Recensione Zelda Malincony vol.1 – Cagliostro E-Press
Pubblicato il 21 Maggio 2010 alle 12:37
Autore: Egle Guerini (testi e disegni)
Editore: Associazione culturale Cagliostro E-Press
Provenienza: Italia
Prezzo: € 15,00
Non vorrei riprendere il solito discorso sul fumetto italiano. Ormai sapete che, in linea di massima, non lo amo e considero gli sceneggiatori del Bel Paese, con qualche sparuta eccezione, morti di sonno o mezze calze che non riescono ad andare oltre i soliti cliché. Si può, naturalmente, essere d’accordo o in disaccordo con questa affermazione, e si tratta semplicemente di un parere. Niente di più. Nel complesso, non mi sento di mutare opinione; però poi succede qualcosa che mi spinge, se non a riconsiderarla, quanto meno a chiedermi: mio Dio, non è che le cose, forse, stanno incominciando, seppur lentamente, a cambiare?
Ed è ciò che ho pensato dopo essermi imbattuto in questo primo volume di Zelda Malincony di Egle Guerini. Un episodio della storia era già apparso nella defunta fanzine Fatece Largo, e adesso il primo arco narrativo viene pubblicato da Cagliostro E-Press. Partiamo, innanzitutto, dalla storia. La protagonista, Zelda, è una ragazza che, per motivi che verranno chiariti nel corso della trama, trascorre le giornate nella propria casa, osservando il mondo esterno dalla finestra. È affetta, sin dalla nascita, da una malattia: strani filamenti di carne, infatti, le crescono dai polsi e, a quanto sembra, è difficile per Zelda tenerli sotto controllo.
Già questo particolare denota la notevole originalità dell’ispirazione dell’autrice. E se aggiungiamo che all’atipica eroina della storia si aggiungono altri personaggi, piuttosto bizzarri, si può dire che Zelda Malincony è indubbiamente un’opera fuori dagli schemi. Zelda, suo malgrado, si troverà coinvolta nelle vicissitudini parallele di un medico denominato Magus (che ha ottimi motivi per frequentare Zelda); di Rita, una splendida cardiologa, a suo modo affascinata da lei; o di due guardiani notturni. Peraltro, la vicenda ha a che vedere con un luogo denominato Torre di Babele, un centro ricerche per la biogenetica.
Il fumetto è un interessante mix di azione e intimismo, con elementi quasi onirici che non sfigurerebbero in certi serial d’oltreoceano. Per ciò che concerne la scrittura, Egle Guerini è bravissima e sa utilizzare uno stile poetico e musicale (i vari capitoli sono denominati ‘atti’) senza cadere nel facile sentimentalismo o nella leziosità. Del resto, Zelda è, in fondo, una creatura che potrebbe essere stata immaginata da un poeta maledetto, un romantico o un decadente, e le suggestioni di svariati movimenti letterari sono più che evidenti nella scrittura della Guerini.
Ora, se i testi sono di gran livello, che dire dei disegni? Be’, ragazzi, è difficile per me descriverli. Sono realistici? No. Sono, quindi, di matrice, oserei dire, surrealista o espressionista? Sì, ma non solo. Hanno due caratteristiche che rendono Zelda Malincony imperdibile: l’influenza dell’illustrazione (nel senso più nobile del termine) e qualcosa che a molti disegnatori manca: la personalità. Vedete, il tratto grafico della Guerini è, appunto, peculiare, diretta espressione della sua anima, con giochi d’ombra, un uso sapiente del bianco e nero e degli inchiostri, che non può lasciare indifferente il lettore. Inoltre, è vario: si parte, infatti, dalla predominanza del nero (la storia inizia in piena notte) per poi progressivamente spostarsi verso il bianco, con un lay-out decisamente interessante.
E c’è un altro dettaglio che fa della Guerini una grandissima artista: il disegno, effettivamente, oltre che personale, è fortemente emotivo. Mi spiego: spesso leggo fumetti disegnati da bravissimi penciler che, tuttavia, pur tecnicamente e graficamente impeccabili, non partono dalle emozioni e non me le suscitano. Ora, da questo punto di vista, Zeldamalincony mi ha emozionato e, se lo si osserva attentamente, ci si rende conto che ogni tavola è diretta espressione dello stato emotivo dell’autrice. In parole povere, la Guerini ‘sente’ ciò che disegna e questo emerge in ogni pagina.
Aggiungiamo, infine, che il volume, dal punto di vista editoriale, è realizzato benissimo e una lode in questo senso va rivolta all’art director Renato Stevanato. Sono sicuro che di Egle Guerini sentiremo parlare in futuro e il mio consiglio spassionato è quello di procurarvi il volume. Avrete a che fare con un’artista. Un talento che, certamente, non rientra nella schiera dei morti di sonno che ammorbano il fumetto nostrano e che dovrebbe, forse, essere tenuta d’occhio anche dai Battestini di turno, se volessero capire come si fa a realizzare un fumetto. Che le cose stiano veramente per cambiare?
VOTO 8