Recensione – La mia vita da zucchina, di Claude Barras
Pubblicato il 16 Maggio 2017 alle 15:00
Il film d’animazione in stop motion candidato agli Oscar 2017 che va dritto al cuore.
L’animazione in stop-motion, detta anche “a passo uno”, è una tecnica artigianale che sta ritornando in auge – ma in realtà non è mai andata in disuso per davvero – soprattutto per i registi che vogliono sperimentare per raccontare le proprie storie. Perché c’è una potenza visiva e narrativa tale in questa tecnica, che richiede moltissime ore di lavoro per produrre solamente pochi secondi di pellicola.
In Europa l’ultimo ad essersi buttato in quest’avventura è stato Claude Barras con il suo lavoro candidato agli Oscar 2017 come Miglior Film d’Animazione La mia vita da Zucchina (in originale Ma vie de Courgette). Non lasciatevi ingannare dal titolo: non si tratta della storia di alcuni vegetali antropomorfi oppure metaforici di qualche sentimento o carattere.
“Zucchina” è il tenero appellativo con cui è chiamato il bambino protagonista della storia dalla madre – come spesso a tutti capita con le proprie madri – che morendo a causa di uno sfortunato incidente lo lascia orfano e costretto ad andare in una casa famiglia.
Qui troverà nuovi amici, la prima cotta e una nuova famiglia. Barras nel suo esordio in un lungometraggio sceglie di raccontare, grazie anche alla delicatezza del mezzo, un sistema che funziona, che dà speranza ai tanti bambini rimasti senza genitori prima del tempo.
Non in modo stucchevole, bensì in maniera naturale, umana, vera. C’è molta verità infatti nell’universo in stop-motion de La mia vita da zucchina, basato sul romanzo Autobiografia di una zucchina di Gilles Paris (poi rieditato con il titolo del film).
Il film è stato presentato al Festival di Cannes 2016 alla Quinzaine per poi vincere il Cristal du long métrage e il premio del pubblico al Festival di Annecy e ricevere la candidatura nella categoria miglior film d’animazione ai Golden Globes 2017 e agli Academy Awards 2017.
L’edizione home video de La mia vita da Zucchina contiene piccoli ma interessanti extra, così come la confezione semplice ma potente (come il film) che lo racchiude, oltre a una bella lettera della sceneggiatrice Céline Sciamma che potete leggere nel retro copertina del dvd e del blu-ray.
Oltre al trailer e alle info tecniche, un interessante making of rivela il processo di creazione della pellicola e le differenze nella stop-motion utilizzata da Claude Barras, come i modellini più grandi rispetto al solito, con le teste enormi di ispirazione burtoniana, ma con “cuore” tutto suo.