Wonder Woman: Hiketeia | Recensione

Pubblicato il 28 Giugno 2017 alle 10:00

RW Lion ripropone la ristampa della graphic novel nella quale i principi di Diana sono contrapposti a quelli Batman. Hiketeia è Il primo approccio autoriale di Greg Rucka alla principessa Diana, poco prima che avviasse la sua run.

L’uscita nelle sale cinematografiche del film su Wonder Woman ha finalmente focalizzato l’attenzione mondiale sulla grande Diana di Themyscira, un monumento della storia DC Comics, che ancora non aveva ricevuto la giusta attenzione a livello mainstream al di fuori dei fumetti.

Perciò per chi ha sempre amato questo personaggio, o per chi incuriosito dal successo del film volesse attingere a piene mani dalla sua lunga storia fumettistica, ora come ora non avrebbe che da scegliere.

Nelle ultime settimane, in occasione dell’uscita del film in sala, RW Lion ha riproposto diversi pubblicazioni su Wonder Woman. C’è da dire che la sfortuna della principessa Diana è spesso stata quella di non avere avuto molte storie e autori all’altezza del potenziale del personaggio.

Si tratta di una situazione abbastanza complessa da analizzare, soprattutto perché ci troviamo di fronte ad un character che ha più o meno la stessa età editoriale di Superman e Batman. E gestire un supereroe femminile di successo per la Dc Comics, nei decenni passati, è stato quasi più un problema che un vantaggio.

Sono spesso mancati autori che avessero la sensibilità, l’attenzione, la cultura mitologica per saper trattare un characters femminile dalla personalità così forte, e con un passato che va a scavare nelle radici del mito antico.

Negli ultimi decenni sono però aumentati gli autori che desideravano lavorare su Wonder Woman, e che hanno reso giustizia alla principessa Diana. George Perez e Brian Azzarello su tutti.

Ecco, ora per arrivare a noi diciamo che Greg Rucka è sicuramente un autore con la sensibilità adatta. Wonder Woman: The Hiketeia è la ristampa di una sua storia del 2002 che precede il periodo in cui Rucka si dedicò alla run della principessa Diana (dal 2003 al 2006).

L’Hiketeia è un rituale antico, giudicato sacro nella tradizione di Themyscira, e  di conseguenza per la principessa Diana. Si tratta di un giuramento di protezione che Diana stipulerà nei confronti di una giovane di Gotham City che si chiama Danielle Wellys. Una supplice, ma anche un’assassina.

I motivi che spingono Danielle Wellys a bussare alla porta della principessa Diana ed a rivolgerle la supplica sono molto particolari. Danielle ha sì commesso degli omicidi, ma per fare giustizia su una drammatica vicenda personale.

Però sappiamo bene che tutti i crimini che vengono compiuti a Gotham City devono passare per il Cavaliere Oscuro. Batman infatti chiederà a Wonder Woman d’infrangere il suo giuramento, perché l’assassina Danielle Wellys non merita protezione. Ma i principi di Diana sono diversi, ed il giuramento di protezione nei confronti della sua supplice non può essere infranto. Perciò si profilerà un vero e proprio scontro ideologico e fisico tra Batman e Wonder Woman.

Le basi per un grande fumetto ci sono tutte. Ai disegni c’è un fumettista di grandissimo livello come J.G. Jones, ai testi uno scrittore attento all’introspezione dei personaggi come Rucka, ma nonostante questo manca qualcosa.

Sì, perché nonostante questa storia rappresenti per Rucka un primo approccio al character di Wonder Woman, Hiketeia avrebbe bisogno di un respiro più ampio. Stiamo parlando infatti di uno scontro di principi tra due personaggi monumentali: Batman e la principessa Diana.

Il fatto che il fumetto sia focalizzato esclusivamente sul punto di vista di quest’ultima rappresenta da un lato un punto di forza (suscita simpatia e interesse vedere Diana catapultata dalla dimensione da diva mondiale a quella molto intima della sua vita casalinga).

Ma dall’altro indebolisce a livello narrativo la portata dello scontro tra i due protagonisti. Vedere solo il punto di vista di Diana, senza avere una controparte di Batman, che in questo fumetto sembra essere quasi una figura di passaggio, indebolisce un po’ la storia.

Anche la vicenda drammatica di Danielle Wellys e la forte ammirazione che nutre nei confronti di Wonder Woman non vengono analizzate così in profondità da lasciare una vera e propria traccia. Hiketeia è una storia che ha un un’unico punto di vista, quello della principessa Diana.

E per quanto sia legittimo che un fumetto su un character debba avere quel personaggio al centro dell’attenzione, dall’altra parte, se alla base della storia c’è uno scontro di principi con un’altro character, è necessario approfondire  anche il punto di vista dell’altro personaggio. Altrimenti vengono indeboliti i concetti che stanno alla base dello scontro, e viene depotenziata la carica emotiva e ideologica della stessa Diana.

Pure i disegni di Jones, che sono solitamente magistrali e che regalano comunque una copertina iconica, qui forse non sono accompagnati dai colori e dalle chine adatte. La colorazione di Dave Stewart  e le chine di Wade von Grawbadger ammorbidiscono un po’ troppo i tratti di Jones, depotenziando l’imponenza e la carica che riesce solitamente a dare ai corpi dei personaggi.

E forse per una storia con dei toni drammatici e spesso oscura (la presenza degli spiriti vendicatori delle Erinni dà un tono ancora più dark alle scene in notturna) ci sarebbe stato bisogno di una colorazione più scura e di tratti  del disegno meno morbidi.

In conclusione Wonder Woman: Hiketeia è un primo assaggio per chi è interessato ad approfondire il lavoro di Greg Rucka sulla principessa Diana, e può essere un buono spunto per chi si approccia alla superoina Dc Comics fresco della visione del film con Gal Gadot protagonista.

Sicuramente è una storia con un grande potenziale a livello concettuale, ma che non è stato valorizzato a pieno a livello narrativo.

Una lettura non imperdibile ma consigliata per chi vuole introdursi alle storie di un autore importante come Greg Rucka, e utile per approfondire o approcciarsi al mito della principessa Diana, un personaggio di una profondità ed una potenza tali da far pensare che, nonostante i suoi oltre settant’anni di storia editoriale alle spalle, sia appena all’inizio della sua ascesa.

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