Saru Vol. 1 (J-POP): Recensione
Pubblicato il 18 Ottobre 2011 alle 12:00
Il bravissimo Daisuke Igarashi torna in Italia grazie a J-POP con una delle sue opere più recenti, Saru, in cui miti e leggende tra loro lontanissimi trovano un comune denominatore in una minaccia in grado di scatenare la fine del mondo.
Saru Vol. 1 di 2
Autori: Daisuke Igarashi
Casa editrice: J-POP
Provenienza: Giappone, 2010
Prezzo: € 6,00, 12×18, 200 pp., b/n
Il primo volume di Saru ci accoglie con una celebre quartina di Nostradamus che annuncia l’arrivo del gran Re del terrore alla fine del ventesimo secolo, per poi farci compiere nell’arco di poche pagine un viaggio nel tempo e nello spazio che ci rende testimoni della fine di un imperatore cinese, della caduta di una meteora in Siberia e di uno strano avvistamento nelle acque delle isole Falkland ai tempi della crisi dei primi anni Ottanta.
Passiamo al presente, e gli accadimenti misteriosi proseguono: reliquie di santi scompaiono dai santuari ai quattro angoli del globo, lo scheletro di una scimmia gigante emerge dai ghiacci e una ragazzina posseduta viene esorcizzata nei sotterranei di una chiesa a Spoleto.
In questo scenario apocalittico due giovani, una studentessa ventenne giapponese e un giovane monaco del Bhutan in cerca di se stesso, si incontrano ad Angouleme, dove la presenza di magia nera si sta concentrando: i due giovani si ritrovano così coinvolti in una lotta secolare tra forze occulte dal cui esito dipende il destino del mondo.
Daisuke Igarashi, talento della rivista “underground” Ikki di Shogakukan e noto in Italia per Witches (Kappa Edizioni) e Spirit in the Sky (Star Comics), si propone il non facile compito di prendere miti e leggende provenienti dalle tradizioni culturali e popolari dei paesi più lontani (dalle già citate quartine di Nostradamus, alle divinità egizie, ai quattro grandi romanzi fantastici cinesi, al cristianesimo esoterico) e dargli un’ interpretazione unitaria e coerente che possa essere l’ossatura di un thriller sovrannaturale dal taglio cinematografico. L’operazione sembra riuscita, infatti il mangaka fa combaciare i vari tasselli senza forzature o incongruenze; e forse è questa la forza ma allo stesso tempo il limite del volume, la troppa attenzione alla coerenza sembra frenare Igarashi dal regalarci un qualche guizzo particolare che da lui ci si aspetterebbe e che speriamo possa trovare spazio nel secondo e conclusivo tankobon.
La narrazione procede scorrevole a ritmi sostenuti, con frequenti cambi di scena, cosa che, sommata all’affascinante affresco di teorie, rende la lettura stimolante e appassionante.
L’atmosfera esoterica della storia si rafforza nello stile dell’artista, perennemente in bilico tra la realtà e il fantastico, che infonde a location realmente esistenti (tra cui troviamo anche sfondi a noi familiari come la Piazza e la Basilica di San Pietro) un alone di mistero e incanto grazie a giochi di chiaroscuro e tratteggio; ben curate anche le figure umane, tra cui spiccano i personaggi più giovani caratterizzati da occhi profondi, quasi spiritati, e da labbra carnose.
L’edizione italiana si assesta sugli ottimi livelli qualitativi cui ci ha abituato J-POP; in più, per quanto riguarda la confezione si segnala il particolare effetto rilievo della sovraccoperta e il suggestivo contrasto nero/oro della cover sottostante.