntano sulla gestualità dei personaggi e sulla loro corporeità, sul loro posizionamento nelle vignette di modo da rendere la narrazione sempre “nervosa” trasmettendo così quel senso di incertezza tipico della crime fiction senza però lesinarsi nelle scene d’azione brutali ma sempre realistiche. Realistica è anche la paletta dei coloristi Claudia Palescandolo e Alberto Bugiù che cesellano il lavoro dei disegnatori con una prova più che soddisfacente.

Senza sbavature la cura carto-tecnica di saldaPress nel solido brossurato con alette, formato oramai standard, con il quale presenta i prodotti Radium.

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