Recensione Break Blade vol.1-4 – Gp Publishing

Pubblicato il 21 Maggio 2010 alle 12:47

Autore: Yunosuke Yoshinaga.
Casa editrice:
GP Publishing.
Provenienza:
Giappone.
Prezzo:
5,90 Euro.


In un’epoca imprecisata e in un mondo imprecisato, forse la Terra di un futuro remoto, esiste un’isola continente chiamata Cruzon suddivisa nei regni di Orlando, Krishna, Assam e la Federazione di Atenes; gli abitanti fanno uso di una tecnologia singolare, mista a magia, che si basa sulla lavorazione e sulla manipolazione di un particolare materiale simile al quarzo, tutti sono in grado di praticarla tranne rarissimi individui che non possiedono doti magiche.

Ligat è uno di questi unsorcerer, che però diventa quasi da subito indispensabile perché viene scoperto un robot nel regno di Krisha, un cosiddetto undergolem, sepolto sotto terra, non pilotabile come i golem moderni con la magia; gli “antichi” abitatori del continente pare infatti possedessero una tecnologia differente che non prevedeva l’elemento magico.

Questo mezzo meccanico proveniente forse da un lontanissimo passato, ha una sorta di “spada spezzata” che sovrasta il suo capo (da cui il titolo del manga); l’aiuto insperato di Ligat consente di difendere, in maniera assai fortunosa, il paese dai primi attacchi della Federazione di Atenes, portati quasi a ridosso dalla capitale da una piccola squadra di nemici, dotati però di robot di nuovissima concezione.

Apprendiamo, contemporaneamente, che le motivazioni politiche dell’apertura delle ostilità danno ragione a entrambe le parti in causa, in quanto è vero che è la Federazione di Atenes ad aver sconfinato per prima, ma lo ha fatto solo per controbattere a un tentativo del regno di Orlando di rovesciare quello di Assam, confinante con Atenes, per espandere il proprio potere territoriale; fallito il tentativo, anche il regno di Krishna adesso rimane coinvolto dalla controffensiva di Atenes visto che ha consentito il passaggio delle truppe di Orlando verso Assam.

La cosa più interessante del manga sono sicuramente i robot da combattimento, sia di una fazione che dell’altra, resi discretamente bene con un particolareggiato design in perfetto Gundam-style, nonché le scene d’azione dei vari scontri  (veramente molto dinamiche), sebbene non sempre sia così chiaro chi colpisca chi e soprattutto come; buono anche l’intreccio politico, che spiega abbastanza bene la situazione conflittuale dei diversi paesi, giustificando lo scaturirsi della guerra e offrendo quindi una buona base a tutta la storia.

I punti dolenti sono purtroppo i protagonisti, nessuno, per usare una metafora cinematografica, in grado “di bucare lo schermo” ma tutti abbastanza anonimi e dimessi, nonchè la sceneggiatura che almeno finora non ha offerto grandi guizzi ma, nonostante un clima drammatico da guerra imminente, si è svolta senza particolari colpi di scena; per quanto riguarda i personaggi principali, spunti interessanti ce ne sarebbero eccome, infatti sono tutti legati a doppio filo tra di loro, ma una caratterizzazione al limite dell’introversione e del mutismo annulla quasi tutto il loro potenziale.

Ligat, il pilota del nuovo robot, uno dei pochi a non possedere doti magiche, è stato infatti compagno di accademia del re di Krishna, Hodur, e di Sygin, sua moglie, ora a capo dei maghi ingegneri del regno e evidentemente attratta da Ligat; Il re pare non accorgersi di questa cosa e comunque avrebbe già i suoi grattacapi, visto che per la resa è richiesta la testa sua e anche di sua moglie, tuttavia essendo sempre poco presente sulla scena e con pochissime battute, tutto il suo dramma interiore non è che appena abbozzato per non dire impalpabile.

La moglie come detto, è chiaro sia attratta da Ligat, ma anche questo potenzialmente esplosivo triangolo amoroso, che metterebbe in gioco un’antica amicizia sullo sfondo di una guerra alle porte, è praticamente disinnescato dalla caratterizzazione degna di un’alienata data a Sygin, intenta il 90% delle volte a perdersi nelle sue elucubrazioni riguardo le modifiche da fare sui robot (!); restano alcuni “magici” momenti dove scoccherà qualche scintilla tra i due, e qualche tavola all’inizio e alla fine del secondo volume, dove mostrerà le sue grazie ai lettori (poche cose purtroppo).

Rimane infine il capo della squadriglia del paese nemico, Zess, col quale avvengono i primi scontri e anch’esso amico di Hodur, Ligat e Sygin, ma ora dalla parte opposta dalla barricata; peccato che, manco a dirlo, anche lui si esprima poco, pensi molto di più tra sé e sé (ma non tantissimo), e si limiti a credere e a sperare che re Hodur si arrenda (forse ignorando che suo fratello a capo della Federazione di Atenes ne decreterebbe la morte, altro spunto conflittuale interessante che si è perso, almeno per ora, per strada), e al di là di un drammatico quanto breve faccia a faccia sul campo di battaglia con Ligat non resta granchè.

Lo svolgimento nel complesso è quindi abbastanza scontato, pur trattandosi di azioni di guerra e di un clima di estrema emergenza, tutto sembra raccontato con un tono sostanzialmente rassicurante (effetto probabilmente non voluto), magari non banale, ma ordinario; questo anche a causa di disegni poco incisivi, che danno il massimo sui mecha ma contraddistinti da un segno troppo “morbido” sui personaggi e che stecca proprio quando deve tratteggiare i loro grandi conflitti interiori (sembrano sempre tutti allegri e sereni, manco fossero a una scampagnata).

Tutto questo, unito alla caratterizzazione dei principali protagonisti già di per sé abbastanza pacifica e tranquilla, quasi tutti dotati di una presenza scenica che è quasi “un’assenza”, finisce per non trasmettere un grosso coinvolgimento al lettore; insomma il dramma, il pathos e l’epica qui latitano.

Col quarto volume forse comincia a smuoversi qualcosa, per fortuna, grazie all’introduzione di nuovi avversari, come il generale Bhorkys dall’aspetto pacioso (manco a farlo apposta), nonostante una benda sull’occhio, ma dai trascorsi perlomeno sanguinari (e meno male) e nuovi alleati, ovvero alcuni cadetti che andranno a formare con Ligat una squadra speciale per supportare le azioni del micidiale undergolem; tra questi, il galeotto Julg, responsabile di aver ucciso senza motivo un suo compagno in addestramento e che già si dimostra abbastanza pericoloso per i suoi nuovi commilitoni, con sullo sfondo la guerra che dopo queste prime scaramucce parrebbe sul punto di scatenarsi definitivamente con tutta la sua forza.

Edizione della GP con una carta ormai proverbiale tra i lettori, che spesso la avversano per la sua ruvidezza e per un effetto estetico che in effetti lascia a desiderare; buona comunque la resa del b/n, la sfogliabilità e la tenuta della rilegatura, ma prezzo decisamente alto di 5,90 Euro per volumi con poco più di 150 pagine (seppure con le sempre apprezzabili ma superflue sovracopertine).


VOTO 6,5

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