Boston – Caccia all’uomo – Recensione

Pubblicato il 23 Aprile 2017 alle 22:53

15 aprile 2013. Due fratelli ceceni fanno esplodere degli ordigni esplosivi durante la maratona di Boston causando diversi morti e feriti. Mentre la città sprofonda nel caos e nel terrore, il sergente di polizia Tommy Saunders, il commissario Ed Davis e l’agente FBI Richard DesLauriers danno il via ad una caccia all’uomo per assicurare i responsabili alla giustizia.

Sono trascorsi poco più di sei mesi dall’uscita nelle sale italiane di Deepwater – Inferno sull’oceano, docu-fiction diretta da Peter Berg incentrata sull’esplosione della piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico avvenuta nel 2010. Si trattava di una puntuale ricostruzione dei fatti, diretta con buon mestiere, che non poteva permettersi troppe licenze e risultava trattenuta sul piano emotivo.

Stavolta il regista parte dal libro inchiesta Boston Strong di Casey Sherman e Dave Wedge per raccontarci l’attentato alla maratona di Boston del 2013, evento che si svolge annualmente durante il Patriots’ Day, e non è una coincidenza che il film esca nel nostro paese tra la ricorrenza dell’attentato e a ridosso della nostra festa della Liberazione.

Berg ripercorre con sicurezza gli stilemi della prova precedente ma riesce a barcamenarsi molto meglio tra la componente documentaristica e le dinamiche action-thrilling ottenendo un solido prodotto d’intrattenimento oltre che di divulgazione. Il protagonista è di nuovo Mark Wahlberg, ancora calato nei panni dell’uomo ordinario di fronte ad una situazione straordinaria, personaggio che mostra un attaccamento al territorio, un forte senso etico e morale e riflette, con la sua gamba ferita, la Boston “azzoppata” dall’attentato ma pronta a rialzarsi, a riprendere la sua maratona, la corsa contro il tempo per catturare i responsabili.

La storia parte dalle vicende di persone comuni che si ritroveranno riunite nella stessa tragedia ed impiega meno di mezz’ora per arrivare al momento dell’attentato, attraverso l’uso dell’handycam e un montaggio serrato. Il senno di poi del pubblico è sufficiente ad alimentare la tensione e gli esiti dell’attentato vengono mostrati in maniera obiettiva, senza eccessiva enfasi o cinica spettacolarizzazione.

John Goodman, nel ruolo del commissario Ed Davis, Kevin Bacon, agente speciale FBI, e J.K. Simmons, sergente della vicina Watertown, riescono nell’impresa di sfaccettare il lato intimista dei rispettivi personaggi nonostante lo scarso spazio di manovra concesso. Purtroppo, similmente a quanto accaduto con Kate Hudson in Deepwater Horizon, anche qui la moglie del protagonista, interpretata da Michelle Monaghan, si limita a starsene a casa aspettando il ritorno dell’eroe.

Berg si concede qualche libertà nella scena della sparatoria, resa piuttosto ludica, e si prende una controversa licenza nel mostrare la morte di uno degli attentatori. Discutibile anche la sequenza dell’interrogatorio al quale è stata sottoposta la moglie di uno dei terroristi (Melissa Benoist, la Supergirl televisiva), trattenuta contro i propri diritti nonostante non fosse in stato d’arresto. La casa di produzione ha pubblicato un comunicato che spiega come la rappresentazione sia frutto di una precisa e attendibile documentazione.

L’epilogo è costituito da una serie di testimonianze dei veri superstiti dell’attentato che rivendicano con orgoglio e con una certa giustificabile retorica anti-giustizialista lo spirito d’unione dei bostoniani nel fronteggiare la crisi.

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