Recensione Fargo 3×08 – “Who Rules the Land of Denial?”

Pubblicato il 12 Giugno 2017 alle 20:00

Il barlume di speranza continua… ed è una lotta per la sopravvivenza.

“La terra della negazione”. Un richiamo sicuramente evocativo quello del titolo dell’ottavo episodio della terza stagione di Fargo La Serie. Un titolo di molteplice interpretazione, come spesso accade col cinema dei Coen e con la tv di Noah Hawley, che però ha dei punti fermi, che tornano anche in questo tassello del puzzle quasi giunto al suo epilogo.

Il candore della neve e l’atrocità del sangue sono i due colori protagonisti dell’intero episodio, soprattutto delle sequenze che coinvolgono Nikki (Mary Elizabeth Winstead) e il ritrovato – dalla prima stagione – Mr Wrench (Russell Harvard). Quest’ultimo aiuta Nikki a scappare dai suoi assalitori e il loro destino è ancora una volta un punto interrogativo per gli spettatori, simbolo della lotta per la sopravvivenza di questa puntata:

“La vita è sofferenza”

L’inizio dell’episodio, che per l’ennesima volta gioca visivamente col modo di presentare la rassicurazione fittizia sulla veridicità degli eventi narrati a cui si andrà ad assistere, ha il punto di vista dei tre assalitori nell’attacco al pullman che porta alla prigione.

Subito dopo si passa alla suspense: Hawley è bravissimo a tratteggiare in quest’episodio l’angoscia che proverà il pubblico nel non sapere cosa accadrà ai protagonisti, anche perché essendo quasi giunti all’epilogo della storia sono tutti a rischio di una brutta fine. Il modo in cui muore uno degli assalitori, poi, è qualcosa che va oltre la coreografia delle scene d’azione di certi blockbuster, una poesia macabra che pochi possono vantare.

La sensazione è palpabile nelle scene nel bosco innevato di Nikki e Wrench, che si concludono con una sequenza che si rivelerà quasi onirica.

Diciamo “quasi”, perché effettivamente non sappiamo quanto di allucinazioni ci sia nel dialogo fra Nikki e un ritrovato Ray Wise. Già apparso brevemente nel terzo episodio Gloria-centrico a Los Angeles, lo vediamo qui in una sala da bowling (simbolo incontrastato americano) nell’innevato Minnesota, a raccontare nuovamente una storiella, questa volta quella di Giobbe dalla Bibbia.

Curiosamente, l’uomo si palesa nuovamente ad un personaggio femminile in difficoltà, nelle vesti di una sorta di Dio-o-chi-per-lui, per aiutare Nikki ad andare avanti: fisicamente – ha lasciato una macchina pronta (per lei e Wrench) per la fuga nel parcheggio – e sentimentalmente – le fa tenere in braccio un gattino, una vita appena nata, che guarda caso si chiama Ray.

Le citazioni non mancano in quest’episodio, tra dipinti, storie della Bibbia e l’infausto destino di una coppia di automobilisti nel posto sbagliato al momento sbagliato (come fu nel film di Fargo). Il Fato di Greca memoria che tutto può e non fa sconti a nessuno colpisce ancora.

Così come il risolutore della stagione (il Varga di David Thewlis) che prima mette fuori gioco Sy (Michael Stuhlbarg), senza ucciderlo (“non ancora” come dice a Emmit), e poi vorrebbe fare lo stesso con Emmit.

Le allucinazioni sembrano essere il tema dell’episodio, dato che coinvolgono successivamente Emmit (Ewan McGregor) che sembra stia perdendo la testa dopo aver ucciso il fratello… o almeno è quello che Varga e il suo tirapiedi vogliono fargli credere. Ben presto però Stussy capisce il loro gioco e nel finale si reca alla stazione di polizia da Gloria (Carrie Coon), ufficialmente non più capo e arresasi alle scartoffie di routine, per confessare tutto.

Ora non resta che vedere le conseguenze di questa decisione, la più grossa presa finora in questa stagione di Fargo La Serie.

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