Recensione – Wonder Woman, di Lauren Montgomery
Pubblicato il 30 Maggio 2017 alle 15:00
In attesa dell’uscita nelle sale italiane di Wonder Woman diretto da Patty Jenkins, vi suggeriamo il lungometraggio animato diretto da Lauren Montgomery che DC Comics e Warner Bros produssero nel 2009, ispirato alle storie originali del personaggio creato da William Moulton Marston.
Non aspettatevi collegamenti o riferimenti ad altri film/personaggi dell’universo DC Animated: Wonder Woman è un film d’animazione che si concentra totalmente su Diana Prince e sulla sua mitologia, ampliando la storia delle origini scritta da William Marston nel lontanissimo 1941.
Questa versione della prima avventura di Wonder Woman è abbastanza fedele a quella di Martson, anche se – com’è giusto che sia – alcuni eventi e/o personaggi vengono reinterpretati in chiave più adatta ai nostri tempi (il 1941 non era solo un altro tempo rispetto ad oggi, ma proprio un altro mondo).
Steve Trevor, ad esempio, doppiato da Nathan Fillion nella versione originale, vanta un fascino sbarazzino da guascone, che spesso si risolverà in frasi piccanti nei confronti di Diana – che non ha mai ricevuto complimenti dagli uomini, né conosce i loro modi di dire, e questo darà il là a tantissime gag verbali.
Quando Diana vincerà il torneo amazzone e guadagnerà il diritto di viaggiare verso il regno degli uomini per accompagnare Steve a casa, la trama inizia a mostrare qualche punto debole a livello di logica: l’aereo invisibile delle Amazzoni comparirà dal nulla senza alcuna spiegazione, e l’aeronautica statunitense parrà assolutamente disinteressata dal supertecnologico mezzo di trasporto che Diana e Trevor useranno per raggiungere gli States; viene poi suggerito che Ares, una volta liberatosi, lascerà dietro di se una scia di distruzione che può essere seguita, ma che nessuno si prenderà la briga di seguire a tutti gli effetti.
Inoltre, la nuova armata di Ares spunterà un po’ dal nulla e dal nulla il Dio della Guerra troverà le motivazioni per attaccare, di tutte le città del mondo, proprio Washington D.C. (dove farà un poco accattivante discorso motivazionale dai gradini del Lincoln Memorial).
Da lodare il ritmo della battaglia finale ispirata a Il Signore degli Anelli e/o Troy, e anche il design di Ade, diverso da qualsiasi altra versione mai vista nei comics ma perfettamente funzionale in questo mondo.
Belli i dialoghi, spesso molto azzeccati e altrettanto spesso davvero divertenti, impreziositi nella versione originale da attori del calibro di Keri Russell, Rosario Dawson e Alfred Molina: grazie alle loro voci, i personaggi disegnati sembreranno molto più che bidimensionali.