Bgeek 2017 intervista a Teresa Radice e Stefano Turconi, autori de Il Porto Proibito

Pubblicato il 12 Giugno 2017 alle 18:10

Le ispirazioni ed i progetti futuri della fortunata coppia di autori.

Abbiamo incontrato Stefano Turconi e Teresa Radice durante l’ultima giornata della kermesse barese e abbiamo fatto un piccolo excursus sulla loro carriera partendo dall’ultimo libro uscito ovvero Orlando Curioso, passando per il capolavoro Il Porto Proibito e toccando la Disney siamo arrivati ai progetti futuri con qualche piccola anticipazione sul prossimo Non Stancarti di Andare…

Benvenuti su MF Teresa e Stefano…

Grazie, grazie mille!

Partiamo ovviamente dal vostro ultimo lavoro Orlando Curioso: dove è venuta l’ispirazione per questo libro e soprattutto quanto è difficile scrivere storie per un pubblico molto giovane?

TR: Guarda in realtà l’ispirazione ci è venuta perché ci mancava un libro per nostro figlio che è in età d’asilo. Ci piaceva l’idea di provare a scrivere una storia che potesse andare bene sia per i bimbi che ancora non sanno leggere, e quindi da leggere insieme ai genitori o ai nonni, ma anche per i bimbi che iniziano a leggere quindi una storia molto semplice con parole ripetitive come in quelle storie che si tramandano oralmente.

Chiaramente è stata una sfida dopo aver fatto Il Porto Proibito e la sfida maggiore è stata quella di condensare e semplificare, di diventare anche noi bambini e vedere le cose allo loro altezza e con i loro occhi che è poi il modo più trasparente possibile. Quindi è una storia molto semplice ed incantata nel modo di vedere e scoprire il mondo.

ST: Infatti è realizzata interamente a pastelli così come disegnano i bambini… l’idea era di fare una cosa che potesse piacere ai più piccoli cioè molto colorata e molto materico.

Oggi si usa molto il digitale, molti libri illustrati per bambini sono fatti così, e secondo me, perdono molto mentre ai bambini piace il pastello, piace vedere il tratto e la materia e così ci sembrava la soluzione migliore.

Teresa hai citato Il Porto Proibito che è un libro “all’opposto” di Orlando Curioso essendo un libro molto raffinato e ricco di citazioni importanti, cosa c’è dietro una storia così profonda? e cosa voleva convogliare come emozioni?

TR: Hai detto la parola magica: emozioni.

Quando scriviamo ci lasciamo guidare proprio da questo e andiamo molto d’istinto non pensando al target finale, in realtà vedo qualcosa di molto simile fra Abel [il protagonista de Il Porto Proibito NdA] e Orlando soprattutto nello sguardo: Abel si sveglia su una spiaggia e non ricorda nulla ed è quindi come un bambino piccolo che deve imparare tutto di nuovo è chiaro che però il registro è totalmente diverso ed Il Porto Proibito è pensato comunque per un piccolo adulto.

Tutto quello che c’è dentro è la somma delle nostre passioni ed in tal senso non abbiamo pensato “facciamo una cosa che parli di letteratura o che sia raffinata”…ci abbiamo messo quello che piaceva a noi cioè racconti di mare – Stevenson, Melville – e io, amando la poesia dei romantici inglesi, Coleridge era perfetto per fare da filo rosso all’avventura di Abel.

In definitiva è venuto tutto da un bisogno di dare senso a quello cose che ti capitano nella vita e soprattutto ai distacchi con cui devi venire a patti e noi che facciamo storie di mestiere abbiamo cercato di farlo attraverso questa storia.

Stefano quanto è stato difficile disegnare tutte quelle navi, quegli ambienti marinareschi che non si limitavano alle semplici città di mare e ai porti?

ST: Le navi sono state le cose più difficili di tutte! Anche perché sia io che Teresa siamo nati nella pianura padana ed il mare lo vediamo ogni tanto d’estate e non siamo mai stati neanche su una barca a vela… ci siamo documentati moltissimo.

