Dylan Dog n° 301 – L’imbalsamatore: Recensione

Pubblicato il 27 Ottobre 2011 alle 11:18

Dopo aver lavorato al più guidato numero 300, Ruju ritorna a scrivere una storia completamente sua, e i risultati sono apprezzabili, anche grazie all’ottimo connubio con i disegni di Piccatto.

Dylan Dog n. 301
L’imbalsamatore

Autori: Pasquale Ruju (testi) e Luigi Piccatto (disegni).
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore.
Provenienza: Italia.
Prezzo: 2,70 Euro.
Anno di uscita: 2011 (Ottobre)

I tratti duri e marcati di Piccatto per illustrare una storia di violenza, follia e sangue. Nella Londra di questi giorni, dove a meritare la prima pagina dei giornali è un episodio di normalità, per la sua rarità, e non l’ennesima omicidio, Dylan Dog si trova immischiato in un’avventura pericolosa e inquietante.

Motore della vicenda una donna, una bella donna, che appare nello studio del detective per poi scomparire dopo aver detto soltanto il proprio nome.

Dylan capisce che quella che ha visto è una ricca e giovane ereditiera passata anni prima a miglior vita. Come è possibile che l’abbia incontrata? E soprattutto, cosa vuole da Dylan? Cominciano le indagini – effettuate, udite udite, anche con l’ausilio del computer – e ben presto il detective di Craven Road si trova ad aiutare un’altra donna, questa volta in carne ed ossa, proprio vicino alla fabbrica che un tempo apparteneva alla bella Angelica e che dopo la morte di questa è passata al marito.

Ma quest’ultimo distrutto ben presto vendette l’azienda ereditata e chiuse la fabbrica. Distrutto dal dolore per la morte della moglie abbandonò perfino la chirurgia e si impegnò con tutte le proprie forze nello studio dell’imbalsamazione e della tassidermia. Studio che è divenuto una vera e propria ossessione: l’uomo grazie ad una nova tecnica da lui messa a punto ha imparato a far conservare i corpi umani in maniera impeccabile. Unico problema: l’imbalsamazione deve avvenire prima della morte.

Gli atroci vivi imbalsamati sono conservati nella vecchia fabbrica, dove essi, in una terribile agonia senza dolore, riversano l’odio e la rabbia per la loro situazione verso l’esterno, facendo “impazzire” la gente e rendendola più violenta. Ruju per il dopo 300, ha dato vita ad un albo forte, che indaga il rapporto tra vita e morte, tra dolore, rimpianto e senso di colpa in maniera intensa e tragica. Un albo godibilissimo.

Voto: 7

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