Capitan America .1: Recensione

Pubblicato il 6 Novembre 2011 alle 09:42

L’albo dell’iniziativa Marvel .1 dedicata al Vendicatore a stelle e strisce, con una storia ideata dal geniale Ed Brubaker e che costituisce un nuovo punto di partenza per le vicende del soldato Steve Rogers!

Capitan America .1

Autori: Ed Brubaker (testi), Mitch Breitweiser (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 1,00, 17 x 26, pp. 32, col.

Capitan America è un personaggio fondamentale non solo della Marvel ma dell’intero fumetto americano. Creato negli anni quaranta dai grandi Joe Simon e Jack Kirby, il soldato Steve Rogers fu proposto con chiari intenti patriottici e propagandistici e, sin dal principio della sua esistenza editoriale, fu messo a confronto con il terribile Adolf Hitler. Bastò questo per decretare l’incredibile successo che Cap ottenne, al punto che la gloriosa testata Captain America Comics fu una delle più vendute della Golden Age.

Quando, negli anni sessanta, Stan Lee decise di riproporlo nel leggendario quarto numero di Avengers, si rese conto che il personaggio aveva ancora molto da dire. La sua presenza nella fila dei Vendicatori lo rese imprescindibile e quando il Sorridente iniziò a scrivere nuove storie di Cap nel mensile Tales of Suspense fu ormai evidente che Steve Rogers era una colonna portante del nascente Marvel Universe.

Su Tales of Suspense, comunque, che poi divenne Captain America, Lee modificò il character, smussando i toni smaccatamente propagandistici: nelle mani di Lee e, in seguito, di altri abili scrittori, Cap divenne il simbolo di un ideale, il rappresentante del sogno americano; non un uomo disposto a sostenere governi e partiti politici o avvezzo ad avallare qualsiasi magagna delle istituzioni statunitensi (e la cosa fu chiarita definitivamente con la gestione di Steve Englehart).

Negli anni ottanta e novanta, in ogni caso, Cap ha potuto contare su un folto numero di fans, tra alti e bassi qualitativi, e, dopo la morte di Mark Gruenwald, il suo comic-book fu affidato a numerosi cartoonist, con esiti alterni. Ma da quando è arrivato Ed Brubaker, senza dubbio uno dei migliori writer attualmente in attività, Captain America ha raggiunto livelli qualitativi notevoli, grazie a una run ricca di suspense, pathos, intrighi, colpi di scena, drammaticità e un tocco da spy story decisamente intrigante.

Anche Cap, comunque, rientra nell’iniziativa Marvel .1, pensata per venire incontro a coloro che non hanno mai letto una sua storia e vorrebbero iniziare a farlo, magari partendo da un punto preciso, senza l’obbligo di conoscere ciò che è accaduto in precedenza. E bisogna dire che negli ultimi anni Brubaker ha complicato e stravolto l’esistenza del Capitano. Innanzitutto, Steve Rogers, per una serie di circostanze, ha smesso di indossare l’uniforme. Oggi continua a combattere il crimine, coadiuvato dall’amata Sharon Carter, e l’ex partner Bucky, dopo aver abbandonato l’identità del Soldato d’Inverno, ha deciso di sostituirlo nel ruolo di Capitano. Ma le cose non sono andate per il verso giusto.

E gli Stati Uniti possono permettersi di non avere un simbolo come Capitan America? E che succederebbe se qualcuno decidesse di prenderne il posto? A queste domande risponde Bru con una storia che fa, quindi, il punto della situazione e strizza l’occhio pure ai vecchi fans, collegandosi implicitamente ad analoghe circostanze accadute in passato (altri avevano cercato, a più riprese, di vestire i panni del Capitano) ma realizzando comunque un’opera comprensibile per il neofita. Un nuovo Capitan America, quindi, giunge per turbare i sonni di Steve e dietro pare esserci l’organizzazione del Power Broker (e il vero responsabile, che il lettore scoprirà alla fine dell’episodio, sarà una sorpresa). A complicare tutto, inoltre, si mette il gruppo eversivo dell’A.I.M. che ha deciso di creare un nuovo Modok.

I testi di Brubaker sono ottimi e l’autore non perde colpi, mantenendo desta l’attenzione del lettore con un ritmo implacabile e una story-line abilmente congegnata. Pure la parte grafica è interessante. Il penciler Mitch Breitweiser, con il suo tratto ombroso e sporco, è perfetto per l’atmosfera serrata della trama e sa caratterizzare i personaggi. Nel complesso, Capitan America .1 è consigliabile, così come è consigliabile la serie regolare di Steve Rogers, una delle più accattivanti del parco testate Marvel, nonché del mercato americano. Non fatevela sfuggire.

Voto: 8

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