Suicide Squad/Harley Quinn n. 3 – Rinascita DC | Recensione

Pubblicato il 30 Aprile 2017 alle 10:00

Le avventure della Suicide Squad, di Harley Quinn e di Deathstroke diventano sempre più drammatiche! Non perdete il terzo numero della testata dedicata ai personaggi più discutibili del DCU, consigliabile a tutti gli estimatori delle storie d’azione!

Giunge alla terza uscita la testata Lion incentrata su alcuni dei personaggi più discutibili, ma intriganti, della DC. Il successo della pellicola dedicata alla Squadra Suicida ha spinto l’etichetta statunitense a prestare attenzione ai character borderline del proprio universo narrativo. Di conseguenza, non è strano scoprire che nell’ambito dell’operazione Rinascita anche Harley Quinn e compagni giocano un ruolo di primo piano.

I numeri precedenti si erano rivelati di ottima qualità. L’unica nota stonata era rappresentata dalla serie della schizoide Harley Quinn, scritta dalla collaudata coppia Jimmy Palmiotti/Amanda Conner. In questo secondo episodio, le impressioni negative purtroppo vengono confermate. Harley Quinn è una testata volutamente ironica, stravagante e sopra le righe e tutto sommato non c’è niente di male. Gli autori, però, insistono in maniera eccessiva sugli aspetti demenziali delle trame, con una Harley impegnata ad affrontare famelici zombi che stanno provocando un sacco di danni a New York.

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Si tratta di un comic-book mainstream nei toni e nemmeno l’evidente satira dei film di George Romero lo rende interessante. La caratterizzazione del personaggio è stereotipata e per giunta i disegni grezzi e legnosi dei non eccelsi Chad Hardin e John Timms non contribuiscono a elevare il livello qualitativo della serie. Insomma, l’ex fidanzata del terribile Joker meritava di meglio.

Si procede con il n. 3 di Suicide Squad e per fortuna il discorso cambia. Lo scrittore Rob Williams sta impostando una story-line basata sull’azione ma caratterizzando al contempo in maniera egregia le psicologie dei componenti del team. Si tratta di un coacervo di individui disturbati, dalle pulsioni negative ma non privi di carisma, che in questo capitolo devono vedersela con il Generale Zod, classico avversario di Superman. Inoltre, gli ottimi disegni di Jim Lee valorizzano lo script.

C’è poi una breve storia, sempre tratta dal n. 3 di Suicide Squad, che ha come protagonista la tormentata Katana. Con l’escamotage delle storie d’appendice, Williams rievoca il passato dei protagonisti, portandone alla luce i traumi e le esperienze problematiche e rendendoli umani. Con Katana svolge un buon lavoro e i disegni fluidi e plastici del bravissimo Philip Tan sono l’ulteriore elemento positivo dell’episodio.

Il sommario si conclude con il n. 1 di Deathstroke. E’ qui che la serie di Slade Wilson inizia davvero, dopo lo speciale Rebirth. La testata è scritta da Christopher Priest che inserisce uno dei più letali mercenari del DCU nel contesto drammatico e realistico dell’attuale guerra di civiltà che opprime il mondo. Slade ha accettato una missione rischiosa per conto di un dittatore che vorrebbe favorire, per ragioni personali, la vittoria di un deputato statunitense.

Deathstroke è un riuscito mix di spy story, azione e supereroismo e può vantare testi e dialoghi curati. Come nel caso dei membri della Suicide Squad, anche Deathstroke è difficile da classificare. Può essere definito un criminale ma possiede lati vulnerabili e umani. Tali aspetti sono rappresentati dalla presenza dei figli di Slade e della ex moglie Adeline, con i quali ha un rapporto oscillante tra amore e odio, e di William Wintergreen, forse l’unica persona che Deathstroke può considerare un amico.

La struttura della trama è composta da una continua fluttuazione temporale, tra flashback e flashforward, e ciò è dato dal fatto che Slade deve affrontare il Re Orologio, celebre criminale del DCU. Il concetto del tempo è quindi importante ai fini della trama e dell’impostazione narrativa. Deathstroke è impreziosito dai disegni di Carlo Pagulayan che sfoggia uno stile classico e naturalistico, appropriato per una serie che, pur inserita nel mondo dei giustizieri in calzamaglia, fa del realismo uno dei dettagli fondamentali. Nel complesso, a parte Harley Quinn, questo antologico è da tenere d’occhio e piacerà a quei lettori che cercano un fumetto ricco di azione e pathos.

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