Recensione Fargo 3×09 – “Aporia”
Pubblicato il 20 Giugno 2017 alle 20:00
Swango & Wrench partners in crime, Burgle & Lopez partners in justice.
Dopo essersi aiutati e salvati la vita a vicenda nello scorso episodio, Nikki (Mary Elizabeth Winstead) e il ritrovato Mr Wrench (Russell Harvard) ora fanno “coppia fissa” come partners in crime per farla pagare a Varga e ai suoi scagnozzi: Nikki lo ricatta al telefono e gli dà appuntamento nell’hotel in cui aveva giocato con Ray per l’ultima volta, dove gli dimostra che è tutt’altro che una sprovveduta e che non è da sola in questa battaglia. La sequenza è anche l’occasione per far vedere che Nikki era davvero innamorata di Ray e che vuole vendicarlo, oltre che vendicare ciò che ha dovuto subire lei stessa.
Ed è proprio sulle “coppie” che è incentrato questo episodio: dall’altra parte della legge abbiamo Gloria (Carrie Coon) e il nuovo Capo (Shea Whigham), che si scontrano per l’ennesima volta, e per l’ennesima volta – che sembra anche l’ultima – il maschilismo provinciale rappresentato nello show ha la meglio. A differenza della prima stagione e del film di Fargo, dove Molly e Marge si facevano strada coi propri capi/colleghi, Gloria sembra destinata a fallire. Ma non è detta l’ultima parola.
La donna sente infatti di essere invisibile, anzi “inesistente”, come racconta a Winnie (Olivia Sandoval) in una serata tra amiche/colleghe (la coppia, questa volta positiva, della “giustizia”), poiché la tecnologia sembra non riconoscere mai la sua presenza. In un penultimo episodio che è quasi una parabola di Gloria, lei viene finalmente “vista”, “rilevata” dal dispensatore di sapone e dal lavandino nel bagno del locale nella sequenza finale. Allora c’è speranza, ci voleva un altro essere umano (donna, poliziotta di provincia) che la riportasse nel mondo reale.
L’ultima coppia ad apparire è quella del confronto fra Gloria e Emmit (Ewan McGregor) che da sempliciotto-selfmademanmyass confessa tutto, eppure non basta. Varga (David Thewlis) non sembra darsi minimamente per vinto e fa uccidere dal suo scagnozzo asiatico altre due persone di nome Stussy con le stesse modalità del patrigno di Gloria e di Ray, facendole quindi sembrare le azioni di un serial killer (con due modus operandi).
Gloria ovviamente non ci casca, e nemmeno Emmit, ma non c’è niente da fare. C’è la testimonianza della vedova Goldfarb (Mary McDonnell) e il nuovo Capo della Polizia di Eden Valley crede alla teoria del serial killer e anzi è molto fiero di aver catturato il colpevole (ovvero una persona che Varga ha pagato per confessare tutti e quattro gli omicidi. Un poker che batte l’unico omicidio confessato da Emmit.
La giustizia sembra paradossalmente essere il più grande ostacolo di se stessa in questa stagione. D’altronde, come dice lo stesso Varga:
“Il problema del mondo non è il Male, ma il Bene. Altrimenti, nessuno se ne preoccuperebbe”.
Il titolo dell’episodio ha una derivazione greca, un credo e una civiltà che tanto affascina i Coen e Noah Hawley, poiché il Fato è sopra tutti noi. Aporia, dal greco ἀπορία (passaggio impraticabile, strada senza uscita), nella filosofia greca antica indicava l’impossibilità di dare una risposta precisa ad un problema poiché ci si trovava di fronte a due soluzioni che per quanto opposte sembravano entrambe apparentemente valide.
Ora bisognerà vedere quale delle due strade prenderà il finale di stagione, che secondo dichiarazioni recenti potrebbe anche essere il finale di serie e chiudere definitivamente la parabola televisiva che è stata Fargo La Serie.