Recensione Fargo 3×03 – “The Law of Non-Contradiction”

Pubblicato il 6 Maggio 2017 alle 15:00

Una puntata Gloria-centrica tutta da scoprire per Fargo La Serie 3.

Neanche il tempo di farle fare un viaggio dall’altra parte degli Stati Uniti nel secondo episodio della terza ed ultima stagione di The Leftovers, che Carrie Coon ci ha preso gusto e nel terzo della terza stagione di Fargo il suo personaggio, il capo-ex-capo Gloria Burgle fa lo stesso.

La donna vola infatti dal freddo Minnesota all’assolata Los Angeles per indagare sull’omicidio del patrigno, unico elemento che finora la collega alla storyline dei fratelli gemelli Sussy. Proprio quest’ultima viene lasciata in sospeso per quest’episodio, in cui non appare nessun membro del cast principale eccetto la meravigliosa Carrie Coon.

Un espediente nuovo e originale per Fargo La Serie nonché una scelta sicuramente non casuale: la stessa è utile a fare il punto della situazione sul caso e, in parallelo, sulle scelte di vita di Gloria. Saranno un caso le similitudini fra i due serial in onda contemporaneamente? Sicuramente, anche se Lost – e The Leftovers – ci hanno insegnato che le coincidenze non esistono.

Tornando a noi, Gloria fa il suo bel viaggetto per rintracciare conoscenti e informazioni su Thaddeus Mobley, ovvero quello che a quanto pare era il vero nome del patrigno. Thaddeus era uno scrittore di fantascienza che vinse un premio negli anni ’70 e, grazie ad esso, un produttore truffaldino e un’aspirante attrice senza scrupoli decisero di tendergli una trappola e fregargli tutto il denaro possibile, promettendogli un grande film tratto dalla sua opera e scritto da lui stesso.

“Un kolossal” gli dice infatti all’inizio dei flashback furbescamente Howard Zimmerman ingigantendo sempre più le proprie – false – promesse. Un continuo passaggio narrativo fra passato e presente – anch’essa inusuale come scelta per la serie tv ma molto utile per iniziare a mettere insieme i pezzi del puzzle almeno di una parte della storia che Hawley vuole raccontare in questo terzo ciclo.

E a proposito di causalità, Gloria arriva al motel dove le ruba la valigia un uomo vestito da Babbo Natale poiché “c’è un raduno in città” – quanto black humour di Hawley e dei Coen può aver partorito quest’idea tanto geniale che ci ricorda anche il freddo da cui provengono tutti i personaggi dell’universo narrativo di Fargo? La valigia le viene recuperata da un officer della polizia locale, che la invita a cena, durante la quale però lei incontra un uomo che le era seduto accanto in aereo (casualità pura e semplice che finirà qui?

Lo scopriremo nelle prossime puntate). Lo stesso personaggio (Ray Wise) le racconta una storiella al bar, ovvero quella di una donna che deve salutare il marito che parte per la guerra e lui le dà le carte per il divorzio che avranno effettivo valore legale solo se lui morirà, dal giorno in cui è partito. Lei si ritroverà così ad essere sposata e divorziata allo stesso tempo, in un certo senso come la nostra eroina del Minnesota, andando contro la logica e il “principio di non contraddizione” del titolo dell’episodio, per il quale come diceva Aristotele non possono coesistere sullo stesso piano temporale una proposizione A e la sua negazione.

Proprio come non può essere che il burbero patrigno fosse un’artista pieno di belle speranze, che Hollywood – come spesso accade, almeno al cinema e in tv – ha macchiato e fatto diventare cinico e disilluso (qualcuno ha detto Ave, Cesare?); proprio come non può essere che un’anziana ed innocua cameriera di una tavola calda (una meravigliosa Frances Fisher) fosse un’attricetta senza scrupoli oppure che un grandissimo produttore cinematografico sia diventato un vecchio rinsecchito che non riesce nemmeno a parlare. Eppure…

Gloria è chiaramente un pesce fuor d’acqua in quella terra assolata, piena di promesse non mantenute e di gente opportunista, eppure è encomiabile come non si faccia scalfire, anzi. Trova il piacere della compagnia di Ray Wise, si fa due risate sul comportamento gretto dello sceriffo locale e torna a casa pronta a coccolare il figlio con patatine e milkshake per poi riprendere a fare il proprio lavoro e scoprire la verità sulla morte del patrigno, in quel piccolo paesino che le dà sicurezza.

Non è nel proprio habitat fuori da esso eppure il suo essere anti-tecnologia sempre – da notare tutti i riferimenti alla tematica come la scena al bar in cui sono tutti al cellulare e il dissacrante discorso sul perché dovrebbe iscriversi a Facebook secondo il poliziotto locale – la rende fuori posto dappertutto, sempre contro il principio di non contraddizione di cui sopra.

“The Law of Non-Contradiction” è una puntata che dà uno scossone a ciò che pensavamo oramai una struttura collaudata sull’assetto narrativo di Fargo La Serie approfondendo un personaggio – e un’attrice – di cui vogliamo assolutamente sapere di più. Ed ecco il perché del mezzo punto di più.

More Carrie Coon for everyone, please.

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