Capitan America – Bomba di Follia: Recensione
Pubblicato il 14 Novembre 2011 alle 14:39
La riproposta di una sequenza di storie di Cap realizzate negli anni settanta dal Re Jack Kirby che testimonia la vitalità e il talento della seconda stagione Marvel del padre dei moderni comic-book!
Marvel Gold – Capitan America – Bomba di Follia
Autore: Jack Kirby (testi e disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 14,00, 17 x 26, pp. 152, col.
Jack Kirby, come ho scritto in varie occasioni, è considerato, al pari di Will Eisner e pochi altri maestri, il padre dei comic-book statunitensi, poiché il leggendario penciler fissò, più o meno consapevolmente, le regole basilari dello storytelling che in seguito numerosi cartoonist si sono sforzati di seguire. Benché lo stile kirbyano possa oggi apparire datato, in un’era di colorazioni digitali e molteplici influssi estetici e visivi, qualcosa di Jack rimane comunque e ciò costituisce la prova della sua indiscutibile grandezza.
Kirby, inoltre, è identificato con Capitan America, e fu lui, infatti, in coppia con Joe Simon, a crearlo negli anni quaranta; e, più in generale, con la produzione Marvel dei primi anni sessanta, quando, insieme a Stan Lee, propose personaggi celeberrimi come i Fantastici Quattro, Thor, e così via, realizzando storie che sono ormai classici del fumetto. Va ricordato pure il periodo che Jack passò alla DC e, in questo caso, non si possono trascurare i serial della cosiddetta ‘Saga del Quarto Mondo’ e i mensili Kamandi, Demon, O.M.A.C. e Sandman.
Non significa che Jack non abbia lasciato il segno presso altre etichette della Golden Age e che non sia stato in grado di illustrare comics diversi da quelli supereroici (e la sua vastissima produzione include opere sci-fi, horror e romance) ma, lo ribadisco, quando si discute di Kirby, le prime cose che vengono in mente sono Cap e i fumetti Marvel in generale.
Il volume della linea Marvel Gold, dedicato a Capitan America, appunto, e intitolato ‘Bomba di Follia’, è un esempio di ciò che Kirby era in grado di fare con il Vendicatore a stelle e strisce. Tuttavia, il tp, che include i nn. 193-200 della prima serie moderna di Cap, è particolare, poiché tali episodi furono ideati nel 1976. Siamo, quindi, nella seconda stagione Marvel del Re. Sul finire dei sixties, Kirby aveva lasciato la Casa delle Idee per dissapori con Stan Lee e se n’era andato alla DC. Però, nella seconda metà dei seventies, vi fece ritorno, occupandosi di Captain America & Falcon e Black Panther e tenendo a battesimo Eternals, Machine Man e Devil Dinosaur.
Questa stagione, secondo molti, rappresentò un declino delle capacità kirbyane. Non significa che Jack abbia prodotto materiale di poco valore, tutt’altro; ma bisogna considerare che Kirby era rimasto legato alle convenzioni narrative del decennio precedente, con una distinzione manichea tra buoni e cattivi che gli sceneggiatori incominciavano a mettere in discussione. Per giunta, il predecessore di Jack sul mensile di Cap, Steve Englehart, aveva descritto un Discobolo disincantato, che non riusciva più a distinguere il bene dal male in un’America corrotta e dagli ideali incerti. Queste riflessioni risentivano del clima post-Watergate in cui l’intero sistema di valori statunitense fu messo in discussione dalle generazioni provenienti dal clima contestatario dei sixties.
Kirby, diversamente da Englehart, non aveva tali dubbi e scrisse avventure in cui Cap non si permetteva di criticare l’American Way of Life. Nelle sue mani, Steve Rogers ridiventa il soldato tutto d’un pezzo pronto a combattere i nemici di una nazione che l’autore si ostinava a considerare il baluardo della democrazia. Simili discorsi, per l’epoca, erano superati; così come superata era la maniera di esprimerli, i dialoghi retorici e a volte propagandistici e i testi didascalici, privi, per giunta, dell’ironia di Lee. Come se non bastasse, Kirby pretese che le sue storie non venissero sottoposte al giudizio di un editor. Di conseguenza, i suoi comics erano di ottima fattura, ma isolati dalle altre testate Marvel, senz’altro più al passo con i tempi.
Nello specifico di questo tp, comunque, Kirby delinea una bella story-line, benché compromessa dalle pecche da me evidenziate, in cui Cap e il suo alleato Falcon, in occasione del duecentesimo anniversario della nascita degli Stati Uniti, si confrontano con una misteriosa elite di uomini potenti, nostalgici dell’aristocrazia, e che odiano la democrazia e la costituzione americane. Per instaurare un nuovo ordine sociale, costringono uno scienziato a costruire un ordigno, la Bomba della Follia, le cui vibrazioni spingono coloro che ne subiscono gli effetti a lottare contro i propri simili. Lo scopo dell’organizzazione è provocare l’anarchia.
Kirby, malgrado tutto, dimostra di avere inventiva e immaginazione e si sbizzarrisce con esplosioni, battaglie forsennate, strani congegni, laboratori fantascientifici, incredibili prospettive, insomma, con tutti gli elementi tipici delle sue storie. Dei testi ho già scritto. I disegni sono, naturalmente, di gran livello e caratterizzati da un forte senso del movimento, con sequenze molto dinamiche. Alcuni di questi episodi sono impreziositi dalle chine di Frank Giacoia, nome storico del fumetto USA, apprezzato come penciler ma più conosciuto come inchiostratore. Il connubio Kirby/Giacoia non è al livello di quello, a mio avviso insuperabile, del duo Kirby/Sinnott degli anni sessanta; ma è efficace. Se vi va, quindi, di leggere un volume del buon vecchio Kirby e farvi avvincere da un prodotto vintage, questo tp fa al caso vostro.