Siamo andati in Inghilterra a visitare i porti storici della Royal Navy, a Chatam e Portsmouth dove è ormeggiata la Victory ovvero la nave di Nelson, lì abbiamo trovato un sacco di libri, documenti ed immagini e per disegnare la nave ho dovuto costruire un modellino di circa 80 x 60 cm di una nave dell’epoca che ho poi adattato nella Last Chance [la nave de Il Porto Proibito NdA] – il problema è stato che ho iniziato a costruire il modellino quando alcune tavole erano già fatte e quindi man mano sono dovuto tornare indietro e fare delle correzioni e sistemare velacci, corde perché è tutto complicatissimo soprattutto per un profano ma con un po’ di buona volontà, e la giusta documentazione, ce l’abbiamo fatta!

Facciamo un passo indietro alle esperienze Disney: quanto è difficile fare “una parodia” Disney, nel vostro caso specificatamente L’Isola del Tesoro, e adattare quindi un classico? e poi Pippo Reporter come si fa una storia “vincente” con Pippo anche dal punto di vista grafico?

TR: La “parodia” non è mai semplice perché quello che ti spinge è la passione per l’opera originale poi nel nostro caso penso fosse più un adattamento cercando di rimanere fedeli più possibile.

Le difficoltà non sono tanto sui personaggi perché i personaggi Disney sono degli attori eccellenti ed in qualsiasi contesto li cali loro reagiscono prontamente e trovi sempre il personaggio giusto nel momento giusto, il problema invece sono i temi che vengono trattati nel romanzo originale e che non sono “disneyani” e bisogna per questo trovare dei modi diversi di raccontarli.

E’ chiaro che l’adattamento è un invito per il lettore, giovane o meno giovane, ad andare a scoprire l’opera originale quindi se riesci a coinvolgere il lettore poi gli farai venire voglia la storia “vera” e andrà a trovare quelle cose che Disney non sono.

I nostri capitani non bevono rum ma the nero con una spruzzata di acqua ragia…dire le stesse cose ma con altre immagini – è questa la vera diffcoltà.

ST: Pippo è il mio personaggio preferito, a me piace tantissimo e adoro il Pippo dei cartoni animati. Il Pippo dell’animazione è magnifico perché è morbido, dinoccolato e muove il sedere…ha dei movimenti fantastici! Per dare davvero forza al personaggio bisogna tornare a quel Pippo lì che era perfetto – quando ho fatto l’Accademia Disney per imparare a disegnare alcuni personaggi si prendeva come riferimento la versione animata e non il fumetto.

Chiudiamo con i progetti futuri: Ducks on the Road ed il progetto “misterioso” Non Stancarti di Andare uscirà a Lucca?

TR: Ducks on the Road è appena partito e in realtà è una storia che parte da molto lontano perché a volte abbiamo voglia di fare qualcosa di nuovo e avevamo in mente questa storia già mentre lavoravamo a Pippo Reporter cambiando cioè totalmente epoca e personaggi.

Ci divertiamo a prendere personaggi che non sono tanto usati e/o che non stanno di solito insieme e vedere cosa succede: degli anni ’70 abbiamo preso la parte più colorata e scanzonata e l’abbiamo messa insieme al tema del viaggio che è un po’ il nostro filo conduttore.

Non Stancarti di Andare tanto misterioso non è visto che regolarmente escono degli aggiornamenti sul nostro blog e comunque sì uscirà a Lucca in anteprima, siamo allo sprint finale! Ti dico che è difficilissimo dare una definizione a questo libro così come lo è stato per Il Porto Proibito…è una storia di viaggio ovviamente ma anche di incontri, di vocazioni e di gente che va avanti stoicamente per la propria strada nonostante quello che le capita e la storia si svolge dagli anni ’30 fino ad oggi e seguiremo in realtà due personaggi, una coppia che per diversi motivi viene separata.

Ringraziamo Stefano e Teresa per il tempo concessoci…

Grazie a voi!

Eccovi alcune tavole di Non Stancarti di Andare:

Stefano Turconi e Teresa Radice hanno tenuto anche una interessantissima conferenza intitolata “Tra moglie e marito… c’é il Porto Proibito” che potete ascoltare nella sua interezza cliccando qui grazie al prezioso contributo di Radio Frequenza Libera.

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