Super Eroi Classic 10 – I Vendicatori | Recensione
Pubblicato il 11 Giugno 2017 alle 10:00
Chi è il gruppo più potente della Marvel? I Vendicatori, protagonisti assoluti del decimo numero di Super Eroi Classic! Non perdete le prime storiche avventure degli Avengers realizzate dai leggendari Stan Lee e Jack Kirby!
Finora la collana Super Eroi Classic ha proposto materiale Marvel di rilevanza storica indiscutibile e ciò vale, in particolare, per questo decimo numero che include i primi cinque episodi di Avengers, il comic-book dedicato al gruppo più potente della Casa delle Idee, tuttora al centro dell’attenzione a causa di numerose testate a loro legate e alle recenti pellicole cinematografiche.
Se i primi eroi Marvel nacquero sulla scia del successo di quelli della concorrente DC, a cominciare dalla versione moderna di Flash, lo stesso si può dire per i Vendicatori. Martin Goodman, all’epoca boss della casa editrice, si accorse che la Distinta Concorrenza stava ottenendo ottimi riscontri di vendite con la Justice League e chiese agli onnipresenti Lee e Kirby di creare una squadra analoga. Se la Lega includeva i personaggi di punta della DC, lo stesso doveva valere per gli Avengers.
Lee e Kirby si concentrarono dunque sui protagonisti delle singole testate: Thor, Huk, Iron Man, Ant-Man e Wasp. Non considerarono l’Uomo Ragno, forse perché Lee riteneva che Peter Parker fosse più efficace come eroe solitario, e idearono una storia incentrata sulle macchinazioni del perfido Loki che, con un inganno, mette i personaggi uno contro l’altro. Tuttavia, dopo alcuni malintesi, Thor e compagni scoprono il trucco, sconfiggono Loki e decidono di formare una squadra in grado di affrontare minacce che un eroe da solo non potrebbe contrastare.
Ovviamente, è un pretesto ma Lee firma una story-line che, sebbene oggi appaia ingenua, è comunque coinvolgente. Tuttavia, manca il concetto dei ‘supereroi con super problemi’. Avengers era basata prevalentemente sull’azione e l’analisi psicologica dei personaggi veniva affidata alle loro collane. All’inizio, Avengers è quindi un plagio della Justice League, benché Lee inserisca un dettaglio peculiare: la scarsa armonia interna.
La presenza del collerico Hulk, infatti, rende instabile l’equilibrio del gruppo, e già nel secondo episodio il mostro abbandona i Vendicatori, diventando in pratica un loro avversario (e la ricerca di Hulk per tenerlo sotto controllo diventerà uno dei tormentoni della serie). Nel n. 3, Hulk si alleerà con Sub-Mariner, all’epoca nemico dell’umanità, con conseguenze devastanti. I cambiamenti sono costanti. Già nel secondo albo, per esempio, Ant-Man diventerà Giant-Man e il quarto episodio introdurrà Capitan America.
Si tratta di un evento cruciale poiché segna l’ingresso di Cap nella moderna era Marvel. Sin dal principio, Lee presenta Steve Rogers come un uomo confuso, fuori dal suo tempo, certamente eroico e coraggioso ma più umano e fallibile, in linea con i tipici eroi della Casa delle Idee, invincibili ma emotivamente fragili. In queste storie, inoltre, un ruolo importante lo gioca pure Rick Jones, affiancato dalla sua Brigata Giovanile, una specie di controparte dello Snapper Carr che più o meno nello stesso periodo appariva nell’albo della Justice League.
Quanto ai villain, Lee e Kirby propongono Loki, destinato a dare filo da torcere al gruppo anche nei decenni successivi, il Fantasma dello Spazio e gli Uomini Lava. Lo ripeto. Le storie possono apparire ingenue e i testi di Lee, pur efficaci, sono spesso verbosi, ma qui abbiamo a che fare con opere di importanza fondamentale.
Quanto ai disegni, il Re Kirby fa un buon lavoro, con lo stile dinamico che lo caratterizzava, purtroppo compromesso dalle chine di Dick Ayers, Paul Reinman e George Roussos che ne smorzano la potenza espressiva. In ogni caso, si tratta di lavori che non possono assolutamente mancare nella libreria di un fan della Marvel e, in generale, dei comics americani.