Aqualung Stagione 2 di J. Paliaga & F. Carlomagno – Bao Publishing | Recensione
Pubblicato il 5 Giugno 2017 alle 15:00
Arriva in formato cartaceo la seconda stagione di Aqualung, serie vincitrice del prestigioso Premio Micheluzzi 2017 nella categoria web comic.
Dunque…avevamo lasciato Aqualung con un bel finalone a “lieto fine” ma pur sempre aperto: i mostri erano stati sconfitti, Holly aveva salvato salvato suo padre Andy e Philip King era stato inghiottito dal Leviatano.
A Cold Cove la vita sembra essere ripresa tranquilla ed ordinaria ma i segreti e le minacce sono dietro l’angolo. La nostra protagonista Holly infatti non può neanche godersi in santa pace una festa in spiaggia con la sua nuova amica Beth senza essere attaccata prima da un misterioso “cacciatore di mostri” e poi da una misteriosa donna capace di controllare ed usare l’acqua come arma ma per fortuna né Holly né Beth sono “damigelle in pericolo” e l’attacco viene respinto seppur non senza conseguenze con la stessa Holly che viene riportata a casa malconcia e Beth che è costretta a rivelare i suoi poteri.
Da questo episodio inizierà poi l’escalation di eventi che porterà alla risoluzione di alcune trame lasciate in sospeso nella prima stagione e ne aprirà altre rivelando fra le altre cose il ruolo del misterioso signor Bishop.
Se l’incipit della prima stagione aveva le premesse del classico teen-movie anni ’80 – la piccola cittadina, il mistero irrisolto etc… – e virava solo nella seconda parte verso lidi prettamente sci-fi; Jacopo Paliaga fa letteralmente “deflagrare” la serie con questa seconda stagione con una trama che si infittisce e si arricchisce ed in cui la piccola cittadina di Cold Cove diventa solo un punto in un cosmo di luoghi ed avvenimenti di ampissimo respiro in una “mitologia” che diventa estremamente stratificata e simile alle grandi serie americane ma anch’essa influenzate dalle serie tv, in alcuni passaggi si sentono gli echi di Fringe ad esempio, e dagli anime di fantascienza di fine anni ’80 ed inizio ’90 senza dimenticare i super-eroi americani.
Al centro però rimane sempre la protagonista Holly. Lo scrittore riesce a creare un personaggio femminile forte ma credibile che non perde i suoi connotati da teenager e la circonda da eccellenti personaggi “secondari” come il padre Andy, che sarà centrale per questa seconda stagione, ma anche Beth senza dimenticare gli antagonisti, che fatta eccezione per il misterioso signor Bishop, si muovono sempre sul filo di una sottile linea grigia.
Spesso si parla di “taglio cinematografico” per i fumetti con Aqualung invece si può parlare senza ombra di dubbio di “taglio televisivo” perché sono proprio il ritmo e la struttura ad essere mutuati dalle serie tv aiutando il plot ad “amalgamarsi” meglio rispetto a quanto visto nella prima stagione fornendo diversi punti di vista, spesso paralleli durante i capitoli, e permettendo così l’introduzione di nuovi personaggi secondari in maniera più organica.
Ed è questa la forza di Aqualung cioè la capacità di dare una inaspettata tridimensionalità a tutti i personaggi: Paliaga alterna sapientemente azione ed approfondimento lasciando il giusto spazio ad ogni personaggio e situazione e valorizzandoli con un ritmo scandito dalle scene d’azione – mai così spettacolari grazie ad un uso non convenzionale delle inquadrature di Carlomagno. Strumento fondamentale in tal senso sono i flashback – realizzati da Luca Genovese, Ludovica Ceregatti, Adele Matera e Claudia Palescandolo – forniscono quei piccoli tasselli che forniscono background ai personaggi ed avvenimenti.
Sul finale è bene soffermarsi un attimino: un finale apertissimo che ci fa ben sperare su una terza stagione ricca, ricchissima d’azione e di interessanti rivolgimenti per i personaggi anche per i più insospettabili ma che è anche estremamente oscuro come ogni secondo capitolo di una trilogia che si rispetti – chi ha detto Star Wars?
Se abbiamo tessuto le lodi dei testi di Jacopo Paliaga ora, giustamente, tocca ai disegni di French Carlomagno. Il disegnatore torinese mostra una padrona nella costruzione della tavola che predilige l’orizzontale giocando sugli allargamenti di campo ed utilizzando la verticalità quando si tratta di dare alle scene d’azione quel tocco di spettacolarità in più.
Il tratto è poi sicuro, riconoscibile e molto “indie” – giusto per tirare ancora in ballo il fumetto americano – e trova una inaspettata valvola di sfogo nelle scene d’azione. Carlomagno ha affinato moltissimo la sua arte e dovrebbe essere di diritto messo nella Top 10 delle matite italiane di oggi.
Questa seconda stagione mostra la maturazione definitiva della serie e dei suoi creatori. Passata infatti la fase “preparatoria” della prima stagione, il duo Paliaga/Carlomagno vira decisamente verso connotati sci-fi, aumentando la dose di azione, ed esprimendo così una narrazione più fluida.
Quello che però colpisce in definitiva è la facilità di lettura della serie, una fluidità che non deve scambiarsi però con semplicità! Il team creativo ha trovato un equilibrio, che molti colleghi blasonati e non dovrebbe invidiare, fra forma e contenuto: tratteggiare i personaggi in maniera essenziale e lasciarli sempre al centro della narrazione con un plot mai ridondante quanto piuttosto attento a fornire continui spunti di interesse per la storia ed il suo sviluppo.
Va segnalata infine l’ottima cura editoriale di Bao Publishing che per prima ha creduto in questa serie e nei suoi autori.
Il volume è un solidissimo brossurato con alette, un balenottero di 224 pagine, stampato in maniera eccellente con una resa grafica sopra la media grazie anche ad un’ottima carta che restituisce nitido il tratto di Carlomagno e brillanti i colori.