The Shadow Planet di G. Pagliarani, G. Barbieri e A. D’Amico | Recensione

Pubblicato il 24 Maggio 2017 alle 10:00

Arriva in fumetteria il quarto titolo del Progetto Radium grazie a saldaPress.

Continua il sodalizio fra Progetto Radium, capitanato da Matteo Casali e Alessandro “Doc Manhattan” Apreda, e saldaPress con questo nuovo The Shadow Planet firmato da Gianluca Pagliarani, Giovanni Barbieri e Alan D’Amico che riporta l’etichetta su quella fantascienza con la quale si era fatta conoscere, se non ricordate Rim City potete rileggervi la nostra recensione qui.

Le vicende di The Shadow Planet iniziano quando l’astronave Vidar del Comando Stellare risponde ad un debole segnale di SOS proveniente da un pianeta disabitato. Il comandante Jenna Scott sbarca con una pattuglia e trova i resti di una precedente spedizione scientifica misteriosamente scomparsa 30 anni prima.

Nel momento in cui la pattuglia inizia a ripercorrere a ritroso la storia della spedizione scientifica qualcuno o qualcosa inizia ad ucciderli innescando così una corsa contro il tempo per lasciare il pianeta.

Il cocktail che il trittico di autori preparano è a base di weird-science, horror lovercraftiano e fantascienza pulp anni ’50 in un allucinato incontro fra Mario Bava e John Carpenter.

Pagliarani e Barbieri non cercano il colpo ad effetto, come molta fantascienza moderna, ma al contrario scavano a fondo in un immaginario “arrugginito” con astronavi dalle linee sgraziate, equipaggiamenti analogici e scafandri ingombranti; così come archetipici sono i personaggi che compongono che l’equipaggio della Vidar come la comandante Scott, integerrima ma non proprio trasparente, il sergente Vargo, sbruffone e sicuro di sé, ed il tenente Larson, ingenua ed insicura.

Si può dividere il volume agilmente in due parti: la prima preparatoria, con l’arrivo della squadra sul pianeta ed il ritrovamento di un superstite della spedizione, è caratterizzata da un ritmo più dilatato, anche grazie ad una costruzione della tavola che alterna sistematicamente inquadrature orizzontali e verticali dando un effetto pellicola 70mm, e con i personaggi quasi “passivi” di fronte alle scoperte legate al pianeta.

Nella seconda parte il plot prende velocità soprattutto quando il mistero inizia a dipanarsi e la narrazione si focalizza sul personaggio di Vargo con l’elemento horror che fa innestare una marcia in più alla storia: da un lato infatti è il background per un solido “spiegone” ma dall’altro capovolge il ruolo dei personaggi secondari fornendo un vero antagonista che si traduce con una allargamento delle tavole che diventano quasi wide-screen ricordano i blockbuster hollywoodiani.

Attenzione però l’elemento horror non è assolutamente da intendersi a-là Alien piuttosto ricorda la fantascienza anni ’50 e per sommi capi un po’ Edgar Rice Borroughs – e tutta la letteratura sci-fi che ne seguì – culminando con un finale semi-aperto che farebbe pensare ad un seguito magari anche non direttamente collegato a questi personaggi.

La parte grafica di Gianluca Pagliarani si sposa bene con le atmosfere della storia con tratto moderno, che ricorda alcune produzione sci-fi targate Image, e personale grazie ad una cura per i dettagli, soprattutto degli ambienti, e ad anatomie che preferiscono figure affusolate per poi sfociare in una estetica nipponica, quasi ero guro, quando a fare la loro comparsa sono i mostri.

I colori di Alan D’Amico esaltano la componente vintage con una paletta che predilige “brulle” e con “pennellate” uniformi che limitano al minimo il chiaroscuro aumentando così la sensazione di “luce artificiale” di un pianeta alieno.

Come per gli altri titoli proposti, Radium ci offre un prodotto di altissimo livello, fatto con passione ma non per questo autoreferenziale anzi attento all’andamento del mercato e che si innesta in un filone di fantascienza che oltreoceano vanta esponenti di primissimo piano come ad esempio Rick Remender il cui Fear Agent è forse la serie che ricorda, seppur con le dovute proporzioni ed intenti, questo The Shadow Planet.

Come sempre ottima la cura carto-tecnica di saldaPress con un solido brossurato con alette dalla soddisfacente resa grafica diventato il formato standard per i prodotti Radium.

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