Like Zombies: Recensione

Pubblicato il 10 Novembre 2011 alle 15:44

Se è dai tempi de “Il Ritorno dei Morti Viventi” che non vi fate una risata con gli zombie allora… lasciate perdere questa app e andate a noleggiarvi “L’Alba dei Morti Dementi”!

Like Zombies

Autore: Andrea Dotta
Casa editrice/sviluppatore: MeLeto Software
Provenienza: Italia
Prezzo: 1,59 €

Premessa necessaria: chi scrive é da sempre fermamente convinto del fatto che George Romero sia uno dei piu grandi cineasti della storia e che “La notte dei morti viventi” e “Zombie” siano due esempi eccelsi di intelligente utilizzo del cinema di genere come metafora socio-politica della nostra (parecchio complicata) contemporaneitá.
E poi pensa che il piú bel videogioco mai realizzato sia Resident Evil 2 o magari Code Veronica, ovviamente per Dreamcast (o il primo livello di Ghosts ‘n Goblins, fate voi).

O ancora vorrebbe chiedere alla Einaudi una percentuale sui guadagni per le vendite a Rome e provincia del libro di Max Brooks “Manuale per sopravivere agli Zombi”, tanto il passaparola fatto tra amici e conoscienti.
E infine chi scrive arriva a guardare (e con piacere) anche roba parecchio strana tipo “Zombie Honeymoon” o trovare Grande Letteratura cose tipo “Apocalisse Z”.
Insomma, tutto solo e sempre per gli zombie, manco fossi Emily the Strange…

Fatta la premessa é quindi inutile star qui a spiegare il piacere nello scoprire dell’esistenza di questa piccola app titolata Like Zombies con protagonisti gli amati zombetti.
Tra l’altro, nonostante la passione di cui sopra, non conoscevo le strisce di Andrea Dotta, quindi doppia prelibatezza: il piacere di leggere un fumetto umoristico con gli zombie accompagnato a quello di scoprire un nuovo autore.
Peccato che le strisce si siano rivelate assolutamente inconcludenti, poco accattivanti e assolutamente banali…

Andrea Dotta é un giovanissimo (poco piú che ventenne) autore della provincia di Torino molto attivo in rete che nonostante la giovane etá ha giá avuto diverse esperienze a livello editoriale nel mondo dei fumetti.
Like Zombies é probabilmente la sua opera piú conosciuta, visto il discreto successo di pubblico ottenuto sul web, prima tramite uno dei suoi (numerosi) blog chiamato per l’appunto Like Zombies e poi anche grazie al sito (seguitissimo dagli appassionati di morti viventi) Zombie Knowledge.
Le strisce, dopo la visibiltá ottenuta in rete, arrivano adesso raccolte in un unico volume digitale a disposizone di tutti su AppStore proposto dai tipi della MeLeto.
L’app mantiene i soliti livelli dignitosi di questo sviluppatore: applicazione univerale per i dispositivi della mela morsicata, immagini ad alta definizione con possibiltá di zoom (a due dita o doppio tap, ovviamente) per godersi appieno i disegni nei minimi particolari, supporto al retina display e possibilitá di leggere il fumetto scrollando dall’alto verso il basso se si decide di utilizzare l’iPad in orizzontale (modalitá di lettura che consiglio).
Insomma, c’é tutto quel (poco) che serve, ma nessuna innovazione particolare.

Le tavole poi sono decisamente pochine: solo una trentina per un app da un euro e mezzo sono davvero poca cosa, soprattutto se si considera che con 79 centesimi si puó acquistare un giocone come N.O.V.A. 2 oppure, addirittura gratis, si possono trovare grandi classici della letterattura da leggere in formato epub su iBooks…
Insomma, un prezzo eccessivo e a mio modo di vedere improponibile per un mercato come quello delle apps.
La questione del prezzo troppo alto poi viene facilmente confermata dal livello qualitativo del fumetto proposto, che é, come giá accennato, assolutamente di basso livello.
L’intento charo dell’autore é quello di usare metaforicamente gli zombie per parlare evidentemente d’altro, ovvero dei problemi della nostra societá, della crisi economica, del mal di vivere che ci attanaglia, della difficoltà nei rapporti interprersonali, della noia delle nostre giornate vuote di significato.
Il problema é che, nonostante l’idea idealmente accattivante, lo sviluppo non riesce a mantenere le premesse.

Se infatti elemento fondamentale per delle strisce satiriche é quello di far ridere o quantomeno sorridere a denti stretti (giusto per citare una celebre rubrichetta di un famosissimo settimanale enigmistico), bisogna ammettere che Like Zombies non riesce mai o quasi nell’intento.
O meglio, in un paio di occasioni riesce anche a strappare un sorriso, ma lo fa in senso meramente comico, con assoluta mancanza di sottotesto, senza essere graffiante come lascerebbe presupporre una striscia umoristica volutamente critica.
E allora puó essere divertente leggere una strip con uno zombie al bancone di un bar che ordina annoiato un bloody mary e gli viene consegnata una coppa grondante di sangue dopo che il barista, fuori campo, presa la comanda ha massacrato nel retrobottega una ragazza chiamata per l’appunto Mary.
Simpatica, per caritá, ma la critica sociale dov’é?

Se poi si considera che é forse l’unico caso in cui mi é venuto da ridere leggendo Like Zombies (o sarebbe meglio dire le sue miserrime trenta tavole?) allora…
Come noto l’arte di far ridere é particolarmente complicata, soprattutto quando si vuole provare a far satira, in un paese come il nostro poi dove le strisce umoristiche hanno una grande e gloriosa tradizione.

Sono assolutamente convinto del fatto che Dotta paga la sua (troppo) giovane etá e la fisiologica mancanza di esperienza necessaria per affrontare un terreno cosí ostico come quello della striscia umoristica; anche perché poi si percepisce la pervicace voglia di intelligente sagacia (che non sembra tra l’altro deficere a Dotta, nonostante tutto) messa sulla tavola dall’autore per risolvere le strisce con un senso compiuto, da sempre elemento piú complicato per la riuscita di una buona strip, ma il risultato é troppo modesto per essere anche solo moderatamente risaltato.

Magari, col tempo, riuscirá a proporci opere migliori, soprattutto considerata la qualitá del suo disegno, ancora grezzo ma con evidenti margini di miglioramento ed un indiscutibile potenziale, base sulla quale l’autore potrá lavorare per prosegiure il suo percorso professionale.

Per questo non mi sento di bocciare drasticamente le strisce di Andrea Dotta, dando un voto in piú ad un fumetto che comunque non mi ha assolutamente convinto, ne dal punto di vista contenutistico ne tantomeno per quanto riguarda la veste editoriale, davvero troppo povera per essere proposta ad un prezzo del genere.

Voto: 5

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