Kiss him, not me!: tutti pazzi per amore! | Recensione
Pubblicato il 22 Giugno 2017 alle 15:00
Goen presenta l’originale e frizzante manga di Junko
Chi ha deciso che al fianco del principe debba esserci per forza una bella principessa? Al suo fianco deve esserci un altro principe!
Kae Serinuma è una studentessa della seconda superiore che adora osservare i bei ragazzi interagire tra loro: quando li vede insieme non può fare a meno di accoppiarli, in poche parole è una fujoshi, termine che in giapponese indica una ragazza appassionata di yaoi. Serinuma adora anche gli anime e in cima alla sua lista di preferenze c’è “Mirai Saga” del cui protagonista, Shion, è follemente innamorata.
Paffutella e un po’ goffa, trascorre le sue giornate fantasticando a occhi aperti finché lo shock dovuto alla morte di Shion fa calare drasticamente il suo peso, trasformandola nell’arco di una settimana da brutto anatroccolo a bellissimo cigno. Al suo ritorno a scuola Kae è letteralmente presa d’assalto dai ragazzi, quattro dei quali entrano di prepotenza nelle sue giornate: il maturo Matsumi, il glaciale Shinomiya, l’eccentrico Nanashima e il bel tenebroso Igarashi. Kae, nonostante il cambiamento fisico, continua a non nutrire alcun interesse verso i ragazzi reali e così i suoi pretendenti si ritrovano costretti a una sfida quasi impossibile per conquistare il suo cuore.
Kiss him, not me! scritto e disegnato da Junko, apprezzatissima e popolare mangaka giapponese dedita principalmente a yaoi e doujinshi, è la sua prima opera shojo che le è valsa il Kodansha Manga Award nel 2016. Uno shojo manga sicuramente non convenzionale. La protagonista non è alla ricerca del grande amore e preferendo di gran lunga fantasticare sui suoi improbabili accoppiamenti tra ragazzi dello stesso sesso.
Anche quando, una volta dimagrita, diventa l’oggetto del contendere dei ragazzi più carini della scuola, la sua mente e il suo cuore continuano a tornare dai suoi amori in 2D. Perché Kae non ha mai avuto bisogno di trovare la sua persona speciale: le sono sempre bastate le sue fantasie.
C’è da dire che la protagonista era molto amata anche quando non era proprio una bellezza e che il fatto di esserlo diventata non cambia il suo carattere di una virgola. Se però la maggior parte dei suoi pretendenti si accorge di lei solo dopo la trasformazione, c’è chi come Mutsumi la vede sempre con gli stessi occhi, cioè come una persona buona e generosa.
La mangaka pone qui l’accento sull’essenzialità che a volte, come diceva Saint-Exupéry, è invisibile agli occhi; sulla bellezza esteriore come completamento di una personalità e non come fondamento.
Amare Kae vuol dire amare ciò che era e ciò che ama; grazie a lei viene scandagliato il mondo degli otaku con la cultura delle convention, le coppie negli anime, OTP che dir si voglia, e le forme di ossessioni che possono nascere amando questi personaggi.
Anche se Kiss him, not me! utilizza molti cliché per parodiare il genere shojo, ognuna delle situazioni finisce in un modo leggermente inaspettato. Non sembra un manga che racconti il tipo di storia in cui il personaggio principale finirà con qualcuno… ma chissà che Junko non ci stupisca facendo schiudere il cuore di Kae verso la possibilità di un vero amore.
Dal punto di vista della caratterizzazione la mangaka si è sbizzarrita creando personaggi molto diversi tra loro, ognuno dei quali offre un diverso approccio al corteggiamento e al concetto di amore. C’è chi è attratto solo dalla fisicità di Kae, chi dalla sua eccentricità. Chi vuole conquistarla per non essere meno degli altri e chi invece le sta accanto da sempre per una forma di affetto che trascende l’esteriorità e cura l’essenziale.
I disegni sono graziosissimi. Occhi grandi, corpi sinuosi che fanno l’occhiolino al genere shonen ai, tanto caro all’autrice che questa volta ha sconfinato nel genere romance pur mantenendo quel pizzico di ambiguità che piace tante alle fujoshi.
D’altronde: chi l’ha detto che al fianco del principe azzurro debba esserci per forza una principessa?
Una lettura godibile per tutti. Consigliatissimo.