Nameless – Senzanome di Grant Morrison | Recensione
Pubblicato il 1 Giugno 2017 alle 10:00
Chi è il Senzanome? Un occultista? Un pazzo? Forse entrambe le cose. Di sicuro è il nuovo folle personaggio immaginato dal visionario Grant Morrison! Non perdete Nameless, un’inquietante vicenda di alieni, demoni e magia nera pubblicata da Saldapress!
Alcuni considerano l’Image la nuova Vertigo. In effetti, la casa editrice fondata nei primi anni novanta da Todd McFarlane e altri transfughi della Marvel non pubblica quasi più comic-book che sembravano la brutta copia di quelli delle major statunitensi.
Negli ultimi tempi, l’etichetta ha dato spazio ad autori propensi a sperimentare e pubblica serie spesso inusuali, spaziando tra i generi. Nameless, per esempio, lo dimostra.
Del resto, si tratta di un’opera di Grant Morrison, il trasgressivo scozzese che ha firmato lavori seminali del calibro di Animal Man, Doom Patrol, The Invisibles e Arkham Asylum, giusto per citarne alcuni.
Da un lato, sta continuando a lavorare per la DC ma destina i suoi lavori più personali all’Image, specialmente dopo il ridimensionamento della Vertigo. E Nameless, va chiarito subito, non sfigurerebbe nel catalogo dell’etichetta adulta ideata da Karen Berger.
I fan di Morrison sanno bene che non è uno scrittore facile. Spesso inserisce nelle sue opere riferimenti e simboli di vario tipo, non sempre di immediata comprensione. In un certo senso, Grant sta ai fumetti come David Lynch sta al cinema.
Tra i due ci sono analogie e i loro lavori vanno innanzitutto vissuti e sperimentati e solo dopo interpretati. Nameless sembra un compendio di tutti gli interessi di Grant, dalla fantascienza alla psicoanalisi, dalla numerologia all’occultismo, e in alcuni momenti può far pensare a The Invisibles.
L’occulto e le teorie di Aleister Crowley giocano un ruolo importante nella story-line, inserita in un ambito che potremmo definire fantascientifico. Non mancano gli influssi dei racconti horror di Lovecraft, considerando che alcune entità primordiali paiono essere la chiave di tutto ciò che Grant racconta.
Il protagonista è il Senzanome, un occultista che viene reclutato da un gruppo di miliardari futuristi allo scopo di sventare una terribile minaccia.
La terra, infatti, rischia di essere distrutta dalla caduta di un gigantesco asteroide, Xibalba. Fin qui tutto pare chiaro ma non è così. Forse Xibalba è collegato a orribili energie che stanno facendo impazzire tante persone, spingendole a compiere atroci omicidi. Per giunta, c’è una misteriosa donna velata che agisce all’interno degli incubi degli esseri umani e i suoi scopi paiono in conflitto con quelli dell’elite di milardari.
Morrison concepisce un allucinante e visionario mix di horror e fantascienza. Nameless è un puzzle narrativo imperniato sulla psicologia junghiana, sulle figure dei Tarocchi, sulla cabala, sulla fisica quantistica e su svariate tradizioni esoteriche. Sperimenta con la struttura del plot, divertendosi a sovvertire le premesse iniziali della trama, non senza colpi di scena, e gioca con i flashback e i flashforward.
La psicologia del Senzanome è ben delineata. Il personaggio non è un occultista carismatico e fascinoso come John Constantine ma ha lo stesso acre sarcasmo e la medesima strafottenza.
I testi e i dialoghi sono inventivi e visionari, come è lecito aspettarsi da Grant, con dialoghi a dir poco stravaganti. Insomma, Nameless non scontenterà i suoi fan. Dal punto di vista dei disegni, il volume è altresì pregevole. Il penciler è Chris Burnham che ha già collaborato con Morrison e ha il non facile compito di rappresentare il suo sconcertante universo interiore.
Con accuratezza e dovizia di particolari, Chris raffigura creature mostruose, corpi smembrati, viaggi psichedelici, stazioni spaziali claustrofobiche e labirintiche che sembrano uscite da un racconto di Ballard e dimensioni cosmiche degne della saga di Alien, con una bravura mozzafiato.
La struttura della pagina è mutevole e a volte il lay-out compone silhouette che hanno un significato preciso, in linea con la storia, e contribuiscono a spiazzare il lettore, rendendolo partecipe di un trip. Merito dei colori del bravo Nathan Fairbarn che opta per sfumature intense e lisergiche, appropriate per un’opera del genere.
Insomma, Nameless è una proposta di qualità che non può mancare nella vostra libreria.